Arms.

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Io e Vic ci sedemmo su alcuni divanetti rossi, insieme a Thomas che smanettava con il cellulare, senza darci minimamente confidenza.
"Ho preso da bere per tutti" disse Damiano.
"Io non voglio bere"
"Perché? Hai paura che ci abbia sputato dentro?"
"No stronzo, semplicemente devo guidare e riportare Vic e mio fratello a casa" sorrisi.
Stava per ribattere, ma poi disse semplicemente "Okay", facendo spallucce.
"Non vi sopporto quando fate così" disse Vic. "Sembrate 'na coppietta!" Esclamò, facendo sputare la bevanda a Damiano.
"Per carità!" Dissi, mentre mi allontanavo fuori. Non sopportavo la vicinanza di Damiano, nemmeno per un po'.
Mi sedetti su un muretto vicino all'entrata, fissando un punto indefinito davanti a me. Le luci e le urla del locale sembravano un eco lontano e devo ammettere che non mi mancavano affatto. Non ero fatta per quelle cose,me ne rendevo conto.
Riaffiorarono alcuni ricordi nella mia mente: il mio compleanno di 16 anni, il fatto che Ethan e Damiano, per insistenza di Damiano, mi avessero portata in quello stesso locale e mi avessero fatta ubriacare. Poi il nulla, quando mi svegliai, ero a casa mia, con mia madre che mise sia me che mio fratello in punizione.
Ricordo anche di aver baciato qualcuno, ma mio fratello mi ripete continuamente che questo è solo frutto della mia immaginazione, in realtà caddi a terra al terzo drink e sia lui che Damiano mi riportarono a casa.
Sorrisi, pensando a quanto male reggessi l'alcol.
Poco dopo, si avvicinò a me Damiano, uscito anche lui fuori dal locale per accendersi una sigaretta.
"Eri qui?" Disse, portandosi la sigaretta alla bocca.
Annuii e lo osservai fumare. Dovetti ammettere che quando Damiano fumava, aveva un suo perché.
"Perché non sei con gli altri dentro?" Mi chiese, inspirando il fumo.
"Che t'importa?" Domandai.
"In realtà nulla. Ma sei qui da sola, potrebbe venì qualcuno d'improvviso e fatte male. Non ti vojo avè sulla coscienza, eh"
"I locali non fanno per me, alla lunga mi annoiano" gli confessai, incrociando le braccia al petto.
"Una volta non la pensavi così" sorrise, alludendo al mio compleanno di sedici anni.
"Sono passati tre anni da quell'episodio, che ne dici di trovare nuovi spunti per prendermi per il culo?" mi accigliai.
"Bene, allora che ne dici se se bevemo qualcosa? Qualsiasi cosa, basta che me superi sto trauma dell'arcol" fece.
"Devo guidare" gli ricordai.
"Posso guidà io. Ve riporto a casa sani e salvi. Tanto só venuto qui cor produttore mio" disse, gettando la sigaretta, ormai consumata, a terra.
"Mh, d'accordo" risposi, senza capire nemmeno perché. Seguii Damiano dentro:"Devi bere qualcosa di secco" mi spiegò, "altrimenti vomiti"
"Ah Giovane!" Esclamò, chiamando il barman, "ce fai due vodka lemon?"
"Lei è maggiorenne?" disse quello indicandomi.
"Si, sembra na pischella, ma c'ha 19 anni, è più grande de me" disse Damiano.
"Mh, vabbè mi fido" rispose il barman e in poco tempo, ci preparò i due vodka lemon che gli avevamo, anzi, che Damiano gli aveva chiesto.
"Buono" dissi bevendo, "quasi quasi me ne prendo un altro"
"Giò, non esag..."
"Ti ho detto di non chiamarmi Giovanna" dissi, provocando la sua risatina.
"Scusi" dissi chiamando il barman, "posso averne un altro...grande?"
Il barman mi porse un altro drink.
"Non avrai intenzione di..." fece Damiano, ma troppo tardi, prima che lui terminasse la frase ne avevo già bevuto un altro.
Uscii fuori, seguita da Damiano, sentii improvvisamente una sensazione di forte calore e mi girava un po' la testa.
"Stai bene?" Mi chiese.
"Si" dissi correndo verso il muretto e arrampicandomici sopra.
"Ma che stai a fà? scendi!"
"No" risi io, in preda all'effetto dell'alcol. Eh si, lo reggevo proprio male a tratti malissimo e il fatto che Damiano mi avesse fatto bere, non era stata per niente una buona idea.
Mi tolsi il giubbetto e lo sventolai in aria, come se stessi facendo uno spogliarello.
Mentalmente,ringraziai che fuori eccetto me e lui, non ci fosse nessuno, altrimenti avrei fatto una figuraccia epica.
"Jane, scendi, o chiamo tuo fratello" mi minacciò.
"Uh, che paura!" Esclamai, poi saltai giù dal muretto e per fortuna Damiano mi prese al volo, altrimenti sarebbe stato davvero pericoloso.
I nostri volti erano pericolosamente vicini. Inspirai il suo profumo, era davvero dolce, ma forte, credevo fosse One Milion.
Non sopportavo Damiano, ma cos'era quella scossa che sentivo mentre mi trovavo fra le sue braccia?

Give me Love-Damiano David//ManeskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora