Chosen.

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"Bene, allora vado a portà gli spartiti a Thomas, così ripassa prima del live" disse Damiano, rivolto ad Ethan.
"Ciao Giò" disse, avvicinandosi a me, toccandomi il fianco.
"Non mi chiamare Giovanna" dissi seccata.
Lui sorrise compiaciuto, "stasera vieni al live, Jane?" Mi domandò, pronunciando Jane in modo canzonatorio, oserei dire quasi schifato.
"Seh" risposi. "Ma non per te,sappilo"
"Peccato" mi sussurrò in un orecchio, mentre io roteai gli occhi, quel suo modo di fare lo sbruffone con le ragazze mi dava più sui nervi di tutto il resto.
"Ora vado, a dopo, ragazzi!" Ci salutò ridacchiando.
"Cazzo, non lo sopporto!" Esclamai, una volta andato via, facendo ridere Ethan e Vic.
"Ma un s'era capito ppè niente" osservò sarcasticamente la mia migliore amica.
"Dai, alla fine è meglio di quello che pensi tu" mi disse Ethan.
"Ethan, per favore, evita!" Lo avvisai, dirigendomi verso la mia camera, seguita da Victoria.
Ogni volta che Vic veniva a prepararsi a casa mia era un vero delirio. Portava dietro di sè metà della sua casa, tra trucchi, vestiti, scarpe, accessori, tutta roba a suo dire "coatta"
"Tu che te metti?" Mi domandò, mentre metteva sulle labbra un rossetto color prugna.
"Mah, avevo pensato a questo" le dissi, mostrandole una gonna ampia fino al ginocchio e un maglioncino blu notte.
"''Nsomma na suora de clausura!" Esclamò divertita, guardando con disprezzo i miei vestiti.
"Dai, chissenefrega dei vestiti!" Le risposi, "alla fine io mi sento più a mio agio così che come vi vestite voi"
"Nun la puoi fà 'sta vita tu" sbuffò la mia amica, "Vabbè fai n'pó come te pare..." disse dopo un po', stringendosi nelle spalle e continuando a truccarsi.
Io, Vic ed Ethan ci dirigemmo al locale dove si sarebbero esibiti. Guidai io, perché ero un anno più grande rispetto a loro e avevo già preso la patente.
"Non ti ci abituà" dissi ad Ethan appena entrati in macchina.
"Dai, lo sai che ti voglio bene, sorellina"
"Lo so, lo so" dissi.
Entrammo nel locale già pieno di persone, che attendevano i ragazzi.
"Ciao Vic!" La salutarono due ragazzi, "sei stupenda" si complimentarono.
"Grazie" sorrise lei.
"Ma questa chi è?" Le domandò uno di loro indicandomi.
"La mia migliore amica" rispose lei.
I due mi guardarono dalla testa ai piedi, ridendo:"tesoro, ma come ti sei vestita? Guarda che questo non è un convento!" Mi chiese uno.
"Me so vestita come il cazzo che me pare" risposi.
"Mh, aggressiva la ragazza...Vabbè, noi andiamo,a dopo Vic"
"Non te la prendere, so cretini!" Mi rassicurò Victoria.
"Non me la sono presa" mi accigliai, seguendo la mia amica.
"Credo che gli altri siano in giro per il locale" mi disse, mentre faceva un piccolo soundcheck con il suo basso.
Annuii, "tanto non mi va di raggiungerli"
"Ma che c'hai?" Mi domandò.
"Nulla, va tutto bene" risposi, anche se quello che mi avevano detto quei tizi prima mi avevano fatto sentire un po' insicura. Cosa molto strana da parte mia, ma quella sera, non so perché, ci tenevo ad essere vestita bene, invece non facevo altro che osservare il mio riflesso di qua e di là e maledirmi mentalmente per la scelta che avevo fatto. Mi sentivo diversa rispetto alle altre ragazze, eppure non mi sarei mai vestita come loro.
Vic mi guardò interrogativa per una manciata di secondi, poi continuò a suonare.
Poco dopo, lei e gli altri furono chiamati sul palco per esibirsi, mentre io rimasi dietro le quinte per fare foto e video e gestire al meglio i loro account sui social.
Damiano, annunciò la prima canzone:"questo è un pezzo che ho scritto ed è totalmente autobiografico" disse, facendo sfoggio del suo smisurato ego.
"Hey yo, this is Måneskin, listen to chosen"
Già ascoltando il testo di quell'inedito, si comprendeva facilmente che soltanto uno come Damiano avrebbe potuto scrivere qualcosa di genere: era un pezzo totalmente auto celebrativo. Ma, si capiva anche che credeva davvero tanto nel suo sogno, in quel che faceva.
Finita l'esibizione mi complimentai con tutti quelli della band, escluso Damiano, ovviamente.
"Io non so stato bravo?" Mi chiese.
"Mh, si" dissi con aria di sufficienza "te la sei cavata" mi seccava ammettere che era stato veramente bravissimo. Ma ero troppo orgogliosa, non volevo dargli quella soddisfazione.
"Damiano" lo chiamò una ragazza, "Damiano andiamo?"
"Ecco, vai Damiano" dissi, facendo il verso alla ragazza, che mi lanciò un'occhiataccia.
Lui mi guardò con aria di sfida, poi guardò me, accennando un sorriso.
"Adesso non posso,amo" disse rivolto alla tipa.
"Credo che stasera dovrai sopportarmi, Giovanna"

Give me Love-Damiano David//ManeskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora