Capitolo 26

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STILES' POV
-Devi proprio andare?- gli chiedo per l'ennesima volta, poggiandomi di peso con le braccia intorno al suo collo.
-Si Stiles. Devo andare a lavoro, non posso fare come voglio. E no, non posso portarti nemmeno con me.-
-Ma vedi che sono piccino. Mi nascondo dietro di te e non mi vedrà nessuno.- faccio la faccia da cucciolo più dolce che mi riesce, tanto per convincerlo a non lasciarmi qui da solo.
Però lo sguardo che mi lancia non mi lascia alternative.
Quindi sbuffo e vado a buttarmi sul divano.
-Dai su non prendertela.- ridacchia mentre si avvicina a me.
-Dopo voglio che tu ti faccia perdonare.-
Alza gli occhi al cielo. -Va bene, adesso vado sul serio.-
Si china su di me, e mi lascia un bacio a stampo sulle labbra, ma io lo prendo per la giacca elegante che usa per l'ufficio, e lo avvicino a me per un bacio un po' più passionale.
-Adesso puoi andare sul serio.- mi lascia un buffetto sul naso e poi va via.

È da ormai un paio d'ore che non ho idea di cosa fare, in Tv non mandano niente di decente, e non ho nemmeno voglia di cucinare.
Proprio mentre sono buttato a pancia in giù sul letto, nella noia più totale, mi viene un lampo di genio.
Subito mi alzo e mi precipito a prendere il cellulare per organizzare quello che ho in mente.

Quando alle sei, Derek entra dalla porta d'ingresso, sono lavato, vestito, pronto ad aspettarlo per andare nel posto in cui è già tutto pronto.
-Oh ciao, non mi aspettavo di trovarti qui sul divano senza fare nulla.-
Mi alzo, andando verso di lui. -È stato davvero noioso qui senza di te, sai?- lo abbraccio, e poi gli bacio il collo.
-Dimmi che non hai combinato nulla.-
-Certo che no caro mio, adesso tu vai a cambiarti, perché dobbiamo andare in un posto.-
-Vuoi dirmi che tu sei l'ospite, che non conosce questa città, però hai organizzato qualcosa fuori da queste quattro mura?-
-Certo che si, mi chiama pur sempre Stiles Stilinski, o no?-
Mi risiedo sul divano, in attesa che Derek si cambi, anche se con giacca e cravatta non mi dispiaceva per niente.

Alla fine, dopo circa mezz'ora di domande e lamentele, siamo riusciti ad uscire, e sotto le indicazioni del navigatore, ci stiamo recando nel ristorante in cui ho prenotato.
-Volevi o no rimediare al fatto di non aver mai avuto un appuntamento fuori dall'isola?-
-Si, ma non intendevo che tu dovessi organizzare un appuntamento. Sei mio ospite, spetta a me.-
-Proprio perché sono tuo ospite mi andava di ringraziarti in qualche modo. Mi andava di fare qualcosa per te. Non si discute più.-
Dopo aver sospirato, finalmente Derek parcheggia, e dopo essere scesi ci dirigiamo verso l'entrata.
-Sai quando costa questo posto?- mi chiede incredulo.
-Certo, facciamo finta di essere delle star per un po'.-
Mentre entriamo, sento Derek sussurrare qualcosa del tipo "ma vedi con chi mi tocca passare il tempo" che mi provoca solo delle forti risate.
-Nome prego.- chiede una cameriera all'entrata.
-Stilinski.- sorridendo un po' troppo a Derek, ci accompagna al nostro tavolo, quindi per cercare di marcare un po' il mio territorio, mi sembra opportuno prenderlo per mano.
Per la prima volta, lui non protesta.
Una volta esserci seduti, e aver ricevuto i menu, sul tavolo cala un silenzio.
-Grazie Stiles.-
Sollevo lo sguardo, sorpreso. -Per cosa?-
-Per essere qui.- è proprio questo il bello di Derek, magari non dimostra in continuazione quando ci tiene, ma quando lo fa, la fa sembrare una cosa così speciale e unica.
Gli prendo una mano, accarezzandogliela con il pollice, scegliendo di non rispondere.

Una volta finito di mangiare, ci rechiamo alla cassa per pagare il conto.
Per tutta la cena, io ho parlato della mia famiglia, e Derek sembrava anche molto interessato, ma ha sempre cercato di non parlare della sua, e io voglio capire perché. Spero che me lo dica, prima o poi.
Dopo una lunghissima discussione su chi dovesse pagare il conto, che ovviamente vinco io, perché sono stato io a invitarlo, finalmente usciamo, pronti per continuare questa magnifica serata.
-Fai tanto il duro, ma tu sei un pezzo di pane.- rido, vedendo la sua reazione a quello che ho detto.
Quello che non mi aspettavo invece è che mi prendesse di peso per imprigionarmi per l'ennesima volta, questa volta fra la macchina e il suo corpo. È il suo nuovo hobby o cosa?
-Quindi sarei un pezzo di pane eh?-
-Si, assolutamente.-
-E cosa te lo fa pensare?-
-Il modo in cui mi tratti.-
-E come ti tratto?-
-Come se valessi qualcosa.-
-Tu vali. Vali quanto l'universo, o forse di più.-
A volte, non so proprio cosa dire, l'unica cosa che posso fare e cercare di rendere questa serata mitica, o anzi, indimenticabile, per fargli capire quanto conta lui per me.

Spazio MOIII
Credo che questo sia il peggior capitolo che io abbia mai scritto da quando ho cominciato questa storia, e mi scuso davvero, ma è da più di una settimana che non aggiorno, e non mi sembrava il caso di farvi aspettare troppo dato che non l'ho mai fatto.
Sono stata a Londra fino ad un'ora fa, e adesso sono su un volo di tre ore per un'altra estenuante settimana di vacanze in Italia prima di poter tornare finalmente a casa.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto lo stesso.
Come sempre votate e commentate!
Kisses from London,
-pll2016

Quello che le telecamere non vedono [STEREK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora