Padre e figlio camminavano mano nella mano.
Era una sensazione piacevole.
Non stavano parlando da un po', ognuno perso nei propri pensieri, ma andava bene così. Lucifero, o Grigione, li seguiva in silenzio, come un'ombra che non vuole disturbare.
Kieran doveva ammettere che non gli dispiaceva affatto andare a trovare Stiofan: era troppo tempo che non lo faceva e la situazione era precipitata. Il fabbro era un punto di vista esterno a cui poteva dire qualunque cosa. Magari non aveva la garanzia di non essere giudicato, ma Stiofan era un suo amico e lo aveva sempre aiutato a comprendere cosa c'era che non andava nelle brutte situazioni. A pensare a mente lucida, ecco... anche se erano tutti e due delle teste calde.
L'unica cosa che non gli era piaciuta della visita, doveva dire, era che era dovuto scendere in paese.
Non che fosse un asociale o cosa, non aveva alcun problema a parlare con la gente. Anzi, della sua famiglia, comprendendo anche Roisin e Rory, era decisamente il più socievole.
Era piuttosto l'idea di compressione che gli davano i centri urbani. Le case che, sebbene non fossero una sull'altra, gli davano quell'idea di essere schiacciato, costretto.
Kieran Tad aveva bisogno di spazio, e questo era comprovato.
Quando entrava in città si sentiva assalire dalla claustrofobia e si chiedeva "ma come fa la gente a passarci tutta la vita qui?". Era ben contento di avere una casa dove l'aveva, lontano dal paese.
E lo fu ancora di più quando ci tornarono, attraversando la zona disabitata. Sapeva che vivere sulla collina come un eremita gli aveva dato una certa fama, ma aveva anche un certo numero di amici laggiù che avrebbero smentito eventuali dicerie che si sarebbero potute formare in sua assenza. Non che, già così com'erano, non stessero fornendo a tutti dei buoni pretesti per parlare dei Tad, a partire dai becchini.
«Kieran» Salutò gioiosa Roisin «Oh, sono davvero felice che tu sia tornato! Però è un peccato che abbiate mancato di poco la visita di Sabia e il suo bambino... Rory ancora non la conosce»
«Chi è Sabia?»
«Sabia è mia sorella» Roisin si chinò verso di lui, sorridendo «Tua zia».
Rory rabbrividì. Sua zia. E il suo bambino. Perciò, suo cugino... Finbar.
Quel suo strano coetaneo (forse, non sapeva neanche se avessero la stessa età) che aveva il magico potere di far sorgere in lui un nervosismo oscuro con la sua sola presenza.
«Mio cugino Finbar»
«Oh, lo conosci?»
«Si, lo ha visto da Stiofan e credo, anche prima. Devo dirti una cosa importante che è successa, Roisin» annunciò Kieran con aria grave
«Che c'è?»
«Nostro figlio è stato scelto da Dio».
E in breve le raccontò la sua personalissima versione delle vicende avvenute al figlio, come avesse perso e riacquistato la vista per grazia del Signore, come un raggio di luce gli avesse sfiorato il visino e, si, anche che gli pareva di avere visto una colomba che svolazzava dietro una casa poco dopo il miracolo. Una colomba bianca.
«Ma allora era davvero lo Spirito Santo!» Roisin sembrò particolarmente orgogliosa di suo figlio e si chinò a stringerlo tra le braccia «La colomba dello Spirito Santo ti ha aiutato! Oh, Dio misericordioso!».
Rory sentiva l'orgoglio e la gioia nella voce della mamma e, anche se non aveva idea di cosa avesse fatto per meritarla oltre a vedere momentaneamente una macchiolina nera, fu felice di qualunque cosa avesse compiuto.
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L'Uomo dei cimiteri - Parte 1: il bambino
Fantasy+ESTRATTO (da una storia completa)+ È una notte tempestosa quando Rory Tad, figlio primogenito di due contadini irlandesi, viene al mondo. Nel momento più luminoso della gioia di questa famiglia, alla loro porta bussa qualcuno: sono i becchini del v...