Betrayal (Damiano)

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L'alcool annebbia la mia vista e miei pensieri. Sono davanti a Victoria o meglio, quella che sembra una visione un po' distorta della biondina che conosco da una vita. È bella, tanto. Sembra quasi Jane in questo momento. La guardo mentre si tocca i capelli e osserva un punto fisso nel vuoto. Mi avvicino a lei, sentendo il suo respiro che diventa sempre più affannoso sul collo. Che cazzo sto a fà? Jane è su un letto d'ospedale, piccola e indifesa. Ma improvvisamente, ecco che lei si volta nella mia direzione. Non è più Victoria, è Jane. Riconosco i suoi grandi occhi verdi e persino le sue lentiggini. Sorride e si morde le labbra. Oh cazzo. Sento una sensazione proprio laggiù quando lo fa, passandosi una mano fra i capelli. Combatto contro tutto me stesso per non prenderla lì, su quel divanetto del locale dove siamo andati a ubriacarci.
La trascino dal polso e lei sembra non opporre resistenza. È ancora Jane, è ancora lei, ma con un profumo diverso. La porto in bagno. Cammina a tentoni anche lei, sicuramente deve essere ubriaca. La bacio, le nostre lingue si incontrano mentre la mia mano scende verso il suo seno, facendole sfuggire un gemito. La stringo un po' più forte e vedo che je piace.  Strano, non provo più emozioni quando sto con lei.
"Damiano, ma che stiamo a fà?" Chiede lei, con la voce roca. Non riesco nemmeno a risponderle,mi fiondo ancora sulle sue labbra, mordendole avidamente e con la mano scendo giù verso la sua gonna, andando a riempirle gli slip.
Lei ansima, cerca di divincolarsi, ma siamo entrambi troppo ubriachi. È già bagnata, sento le dita umide e d'istinto me le porto in bocca, poi le faccio leccare anche un po' a lei e quella sensazione è strana, come se stessimo facendo qualcosa di tremendamente sbagliato. Ma sono lì, in quel bagno con Jane. La stessa Jane che doveva essere in ospedale era davanti a me, mentre urtava le spalle sulle fredde mattonelle della parete bagno e continuava a dimenare i fianchi e a far aderire i nostri bacini.
Sento la mia erezione crescere e quando non posso più farcela, mi tolgo i pantaloni, e le tiro via le mutandine. Lei continua a strusciarsi su di me, senza smettere di baciarmi. Ormai i miei boxer sono solo d'ingombro, quindi tolgo anche quelli. Siamo nudi e vicini, ma allora perché mi sento così distante da lei?
Decido di ignorare quella sensazione che mi passa per la testa. È Jane, è la ragazza che ami, Damiano. 
Scopiamo là dentro, nel bagno. Quando raggiunge l'orgasmo, aggrappandosi con le unghie alla mia schiena e gettando il collo all'indietro, continua a respirare affannosamente ancora per un po'. Io non sono venuto e quindi mi occorre fare da solo, mentre lei inizia a ridere in modo sguaiato. La voce non è più quella di Jane e nemmeno il suono della sua risata lo è.
Sbatto le palpebre, voglio riuscire a capire se è successo davvero o è tutto un sogno. Victoria si solleva, barcolla ed è costretta a tenersi al muro, mentre prova a sistemarsi i vestiti.
Non è successo davvero.
Io non...non ho potuto far sesso con lei. "Che cazzo hai fatto, Damià?" Mi domando, mentre tocco nervosamente i capelli.
Victoria si sposta nel bagno affianco, reggendosi sempre al muro per non cadere. Si muove goffamente sui tacchi e ha perso tutta la sua grazia. Sento che sta vomitando, ci abbiamo dato giù pesante con l'alcol e sapevo che sarebbe andata a finire male.
Ho sbagliato io. Nun le dovevo chiede di annà a bere qualcosa. Siamo entrambi provati e stressati per ciò che è capitato a Jane, eppure, siamo riusciti a tradirla con la nostra stessa stupidità. Abbiamo firmato la nostra condanna con il freddo di un orgasmo, nel bagno di un locale.
Osservo il mio riflesso nello specchio e provo a sciacquarmi il viso, oltre i miei occhi non c'è più confine. Per la prima volta in vita mia, ho vergogna. Le promesse per me valgono oro e io le ho mandate tutte a puttane. Tutto per la mia fottuta testa de cazzo.
Nello specchio, guardo il riflesso di Victoria alle mie spalle, ha un colore giallastro orribile. È immobile, mentre fissa un punto indefinito e tiene gli occhi spalancati. Mi volto verso di lei, ho le lacrime agli occhi, posso sentirle scorrere lungo le mie guance.
"Che abbiamo fatto, Damià?" Mi chiede, scuotendo la testa.
Lo ripete più volte, come se stesse cercando di auto convincersi che non è accaduto veramente, proprio come ho fatto io.
"Abbiamo fatto na cazzata" le rispondo, uscendo dal bagno.
"Cerchiamo di dimenticare tutto"

Give me Love-Damiano David//ManeskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora