Ritorni.

4.1K 127 22
                                    

Un anno dopo.

Quell'anno passò velocemente.
Erano cambiate così tante cose! Ero finalmente riuscita a iniziare il mio adorato master in giornalismo e mi concentrai esclusivamente su quello. Lidia e Teresa, le mie due coinquiline, anche loro italiane, invece studiavano fotografia. Mi trovai subito bene con loro e quasi dimenticai i motivi che mi avevano spinta a lasciare l'Italia, tutto il dolore che avevo provato.
"Se hai qualcuno che ti ama, forse ti salvi" scriveva un famoso autore e ritenevo che quella frase fosse più che giusta.
"Hola mi amor" mi salutò Mirko,dandomi un bacio sulle labbra.
Mirko era il mio ragazzo. Era italiano, ma a volte parlavamo lo spagnolo. Aveva la barba incolta e dei grandi occhi castani,le braccia piene di tatuaggi, tutti con un significato molto diverso e profondo. Era stato lui ad insegnarmi a ricominciare, a starmi accanto e a curare tutte le ferite. Non posso dire se ciò che provavo per lui fosse amore vero, ma sicuramente era qualcosa di bello.
Damiano se n'era andato, lasciandomi un profondo senso di vuoto che forse volevo colmare a tutti i costi. Mi aveva completamente cambiato la vita, nonostante tutto.
"Hola" gli sorrisi, ricambiando il bacio, mentre mi cinse la vita con le braccia.
"Ma guardali, che piccioncini" disse Lidia, sorridendoci teneramente.
Teresa se ne stava davanti la tv, tenendola ad alto volume, così tanto che una notizia attirò la mia attenzione:"I Måneskin, la band di xfactor, la rivelazione dell'anno..."
"Guarda, Jane, c'è la band di tuo fratello in tv!" Esclamò Lidia.
Istintivamente mi voltai verso lo schermo della televisione e non potei trattenere la mia emozione nel vedere che mio fratello, grazie al suo impegno e ai suoi sacrifici, si era fatto conoscere talmente tanto da apparire anche sulla tv spagnola. Sembrava fossero passati anni da quando si esibiva nei vari locali di Roma, nei posti più disparati, nella disperata ricerca che qualche produttore serio si accorgesse di lui, o meglio, di loro.
Già loro.
I miei occhi si concentrarono sulla figura esile di Damiano. Era ancora più bello di come lo ricordassi.
Se il mio cuore avesse potuto esplodere proprio in quel momento, lo avrebbe sicuramente fatto, tanto che batté forte.
"Lui è Damiano?" Mi chiese Teresa.
Annuii.
"Madonna che brutto!" Esclamò Mirko ridendo, mentre Lidia continuava a tenere gli occhi fissi sulla tv.
"Io lo adoro!" mi disse, riferendosi a mio fratello. Da quando era stato qui a Madrid per farmi visita, la mia amica non nascondeva il fatto di essersi presa una bella cotta per Ethan e anche lui spesso e volentieri mi parlava di Lidia.
Il telefono di Teresa squillò, sicuramente era per lavoro, visto che eravamo già impiegate nella redazione di Rolling Stone Spagna, forse una delle più famose riviste musicali al mondo.
Teresa si mise a parlare per qualche minuto, poi , una volta finito, venne a riferirci:"i Måneskin verranno qui domani, dovremmo preparare uno shooting fotografico e un'intervista"
Sospirai. "Devo devo proprio farlo?" Chiesi, ignorando lo sguardo a dir poco indignato di Mirko.
Teresa si chiuse nelle spalle, mentre Lidia era al settimo cielo. Certo, anche io ero molto felice di intervistare mio fratello, ma avrei dovuto vedere Damiano e Victoria e non ero affatto pronta.
"Arriveranno qui stasera, Jane"
Passai il resto del pomeriggio a preparare delle domande decenti per l'intervista del giorno dopo, cercando di non apparire troppo di parte, quindi rispettando una certa oggettività. Il disco dei Måneskin, che mi era arrivato dall'Italia non appena uscì, non lo avevo mai ascoltato.
Era rimasto avvolto nel cellofan, in un angolino nella mia stanza. Non avevo mai avuto il coraggio e mi dispiacque tantissimo per mio fratello, gli avevo promesso che lo avrei fatto prima o poi, ma quel momento non era mai arrivato.
"Credo che dovresti ascoltare il cd" mi disse Mirko, sedendosi accanto a me e mi porse il disco.
"Dove lo hai preso?" Gli domandai freddamente.
"Nella tua stanza"
"Chi ti ha detto che potevi prenderlo, eh?"
"Ehi ehi, stai calma. So che è difficile,okay? Ma non prendertela così tanto"
Annuii, "hai ragione, scusa"
Mirko sorrise, gli avevo raccontato tutto ciò che mi era successo appena ci eravamo conosciuti ed ebbe sempre una gran pazienza e una grande cura nello starmi accanto, nonostante le cose spesso non andassero tanto bene.
"Lo ascolterò" gli dissi decisa
"È la cosa più giusta" mi sorrise, facendomi l'occhiolino.
...
"Sorpresa!" Una voce molto familiare mi fece sobbalzare. Ero sdraiata sul letto, con gli occhi chiusi, cercando di prendere sonno. Anche se non avevo dormito per tutta la notte. Ero fin troppo nervosa per ciò che sarebbe accaduto l'indomani mattina.
"Ethan!" Esclamai. Lo toccai, per accertarmi che fosse davvero lui e che non fosse soltanto un sogno.
Lui sorrise e mi abbracciò. Mi mancavano tantissimo i suoi abbracci.
"Volevo venirti a salutare, prima dell'intervista" disse.
"Aspetta, andiamo di là" gli dissi, alzandomi dal letto e dirigendomi verso il salotto. In casa c'era solo Mirko. Lidia e Teresa probabilmente erano già in redazione per prepararsi allo shooting, facevano sempre così.
A quanto pare, Mirko si era già presentato ai ragazzi, visto che stava conversando con a loro, appena arrivai in soggiorno. Lui era tanto socievole e spigliato, faceva amicizia subito e metteva subito tutte le persone a proprio agio, aveva sicuramente un grande dono.
"Ciao Jane"
Quella voce.
Mi voltai nella direzione in cui la sentii e vidi Damiano. Era seduto sul mio divano, lo stronzo. Aveva una camicia, la stessa camicia che indossò la sera in cui andammo a vedere le stelle, quella maledetta sera in cui capii di essere rimasta completamente fottuta.
Quanto era bello! Si vedeva che rispetto a Mirko era solo un ragazzino, ma lo guardai inebetita, mentre potei sentire il mio cuore fare letteralmente le capriole dentro il petto, per certi istanti che sembravano eterni.
"Ciao Damiano" gli sorrisi leggermente, nascondendo la commozione nel vederlo. Avevo deciso che lui non avrebbe più meritato nemmeno una lacrima delle mie, eppure in quel momento, avrei voluto tanto piangere. Ma poi, per cosa esattamente?
Se ne stava tranquillo, poggiato allo schienale con una sigaretta accesa in mano. Erano le sigarette di Mirko, le riconobbi subito.
Seduta accanto a lui, c'era Vic.
Victoria non era mai stata una ragazza dalle grandi dimostrazioni d'affetto. Era difficile che ti abbracciasse, ti dicesse che ti voleva bene. Lei era diversa, non saprei come altro descriverla: aveva un modo tutto suo di esternare i propri sentimenti.
Si alzò dal divano, si notava la tensione e l'imbarazzo in quella stanza e venne verso di me, dandomi un inaspettato abbraccio che non riuscii a non ricambiare.
"Ho letto quella lettera e te volevo scrive, ma non c'ho avuto il coraggio. Aspettavo solo di vederti e dirti che mi mancata, amica mia" mi disse.
Notai quanto il suo tono di voce fosse cambiato in un solo anno e quanto fosse emozionata nel dire quelle cose.
"Anche tu" le dissi stringendola e lo pensavo davvero.
Dopodiché, fu Thomas ad abbracciarmi. Avevamo tante di quelle cose da raccontarci io e lui... ad esempio, perché indossasse una tshirt nera con scritto "er cobra approva"
"Perché er cobra non è un serpente" disse ridendo.
"Ah" feci io, facendo la finta imbarazzata.
"Sto soprannome me lo ha dato Enrico, un ragazzo che ha fatto xfactor con noi"
"Non hai guardato nemmeno una puntata?" Chiese Damiano, con un tono che decifrerei quasi come dispiaciuto.
"Sono stata molto impegnata con il lavoro" mi giustificai, anche se non era una scusa abbastanza valida per non ascoltare il proprio fratello che suona in un programma così importante. Ma cosa avrei dovuto dirgli?insistere ancora su ciò che era successo? Dirgli:"sei stato talmente tanto pezzo di merda che non sono riuscita più nemmeno a guardarti in faccia?" Oppure la verità:"se avessi continuato a vederti e a sentire la tua maledetta voce, non ti avrei mai dimenticato", a patto che lo avessi dimenticato davvero. Cosa alquanto discutibile, vista la reazione che avevo appena avuto nel vederlo.
Nella stanza calò un improvviso e imbarazzante silenzio. Fu un volersi dire tutto, ma non dirsi nulla.
"Vado..vado a preparare il caffè" avvisai, scomparendo dietro la porta della cucina.
Poco dopo, sentii un tocco alle spalle, che mi fece sobbalzare e mi costrinse a voltarmi, trovandomi faccia a faccia con Damiano.
"Damiano, mi hai spaventata" sorrisi nervosamente.
Avevo imparato a gestire e a controllare le mie emozioni fin troppo bene e mi stupii parecchio per questo.
"Come ti trovi qui?" Mi chiese.
"Me lo chiedi perché ti interessa davvero o giusto per conversare?" Gli domandai spudoratamente.
"Un po' per tutte e due le cose" disse sorridendo.
"Allora mi trovo bene" risposi.
Damiano si avvicinò ancora di più a me, che indietreggiai, andando a sbattere con le spalle ad una delle pareti.
Allungò la mano verso il mio viso, facendomi una carezza.
Provai una sensazione simile ad una scossa elettrica che mi attraversò tutto il corpo. Mi beai del suo tocco, socchiudendo gli occhi.
"Se sente la tua mancanza a Roma" sospirò.
"Beh, scommetto che hai tanti di quegli impegni in giro per l'Italia, che a Roma non ci starai mai"
"Infatti sono venuto fino a qui solo per vederti" ammise.
Alzai gli occhi al cielo, quella confessione aveva fatto riemergere tanti ricordi e provai paura, paura di caderci di nuovo.
Damiano non mi amava, dovevo smetterla di cedere alle sue provocazioni.
"Io invece sono venuta fino a qui per non vederti, e con tanto tanto impegno, ci sono riuscita, Damiano. Mi sono rifatta una vita a poco a poco e tu, tu non hai nessun diritto di venire qui e stravolgermela di nuovo!" Urlai, non curandomi del fatto che Mirko e gli altri avrebbero potuto sentirci.
"Non stavo a dì questo" rispose lui, mantenendo un tono di voce tranquillo, che mi diede ancora di più sui nervi.
"Tutto bene?" Disse Mirko, entrando in cucina e dandomi un bacio sulla guancia. Poi sorrise a Damiano e vidi che lo il suo sguardo si spense improvvisamente e si incupì.
"Si, tutto benissimo" risposi, tranquillizzandolo.
"Il caffè si sta bruciando, tra un po' non è buono più" disse, spegnendo il fornello. "Lo porto io" mi avvisò, versandolo nelle tazzine e portandolo in soggiorno agli ospiti in soggiorno, mentre Damiano lo seguiva con uno sguardo divertito e un sorrisetto sornione, restando poggiato al bancone della cucina.
"Sei passata dar re al servetto" disse.

Give me Love-Damiano David//ManeskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora