L'indomani mattina, quando aprii gli occhi, mi accorsi di non essere a casa mia. Riconobbi l'abitazione di Damiano e mi chiesi come fossi andata a finire a casa sua, proprio sul suo divano.
"Ethan" chiamai mio fratello che dormiva sull'altro divano, accanto a me. Lui aprì appena gli occhi:"Jane, che c'è?"
"Che ci facciamo qui?"
"Ieri ci ha riaccompagnati Damiano e abbiamo deciso di dormire tutti qui."
Sbuffai.
"Eri d'accordo anche tu" mi disse, "e te lo saresti anche ricordato, se non fossi stata ubriaca"
"Cazzo" bisbigliai.
"torna a dormire adesso" mi invitò mio fratello.
"Assolutamente no, io prendo le mie cose e me ne vado. Poi tu fatti riaccompagnare da Damiano a casa o torna a piedi, visto che abitiamo a nemmeno due isolati da qui" mi accigliai, andando verso il bagno.
Aprii la porta del bagno e mi trovai davanti Damiano, che indossava solo un'asciugamano attorno alla vita.
"Buongiorno!" Esclamò con tono malizioso.
"Scusami, Damiano, non pensavo ci fossi tu" dissi, cercando di uscire.
"E invece ti sei trovata davanti sto bonazzo" fece lui, cercando di mettersi in mostra.
"Guarda che non sei così attraente come pensi tu" sbuffai, incrociando le braccia e roteando gli occhi. Feci un passo indietro, quel bagno era maledettamente stretto, ma lui mi si parò davanti. Aggrottai la fronte "che c'è?"
"Stai tremando" osservò Damiano appoggiandosi allo stipite della porta. Certo che stavo tremando! Non solo perché il bagno era l'unica stanza a non essere riscaldata, ma anche perché era la sua presenza a rendermi così imbarazzata e inquieta.
"Non ti piacerà mica Damiano?" Pensavo tra me e me, mentre lui continuava a guardarmi in attesa di una risposta. In fondo, Damiano era quello che ad otto anni mi rubava le Barbie e gli staccava la testa, quello che si divertiva con mio fratello a chiudermi nell'armadio, nonostante fossi io la più grande, quello che a 16 anni si divertiva a disegnare peni sul mio libro di matematica. Ancora ricordo la figuraccia che feci con il professore, quando gli prestai quel libro.
"Perché mi eviti?" Mi chiese diretto.
"Non ti sto evitando" sospirai esasperata. Non vedevo l'ora di sfuggire al suo sguardo, invece lui continuava a osservarmi come se mi stesse studiando. Con un movimento brusco si avvicinò al mio viso e lo prese fra le mani. Rimasi immobile, incerta, non sapevo come comportarmi. Il mio respiro accelerò automaticamente a quel contatto, ma cercai di non darlo a vedere.
Sospirai, ma mi interruppi subito quando il suo pollice arrivò a sfiorarmi le labbra. Avrei tanto voluto sapere cosa gli passava per la testa, ma dalla sua espressione non traspariva assolutamente nulla. Posò la fronte sulla mia.
"Jane" pronunciò quel nomignolo e capii che lui si sentiva scombussolato esattamente quanto me in quel preciso istante. Il suo tono era dolce, non aveva utilizzato il solito tono canzonatorio. Lo sentii respirare vicino al mio orecchio e un brivido mi percorse tutta la schiena. Cercai di allontanarmi, ma lui me lo impedì trattenendomi il viso, fu un attimo e sentii le nostre labbra immediatamente vicine, socchiusi gli occhi, ma improvvisamente un rumore ci fece staccare di colpo, entrambi sconvolti per essere stati scoperti da qualcuno. La maniglia era stata abbassata, ci voltammo verso la porta. Victoria era sull'uscio e ci guardava divertita:"hey, voi due. Che stavate facendo?"
"Damiano mi aveva chiesto di portargli lo shampoo" mentii, dicendo la prima cosa che mi passava per la testa.
"Lo shampoo?" Fece lei, aggrottando le sopracciglia.
"Proprio così" dissi, "Bene, adesso io esco e io e Vic andiamo a preparare la colazione" aggiunsi.
"Andiamo?" Domandai.
Victoria mi guardò interrogativa, "va bene" rispose.
"Ma che stavate a fà?" Mi chiese Vic, mentre stava preparando il caffè.
"Niente, te l'ho detto, mi ha vista mentre passavo di là e mi ha detto di prendergli lo shampoo" mi giustificai.
Damiano ci raggiunse in cucina poco dopo:"passata la sbronza?" Mi domandò con un sorriso sornione, facendo finta di nulla.
"Si, tutto bene"
"Ieri sera il live è stato una cazzo di bomba, Vic. La settimana prossima voglio osare, voglio essere più puttanella di te!" Esclamò poi, pronunciando con una certa enfasi il termine "puttanella"
Victoria scoppiò in una fragorosa risata:"e che vuoi fà?" Gli domandò.
"Aspetta quella sera e vedrai"
...
Era già passata una settimana da quel giorno. Eppure, non riuscivo a smettere di pensare a Damiano e a ciò che era successo nel bagno di casa sua.
Quella mattina, non dovevo neppure andare all'università, così decisi di rimanere in casa per le prove della band, cosa che non avevo mai fatto nella mia vita. In realtà rimasi solo per vedere Damiano e non capivo nemmeno il perché ci tenessi a vedere una persona che fino a pochi giorni fa non avrei voluto guardare nemmeno in fotografia.
Nel frattempo, cercai di studiare qualcosa, anche se ogni tentativo di concentrazione era praticamente inutile.
Sentii suonare il campanello e andai ad aprire: era Damiano. Aveva una giacca a fiori e i capelli legati, non lo avevo mai visto in quel modo, ma dovetti ammettere che era veramente carino con quella pettinatura.
"Ciao" mi salutò "dove sono tuo fratello e gli altri?"
"Sono di sotto" gli dissi. "Dam, aspetta, devo dirti una cosa"
"Riguardo a?" Fece lui aggrottando le sopracciglia.
"Vieni con me" gli dissi, invitandolo a seguirmi nella mia stanza.
"So già che mi vuoi dire"
"Ah, si?" Domandai io, chiudendo la porta alle mie spalle.
"Si, mi vuoi parlare di quello che è successo una settimana fa a casa mia"
"Perché fai così?" Domandai con una certa freddezza.
"Così come?"
"Perchè volevi baciarmi? Pensavi che io fossi una di quelle ragazzine che ti porti a letto e che poi abbandoni? Pensavi di potermi prendere per il culo? Ma mi dici che problemi hai, dannazione!"
Lui mi guardò in silenzio per qualche secondo, poi mi spinse contro la parete della mia camera, premette i fianchi contro i miei e capii le sue intenzioni di andare più a fondo. Iniziammo a baciarci, la sua lingua trovò la mia e io, travolta nel piacere, gli allacciai le gambe intorno alla vita e lui gemette.
"Immagina se ora entrasse tuo fratello" mi sussurrò.
"Non...non riesco a fermarmi" ansimai.
Quando infilò una mano sotto la mia felpa e mi toccò il reggiseno, non potei fare a meno di gemere e muovere i fianchi, provocando la sua erezione.
"Cazzo, Jane, stà ferma!" Esclamò, mentre gli misi una mano tra i capelli e li tirai leggermente, fino a quando non tornò sulle mie labbra.
Cercai di non muovere i fianchi, ma era istintivo. Così,proprio quando non ce la facevo più, allungai la mano, fino a portarla sul bottone dei pantaloni e giocherellarci un po'. Improvvisamente, sentimmo Ethan che chiamava Damiano. Ci staccammo velocemente e ansimando, mi appoggiai sul sul petto, cercando di riprendere fiato.
"Se fossi stata sola, ti avrei già presa" mi sussurrò nell'orecchio, provocandomi dei brividi e accrescendo la mia eccitazione.
Aspettammo che mio fratello se ne andasse, poi Damiano uscì dalla mia stanza e dopo qualche minuto, raggiunse gli altri al piano di sotto. Quel bacio mi aveva completamente tolto il fiato. Mi buttai a peso morto sul mio letto "Adesso non ne uscirai più, Jane" mi ripetevo, mentre continuavo a sorridere. A volte siamo noi stessi a scegliere da chi farci impartire le ferite, a scegliere per chi complicarci la vita e lui era la mia scelta preferita.
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Give me Love-Damiano David//Maneskin
FanfictionTERZA STORIA DEI MÅNESKIN PIÙ LETTA IN ITALIA, GRAZIE ❤ Jane e Damiano non potrebbero essere più diversi di così. Lui è un ragazzo narcisista, dall'ego smisurato, a tratti anche odioso. Jane è l'esatto contrario, è la sorella di Ethan, il migliore a...