Capitolo ventotto • Partenza

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"L'avventura permette che accada l'inaspettato."
(Richard Aldington)

POV LUCA

I restanti giorni prima della partenza trascorrono tranquillamente, Alessandra fa finta che non mi abbia mai mandato quel messaggio ed io le tengo il gioco. Anche se ammetto che ancora non riesco a capire per quale motivo abbia mentito a mio fratello.

Ed ecco che vedo entrare nel mio studio Marco.

"Luca, mi hai messo il turno di domenica mattina, dovevo accompagnare Alessandra in aeroporto".

"Marco non so chi mettere, già che la tua ragazza parte, ed io devo andare al convegno a Parigi".

"Non hai scelto nessun specializzando per venire con te?"

"Marco avrei portato te, ma poi gli altri avrebbero cominciato a dire che preferisco la famiglia, lo sai no".

"Certo lo so, comunque non puoi cambiarmi il turno?"

"Marco non so davvero chi mettere al tuo posto".

"Ok mi arrendo".

"Mi dispiace".

"Fa niente. Hai saputo di Fede?"

"Parlo tutti i giorni con Paolo, gli sta dando filo da torcere, a quanto pare lunedì  gli ha lanciato contro un bicchiere d'acqua ".

Marco ride. "Federica lo odia, ma sono convinto che hai fatto la cosa giusta a mandarla lì, lui e suo fratello sono bravi".

"Gabriele è in America tornerà tra un mese, spero che torni al più presto. Federica ha sempre il sorriso quando c'è lui, magari riuscirà a parlare con lui piuttosto che con Paolo".

"Luca stai indagando sul padre di Leo?"

"Pensi che non l'avrei fatto? Ho ingaggiato un investigatore, qualcosa scoprirà, voglio almeno scoprire chi è e sa davvero di avere un figlio".

"Immaginavo, io vado ci sentiamo Luca".

"Marco?"

"Mhh".

"Posso farti una domanda su Alessandra?"

Mio fratello mi guarda sorpreso. "Certo"

"Sei davvero innamorato di lei?"

"Si la amo da impazzire, ma non so, se lei lo è realmente di me".

"Parla chiaro con lei Marco, perché nonostante tutto non voglio vederti soffrire".

"Grazie Luca".

Scuoto la testa. "Figurati, va".

POV ALESSANDRA

La domenica mattina Marco mi saluta alle cinque per andare clinica.
Mi alzo velocemente e prendo il telefono.
Io non posso andare a Parigi, devo trovare una soluzione.
Prendo il telefono e apro whatsapp.

"Luca ho la febbre altissima, credo di aver preso l'influenza non posso partire. Ti rimborserò il biglietto. In bocca al lupo per il convegno" .

Dopo un quarto d'ora mi risponde, forse si è svegliato solo ora.

"Ok. Buona guarigione" .

Leggo il messaggio perplessa. Possibile che abbia accettato così facilmente che non parta?
Decido di non pensarci e spengo il telefono, rimettendomi a letto, sperando di riaddormentarmi a Marco dirò che hanno annullato il volo.

Vengo svegliata dal continuo suonare del campanello. Vedo che sono le sette, ed io che volevo dormire di più.
Mi alzo e vado ad aprire la porta e mi ritrovo davanti Luca con la sua borsa da medico e un valigia. Entra senza chiedermi il permesso e apre la borsa uscendo un termometro e lo stetoscopio. Oh merda! Dovevo immaginare che non mi avrebbe creduto.

Mi passa il termometro. "Mettilo, vediamo, così ti do qualcosa".

Scuoto la testa. "Marco mi ha già fatto prendere la tacchipirina".

"Si?"

Si avvicina e mi appoggia le labbra sulla fronte.  "Già fatto effetto? Misuriamo questa febbre così posso partire tranquillo. Dai non fare la bambina".

Annuisco e prendo il termometro.

"Vado in camera".

Mi sorride di sbieco.  "Oh no, resta qua. Sai quando non volevo andare a scuola che non avevo studiato inventavo di avere la febbre, non mi ci voleva molto per far alzare la temperatura del termometro. Ma puntualmente i miei genitori mi scoprivano, sai com'è sono medici".

Questo è più furbo di una volpe. Accidenti a me!  Infilo il termometro sotto l'ascella e dopo due minuti suona, Luca lo prende tra le mani e guarda il display.

"Alessandra hai la febbre altissima. Forse è il caso che chiami un'ambulanza per ricoverati in ospedale. Però, sei un caso raro da studiare, questo termometro mostra una temperatura così alta da spaventarmi ma tu non hai la fronte bollente, i tuoi occhi non sono lucidi e ti vedo in splendida forma e nemmeno un accenno di tosse o raffreddore. Wow mai vista una cosa del genere".

Gira il display verso di me. "35,5 Alessandra. Mi stai prendendo per il culo vero? Nemmeno mia figlia inventa queste cazzate. Vai a vestirti e muoviti che tra due ore abbiamo l'aereo".

"Io".

"Non comportarti da bambina. Se credi che io sia così stupido da aver creduto al tuo messaggio, ancora non hai capito chi hai davanti"

Sbuffo e vado nella mia camera. Dopo mezz'ora esco e lo vedo seduto comodamente sul divano. Si alza e mi guarda ancora arrabbiato. "Andiamo".

Usciamo da casa e scendiamo nel garage, dove salgo nella sua auto. Durante il viaggio verso l'aeroporto non parliamo, ma dopo un po' decide di rivolgermi la parola.

"Perché hai inventato tutta questa sceneggiata?"

"Perché ho paura".

Si gira e ride.  "Paura che possa portarti a letto?"

"Paura che non saprò dirti di no".

Si ammutolisce per un istante  e mi dopo guarda nuovamente.  "Non capisco Alessandra perché non dici a Marco che non vuoi stare con lui" .

"Tu che ne sai?"

"Alessandra tu non sei innamorata di mio fratello, e devo dirti che questa cosa che stai giocando con lui, sta iniziando a darmi sui nervi".

"Eh tu che stai facendo? Stai cercando di portarmi a letto. Stai cercando di fare sesso con la ragazza di tuo fratello".

"Alessandra se tu eri veramente innamorata di lui, sono certo che non mi avresti calcolato minimamente. Mia madre mi dice che se ami non tradisci, prendo alla lettera questa cosa, quindi dico che tu non ami mio fratello".

"Allora nemmeno tu ami Gloria?"

"A differenza tua Alessandra, io a Gloria ho parlato chiaro sin dall'inizio. Tu stai illudendo mio fratello invece. Una volta tornata da Parigi metti fine a questa questione, è un consiglio che ti do".

Con queste parole noto che siamo arrivati in aeroporto e mi apre la portiera dell'auto.
Mi appoggia una mano dietro la spalla, e prende anche la mia valigia.

"Andiamo Alessandra."

Tienimi con te                                  (De Martino family #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora