10. Un incontro

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A piedi nudi arrivò al villaggio, da solo, e si fermò nel mezzo della strada, ansimando. Si guardò intorno alla ricerca della strada giusta quando vide venirgli incontro un grosso cane emaciato dal pelo grigio e riccio, con gli occhi giallastri e le zanne scoperte. L'animale si fermò a metà della distanza e agitò la coda spelacchiata e ricurva, portata alta, un paio di volte, poi iniziò ad avanzare più lentamente, poggiando le grosse zampe a terra quasi con cautela. I muscoli si contraevano vistosamente sulla sua schiena, sotto la pelle, e le costole sporgevano tanto che potevano contarsi con chiarezza, come sul busto scarnificato di un cadavere. Rory inclinò la testa e andò incontro all'animale, anche se avrebbe voluto correre da Paul e Sheridan immediatamente: il suo istinto gli suggeriva che mettersi a correre, in quel momento, non sarebbe stata una buona idea.

Il cane gli annusò il collo con il grosso tartufo umido, poi gli sbuffò su una spalla e aprì la bocca, ansimando con la lingua rossa penzoloni. Rory gli accarezzò goffamente la testa, stropicciandogli il pelo arruffato

«Buono, bello...» gli disse piano, poi lo superò per dirigersi verso la casa del becchino.

Il cane lo seguì, scodinzolando vivacemente come se si aspettasse dal bambino un grosso pezzo di pane. Rory accelerò e anche l'animale lo seguì al trotto, affiancandoglisi, finché non trovarono l'edificio che il bambino cercava. Il cane si sedette al suo fianco mentre Rory pensava a come avrebbe potuto farsi aprire alla porta senza fare troppo rumore.

Una donna corpulenta comparve dal fondo della strada e gli si avvicinò con la preoccupazione dipinta sul volto. Era alta e vestita di bianco e rosso, con i capelli scuri raccolti in una lunga treccia che ricadeva sulla schiena. Rory la salutò con educazione

«Buonasera, signora»

«Piccolo» disse lei, con la voce venata di paura «Che cosa fai qui, tutto da solo?»

«Sto aspettando che mi aprano...»

«Oh no» la donna si esibì in un sorriso ampio tutto denti «Devi avere sbagliato casa ... qui ci abita solo il becchino con sua moglie...»

«Si» Rory annuì con foga «Si, si, sono loro».

Il sorriso della donna scomparve d'improvviso e i suoi occhi si posarono sul grosso cane grigio e magro. Anche Rory lo guardò e gli mise una mano su una spalla, accarezzandolo piano

«Signora» disse poi «Mi può aiutare?»

«C-certo» la donna si raddrizzò con un che di formale nell'atteggiamento, ma invece di bussare alla porta del becchino indicò il cane «E tu cosa fai con quel cagnaccio?»

«Non so. Mi ha seguito»

«Quello lì è una bestiaccia, non è buono a nulla, cerca di non starci troppo vicino, va bene?»

«Va bene» disse Rory, sapendo che bisogna dare ragione agli adulti, ma sapendo anche che non avrebbe rispettato quella raccomandazione.

Dopotutto il "cagnaccio" sembrava simpatico. E suo padre diceva sempre che aveva bisogno di prendersi un cane da caccia e perché non portarsi a casa quello lì? Era grande e grosso, poteva essere molto utile, anche se di sicuro aveva bisogno di mangiare, perchè per ora sembrava morto di fame.

La donna bussò alla porta un paio di volte, poi girò di scatto la testa verso il bambino, facendolo sobbalzare sul posto

«Sei sicuro che devi venire qui?»

«Sicuro, signora»

«Perché?»

«Mio zio Paul mi aspetta, signora» rispose lui, con una certa impazienza, irritato da quella donna sconosciuta che faceva tutte quelle domande su cose che non la riguardavano.

L'Uomo dei cimiteri - Parte 1: il bambinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora