Give me love.

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"Dove mi porti?" Domandai a Damiano a fine esibizione, mentre vidi gli altri allontanarsi sulla minicar di Thomas.
"Mh, sali in macchina" disse, accennando un sorriso.
Feci come mi aveva detto, e dopo un po' salì anche lui e accese il motore.
"Che bomba questa" disse alzando il volume dello stereo al massimo.
"Che canzone è?" Gli domandai.
"Cazzo, Jane, davvero me stai a dì che non conosci God save the queen dei sex pistols?"
"No, non la conosco" risposi seccata. Ed era vero, non avevo mai ascoltato quella canzone, anche se mi piaceva molto.
"Ah già, stavo a dimenticà che ascolti quella merda dei One Direction"
"Dam, quelli li ascoltavo a 13 anni e poi non erano male" mi accigliai, difendendo la mia band preferita.
"Okay, okay...Dobbiamo continuare a discutere per sta stronzata?"
Mi venne voglia di rispondergli si, ma non lo feci e rimasi in silenzio, nessuno doveva toccare i miei amati One Direction. Anche se, passato il tempo ed essendomi avvicinata ad altri generi musicali completamente diversi, non li avrei mai più seguiti come prima.
Il resto del tragitto fu abbastanza silenzioso,fin quando Damiano non parcheggiò l'auto vicino al Gianicolo, alle spalle del Trastevere.
"Seguimi" mi disse, sfiorandomi il fianco.
Seguii Damiano per una scala che portava direttamente su una delle terrazze panoramiche più belle della capitale.
Da quell'altezza, si poteva vedere quasi tutta la mia Roma illuminata: era un mare immenso di lucine che brillavano sotto i nostri occhi.
"Che spettacolo!" Esclamai.
"Non ci crederai, ma io vengo qui ogni sera" mi confessò, sdraiandosi a terra "siediti qui" disse, facendomi spazio accanto a lui.
Fissò il cielo per qualche secondo, "mi piace guardare le stelle, sembrano così vicine... vorresti raggiungerle a tutti i costi. Certe volte mi chiedo se le stelle brillano in modo che ognuno possa raggiungere la propria" affermò poi.
Annuii a quelle parole, concordavo in pieno con ciò che aveva appena detto. Damiano, quando era solo con se stesso, era diverso: conservava solo un po' del suo ego smisurato e del suo narcisismo. Tutto il resto, veniva messo da parte. Un ragazzo che all'apparenza sembrava fosse arrogante e privo di sentimenti, in realtà i sentimenti li aveva eccome: anche lui alle tre di notte era vulnerabile, reale. Era lui, senza filtri e a me piaceva tanto quella versione.
"Si dice che quando una persona fissa troppo le stelle vuole ritrovare la propria dimensione nell'universo" dissi.
"Può essere" disse lui facendo spallucce. "Ma stasera 'e stelle non so l'unica cosa bella da guardà" disse, voltandosi nella mia direzione e incrociando il suo sguardo con il mio. Sorrisi e poggiai la testa sulla sua spalla. In realtà compivo quel gesto solo con le persone di cui mi fidavo. Dicono sia un modo di sentirsi protetti, al sicuro e io in quel momento, vicino a lui mi sentivo nel posto giusto, chi lo avrebbe mai detto.
Nessuno di noi disse nulla, ognuno era racchiuso nel proprio silenzio, anche se rimanemmo molto vicini. Credo che a volte si possa dire molto anche senza dire nulla.
"Non ti facevo così...romantico" ammisi.
"Ma io sò Romantico" disse lui, ridendo. "Se mi va"
"Come se ti va?" Dissi io ridendo.
"Beh, io ancora la mia anima gemella non l'ho trovata. Ma quando un giorno troverò qualcuno disposto a sopportare il mio amore smisurato per me stesso, il mio egocentrismo, il mio carattere di merda, allora lo farò"
"Farai cosa?"
"Mi innamorerò"
Fissai le sue labbra, vogliosa di assaggiarle, di averle tutte per me. Lui capì ciò che avevo intenzione di fare, perché dopo pochi instanti, iniziò a baciarmi con molta passione. Presa dal momento, mi sdraiai a terra, con la schiena premuta sul suolo, mentre lui continuava a far combaciare le nostre lingue. Circondai il suo corpo con le gambe e misi le mani tra i suoi capelli, che aveva lasciato lunghi.
Le sue mani scesero sotto il top che indossavo, fino al reggiseno. Giocherellò con una delle bratelle, facendo salire la mia eccitazione, che si manifestò con una sensazione di piacevole calore, quasi elettricità, che si propagò per tutto il mio corpo. Poi, lui si staccò dalle mie labbra e la sua lingua scese lungo il collo e ancora più giù, al seno, leccandomi un capezzolo. Mi sfuggì un gemito, mentre lui continuava a toccarmi e baciarmi vicino ai miei punti più sensibili. Ero tutta sua, adesso non c'era più via di scampo, ero completamente dipendente da lui.
"Lascia che ti faccia innamorare di me" gli sussurrai.
"Non aspetto altro, Jane"

Give me Love-Damiano David//ManeskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora