Love?

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Se provi solo un attimo a distrarti dalle tue paure,
è solo amore
-F.Moro

L'intervista andò abbastanza bene, i ragazzi si dimostrarono molto disponibili e risposero prontamente a tutte le domande che io, Teresa e Lidia avevamo preparato. Notai il gioco di sguardi tra Lidia e mio fratello, così a fine intervista lo chiamai di parte:"che ne dici di invitare stasera a cena Lidia?" Gli proposi.
"Io... cosa?" Chiese lui imbarazzato.
"Dai Ethan, che ho visto come la guardavi e sappi che anche lei è interessata. Forse dovresti fare il primo passo e invitarla" insistetti.
Un sorriso si illuminò sul suo volto:"davvero?"
Annuii:"si, certo!"
"Okay, allora glielo chiederò" mi disse, "ma solo se mi consigli un posto carino qui a Madrid"
"Va bene, va bene" risi.
...
"Okay, è fatta!" Mi disse poco dopo con tono euforico, "ora vado con gli altri. Vogliono vedere la città, li porto un po' in giro."
"Se volete vengo con voi!" Esclamai.
"No tu uhm... vai a casa. Si è offerta Teresa di accompagnarci. Poi non è nemmeno la prima volta che io vengo qui" disse, alludendo alla scorsa estate, un mese esatto prima dei provini di X Factor, quando lui e i miei genitori vennero a trovarmi.
"Mh, okay. Io allora andrò a casa a preparare l'articolo" dissi.
"Jane!" Mi chiamò Damiano, mentre stavo uscendo dalla redazione, gli altri erano già andati via, mentre Lidia, felice per l'invito a cena ricevuto da Ethan,era andata per negozi a comprare qualcosa da indossare per l'occasione.
"Non vai con gli altri?" Gli chiesi.
"No, non mi va" rispose.
"Bene, io sto andando a casa"
"Vengo anch'io"
"Okay..." sospirai.
In fondo, una parte di me desiderava averlo vicino, stare sola insieme a lui.
Dovevo avere proprio un bel fegato, dopo tutto ciò che era successo, pensai.
Io e Damiano arrivammo a casa dopo circa un quarto d'ora.
"Quindi vivi qui con Lidia e Teresa?" Mi domandò.
"E Mirko" risposi, "anche se adesso è al lavoro" aggiunsi. Ma perché feci quella precisazione?
Cosa importava a Damiano di cosa facesse il mio ragazzo?
"Lo ami?" Mi chiese poi, di punto in bianco. A sentire quella domanda, rimasi per un attimo stupita. Non era una domanda difficile, eppure in quel momento sembrava impossibile anche dare una risposta. Rimasi in silenzio per qualche secondo, abbastanza per suscitare il suo sguardo perplesso.
"Credo...credo di si" risposi.
"Invece no" disse, facendo un sorrisetto beffardo e scuotendo la testa.
"Cosa te lo fa pensare?" Mi accigliai.
Damiano non rispose, continuò a guardarmi con gli occhi fissi nei miei, perfettamente muti.
Mi avvicinai a lui, portando le sue labbra vicino al suo viso, riuscii a sentire il suo respiro sul mio collo e improvvisamente il battito accelerò e mi sentii avvampare. Socchiusi gli occhi, lasciandomi trasportare da uno di quei baci che sembravano dei veri e propri viaggi. Mi staccai, presa dal senso di colpa:"scusami non volev..." ma quella volta fu lui a baciare me, fu un bacio lungo e passionale, di quelli che ti tolgono il fiato.
Tutto il mio corpo iniziò a desiderarlo da morire e dalla sua erezione, capii che era lo stesso anche per lui.
Continuammo a baciarci, raggiungendo a tentoni la mia camera. Mi spogliai del vestitino che indossavo, restando solo con gli slip e togliendo la maglietta a Damiano. Lui azzerò la poca distanza rimasta tra noi, aprendomi le gambe con la coscia. Con una mano, mi toccò il collo, mentre iniziò a baciarmi, scendendo alla mandibola e poi più giù, fino al seno.
Con l'altra mano, seguì l'elastico dei miei slip, per un tempo quasi estenuante.
Le sue dita premevano sulla mia intimità, attaverso il tessuto. Sussultavo e gemevo di piacere ad ogni suo tocco.
"Non posso...non posso farlo" sussurrai, pensando a quanto terribile sarebbe stato farlo sul letto su cui dormivo con Mirko.
"Si che puoi, lo vuoi anche tu, Jane"
Spostò di lato gli slip, continuando a toccarmi vicino ai miei punti più sensibili.
"Sei già bagnata per me" disse, con la sua voce roca.
Sibilai e mi sfuggì un gemito, gettando il collo all'indietro.
"Ti sò mancato?"
Mi morsi il labbro, cercando di non rispondergli.
Era passato molto tempo, avrei tanto voluto dirgli:"ho bisogno di questo", "ho bisogno di te",
ma non lo feci. Continuai ad ansimare, mentre lui scese con la lingua verso il mio bassoventre.
"Dimmi che non lo ami" mi disse, assaggiando un po' del mio sapore.
"Non poss..."
Lui continuò, mandandomi in preda all'esasperazione.
"Stavi a dì qualcosa? No, perché non ti ho sentita"
La confusione regnava sovrana nella mia testa, mi stavo consumando su quel letto, con lui.
"No, non lo amo" dissi e mi sembrò crudele ciò che gli avevo appena confessato, mentre stavo per raggiungere l'orgasmo, aggrappandomi alle sue spalle.
Poi, Damiano si spogliò completamente, recuperando un preservativo nella tasca dei suoi stranissimi pantaloni e lo indossò. Continuavo a desiderarlo tanto, nonostante sapessi quanto tutto quello fosse sbagliato, ma non era il momento di avere rimpianti. Avremmo fatto sesso per l'ultima volta, ci saremmo divertiti e poi lui sarebbe tornato a condurre la sua vita piena di casini in Italia e io sarei rimasta in Spagna, con Mirko, con chiunque altro che non avrebbe mai saputo nulla di ciò che era accaduto quel giorno, su quel letto.
Damiano entrò dentro di me, gemendo di piacere.
Gli afferrai i fianchi, portandolo di più in fondo, potei sentire le sue costole toccare le mie. Mi godetti ogni suo singolo movimento, ogni suo tocco, fino a raggiungere il culmine. Sentii tutti i muscoli del mio corpo irrigidirsi e le gambe tremare, urlai il suo nome, stringendo forte il lenzuolo, mentre la vista era offuscata e poco dopo anche lui fece lo stesso.
...
Passai la mattina del giorno dopo a sentire i racconti di Lidia sulla cena con mio fratello.
"E poi lui mi ha messo la sua giacca e ci siamo dati un bacio" continuava a ripetere. Ero tanto felice per loro, avevo capito che c'era feeling fin dal primo momento in cui li avevo visti. Anche se, sapendo la fama di cui i ragazzi godevano in Italia, temevo che Ethan si lasciasse coinvolgere troppo e andasse a letto con qualche troietta.
Cosa che non temevo per Damiano, visto che lui lo faceva anche quando non era famoso.
Mi guardai allo specchio, cercando di darmi una bella sistemata, quando sul mio collo notai un segno violaceo.
"Cazzo!" Urlai, toccandolo istintivamente. Non volevo andasse via, era un ricordo di ciò che era accaduto il giorno prima, ma dovevo mascherarlo, perché Mirko avrebbe potuto vederlo, sempre se non lo aveva già notato.
"Che succede?" Mi domandò Lidia.
"Guarda" le indicai.
La mia amica osservò quel livido e si coprì la bocca con una mano, facendo la finta imbarazzata:"chi te l'ha fatto?" Ridacchiò. "Tu e Mirko vi siete divertiti approfittando della casa libera?" Mi chiese.
"Non è stato Mirko" le dissi.
Lidia cambiò subito espressione e puntò i suoi occhi color nocciola su di me.
"Chi è stato allora?"
Non risposi, fui assalita da un forte senso di vergogna.
"Non dirmi che è stato...."
"Proprio così" risposi.
"Ma allora sei proprio una scema, Jane! Lui te lo fa apposta!"
"Lo so, lo so. È solo che... volevo provare quelle sensazioni, anche per l'ultima volta"
Lidia mi guardò dispiaciuta:"e...e com'è stato?"
"Beh, è stato.. bello" ammisi e non potevo di certo dire il contrario.
"E ora cos'hai intenzione di fare?"
"Nulla... anzi, fai finta che non ti ho detto niente, ti prego" la supplicai, "è stata solo un'avventura, niente di più"
"Questo lo dirai a Mirko, ma non a me, signorina" mi disse, "non lo vedi? Ti si legge negli occhi che lo ami, basta solo che io pronunci il suo nome e ti si illumina lo sguardo"
Rimasi stupita da ciò che mi aveva detto, ma mi diede tremendamente fastidio. Perché dovevo complicarmi la vita in quel modo? Perché avevo scelto di farmi complicare la vita da Damiano e mi piaceva anche?
"Ma cosa ci fai ancora qui, Jane?" Pensai.
"Lui mi ha fatto troppo male, non posso perdonarlo per ciò che è successo. Quando ho scoperto di lui e Victoria..." mi sfuggì un gemito, "quando l'ho scoperto, mi sono sentita come una stupida" dissi, con la voce rotta dal pianto.
Lidia scosse la testa.
"Tu vivi nel passato. Non puoi continuare così. È successo e penso che entrambi abbiate pagato abbastanza le conseguenze, siete stati lontani per un anno e mezzo!"
"Ma io poi qui ho il lavoro, ho te e Teresa, poi c'è Mirko..."
"Quanto hai pensato a Mirko ieri? Quando scopavi con lui quanto ci pensavi?" Disse una vocina dentro di me, che provai ad ignorare.
"E in Italia c'è Ethan, ci sono i tuoi genitori, c'è la tua amica, che si é pentita di ciò che ha fatto e c'è lui"
"Lui non mi ama, Lì"
"Se non ti avesse amata, non si sarebbe fatto 1600 km. Per vederti" osservò la mia amica.
"Non era per vedere me, era per l'intervista" mi accigliai.
"Nessuno viene qui in Spagna dall'Italia semplicemente per un'intervista, si poteva benissimo scrivere tramite e-mail o fare via Skype e lo sai." Mi rimproverò.
Lidia non era mai stata più materna di così e fui contenta di aver trovato un'amica sincera e leale come lei.
"Stasera è l'ultima sera in loro resteranno qui. Domani andranno via e tu potresti andar via insieme a Damiano e agli altri"
"Come farò con il lavoro e con Mirko?"
"Oh, smettila Jane!" Esclamò, "il capo redattore ti adora, ti troverà una sistemazione anche in Italia se gli parli adesso. Basta solo che glielo chiedi e Mirko, beh... Mirko capirà"
"Cosa dovrei capire?" Disse Mirko, entrando nella stanza in cui poco prima io e Lidia stavamo discutendo.
Istintivamente, nascosi il livido con i capelli, pregando che non si vedesse. Il mio sguardo colpevole incontrò il suo.
Mirko era bello, aveva solo pregi.
Forse mi ero invaghita di lui perché era tutto ciò che io avrei voluto essere.
Lidia guardò prima me, dopo lui.
"Credo che Jane debba parlarti" disse la mia amica, "vi lascio soli"

Give me Love-Damiano David//ManeskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora