Lord Voldemort

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Tutto ma non le loro ragazze! Ginny non poteva finire nei guai per colpa sua.
Ne avevano discusso e avevano deciso di salvarle, dovessero anche passare l'intero trimestre in punizione, erano pur sempre le persone che amavano!

"Siamo stati noi. Non loro." Disse Ron con fierezza. "Lasci stare le nostre ragazze!" Continuò Dean.
I cinque si avvicinarono alla McGonagall con uno sguardo fiero. La donna aveva mandato cinque patronus alle famiglie che accorsero subito tramite la polvere volante.
"Tutto OK Minerva?" Disse Lily parlando a nome di tutto il gruppo. La professoressa indicò con gli occhi i ragazzi e lei capì tutto. Stava per mettersi ad urlare quando James le mise una mano sulla spalla per farla calmare. "Prima diteci cosa è successo." Fece il padre di Seamus e Silente prese parola.
Quando ebbe finito le madri dei cinque ragazzi avrebbero potuto uccidere un basilico con il solo sguardo, mentre gli uomini sembrava volessero congratularsi per il loro scherzo, specialmente James e Arthur.
"Potter giuro che se fossi finita nei guai per colpa tua ti avrei ucciso!" Disse Ginny prima di uscire. Harry decise di non rispondere e chiedere invece al preside se avrebbero potuto parlarne in privato dato che stavano dando spettacolo a tutta la scuola. Lui annuì fece andare tutti a lezione.
Non c'è bisogno di dire che partirono urla per tutto il 'colloquio' insegnante-genitore-alunno, ma alla fine erano tutti più calmi e tornarono a casa. Ovviamente non senza una strizzata d'occhio da James e un nuovo ferito da portare da Madam Pomfrey. Lily lo aveva schiantato e gli avrebbe urlato contro per una buona mezz'ora se non fosse arrivata la McGonagall a separarli. Dopo una visita veloce in infermeria Lord e Lady Potter tornarono a casa.

"Cosa c'è Malfoy?" Il biondino lo aveva preso per un braccio senza dire nulla e trasportato nella Stanza delle Necessità. Il furetto sembrava veramente spaventato e agiva in modo strano: un minuto prima sembrava stesse chiedendo aiuto con lo sguardo, poi scuoteva la testa e tornava a essere il solito bullo arrogante. Harry potè giurare di aver visto dei riflessi rossi nei suoi occhi.

Prese un calderone con mano tremante e sigillò la porta con degli incantesimi per non far uscire Harry.
Il ragazzo sopravvissuto si guardò in torno osservando tutti i particolari per capire le intenzioni del furetto. Non sapeva come mai si stava comportando così, ma aveva una vaga idea. Lo avrebbe capito con certezza di lì a poche ore.

Intanto Draco aveva iniziato a far bollire una pozione dall' odore di pergamena bruciata e sudore e il fumo si stava spandendo per tutta la stanza. Solo quando Harry pensò a una finestra l'aria divenne ancora respirabile.

Un paio di minuti dopo la pozione era quasi pronta: bastava lasciarla bollire a fuoco basso per un paio di minuti.

Draco prese una sedia e fece sedere Harry, dopo di che si sedette su un'altra. Le sue mani stavano tremando e la sua espressione cambiava da spaventata a sicura di sé ogni volta che scuoteva la testa.

"Harry... mi spiace." Fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di assumere un tono di voce macabro, molto profondo e sicuramente inquietante.
"Harrison Potter... ho sentito parlare molto di te, sai? Della tua forza in battaglia e dell'eredità di due fondatori di Hogwarts. Voglio proporti un patto." Disse la cosa dentro Malfoy. Quindi il ragazzo si era sempre comportato da bullo solo perché glielo faceva fare la Cosa? Si sentì subito colpevole per tutte le volte che lo aveva schiantato e voleva riuscire a scusarsi, ma la Cosa ricominciò a parlare. "Ciò che ti sto per proporre ti farà diventare più potente di tutti gli altri maghi, dopo di me ovviamente.
Vieni da me e diventa un mangiamorte!" Disse la voce, era sicuramente Voldemort che stava possedendo Draco. "Harry no!" Provò a dire il ragazzo, ma subito dopo il volere del Signore Oscuro prese il sopravvento. "Non dargli ascolto, a volte diventa più forte e riesce a dire parole... gentili. Allora, vuoi unirti ai mangiamorte? Potresti diventare grande sai? Basta dire di sì."
"Mai! Non mi unirò mai a te Tom, dopo tutto questo tempo ti aspetti che io mi metta a leccare i piedi a un vecchio svitato che cerca di dominare la morte?" Harry aveva oltremodo passato il limite della pazienza di Voldemort. Draco si avvicinò verso la pozione e urlò al grifondoro di andarsene o sarebbe stato catturato di lì a poco tempo, ma ovviamente il ragazzo restò per aiutare il serpeverde.

"Harry vattene. Ora!" Ovviamente lui non si mosse e Voldemort-Malfoy junior riempì una fiala con la pozione.
"Vattene, vattene!" "No! Ti voglio aiutare, ce la puoi fare. Lo so." La sua voce era calma, in confronto a quella spaventata e tremante del serpeverde che stava continuando a dire 'mi spiace' mentre preparava la fiala e mormorava qualche incantesimo su sé stesso. Quando il ragazzo si preparò a lanciare il contenitore con la pozione Harry capì tutto e cambiò tecnica.

"Draco concentrati, so che c'è ancora la tua anima là dentro o saresti morto. Voldemort non può farti niente, non puoi fargli controllare le tue azioni. TU sei l'unico che può decidere cosa fare della tua vita e non c'è bisogno che qualcuno ti dica cosa fare e quando farla. Lo so che è difficile, ma prova a combattere Voldemort e sarai libero. Combattilo Draco, non farlo vincere. " Malfoy aveva le lacrime agli occhi che erano color ghiaccio con qualche riflesso rosso sangue. Harry capì dagli occhi che le sue parole non avevano avuto l'effetto desiderato, infatti Malfoy lanciò con tutta la sua forza la fialetta per terra vicino ai piedi del ragazzo sopravvissuto. Una nube di fumo si espanse in tutta la stanza e Harry si sentì risucchiare in un tubo di gomma. L'ultima cosa che vide furono le lacrime che scendevano dal volto del serpeverde e gli incantesimi che lo tenevano saldo a terra.
Quando il ragazzo bruscamente sentì la terra sotto ai piedi fece fatica a stare in piedi. Provò a guardarsi intorno e scorse il marchio nero su una parete e provò un dolore acuto alla cicatrice.

Poi nero.

Hey! Nuovo capitolo in anticipo!
Amo mettere suspance.

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