"Cara Vic, forse ti sembrerà strano ricevere questa lettera. Ho riflettuto molto prima di scriverti e sappi che anche adesso sto combattendo contro il mio orgoglio.
Innanzitutto, posso assicurarti che non smetteró mai di volerti bene e di sperare che tu sia felice. Posso assicurarti che ti auguro il meglio. Posso assicurarti che ti penseró spesso e che ripenseró ai momenti felici insieme. Ma non voglio piú essere lì per te, soffrirei troppo anche solo nel vederti, nel guardarti in faccia e sapere che le stesse labbra che fino a pochi mesi fa mi chiamavano "amica", mi davano consigli, si sono unite a quelle di Damiano, anche solo per una notte. Non voglio fare piú per te ció che mai da te avró. Sono del parere che nulla sia dovuto. I rapporti non vanno avanti a prescindere. Se non te ne prendi cura, marciscono. Ti ho perdonata, ma per quanto mi sforzi, per quanto combatta contro me stessa, non posso dimenticare. Non giudicarmi egoista se vado via, magari un giorno capirai, col tempo capirai. Vivi la tua vita, come hai sempre fatto. Coltiva il tuo sogno, le tue passioni, abbi cura di te. Magari tra qualche anno ci rincontreremo, ci guarderemo negli occhi e ricorderemo i bei giorni andati con nostalgia, ma per il momento, provo solo tanto dolore, quindi scusa, ma non ho il coraggio, nè la forza di affrontarti. Mi dispiace per ciò che ti è successo, ma ho bisogno di un po' di tempo per capire. Addio, Vic."
Inserii la lettera che avevo scritto per Victoria in una busta e la diedi ad Ethan, porgendogliela come se fosse un oggetto prezioso. Mio fratello strinse quella busta dorata fra le mani, osservandola interrogativo.
"Questa devi darla a Vic" gli raccomandai.
Lui si limitò ad annuire, come se già avesse capito tutto. "Allora, sei pronta per questo viaggio? A che ora hai l'aereo?" Mi domandò dopo.
Era passato un mese dal mio ritorno a casa e per fortuna, mi ripresi in fretta dalle conseguenze dell'incidente. Consultai il mio medico, chiedendogli se avessi potuto partire e anche se all'inizio era un po' titubante, alla fine ricevetti la sua approvazione ed ero finalmente pronta ad andarmene e a lasciare quella casa, quella città, quella gente. Gli amici che prima avevo e che pian piano erano scomparsi tutti,eccetto Thomas. Mio fratello e i miei genitori, che si, mi sarebbero mancati. Ma non era quello il momento per essere melodrammatici. Dopotutto, me ne andavo per ricominciare una nuova vita lontano da lì.
"Verso le tre del pomeriggio" risposi.
"Vuoi che ti accompagni?" Mi domandò. "Sai che tra un po' prenderò la patente, anche se guido già molto bene" mi disse.
"Almeno lasciami ricambiare il favore, per tutte quelle volte che mi hai accompagnato di qua e di lá, altrimenti chissà quando mi ricapita!" Esclamò, pronunciando l'ultima frase con la voce rotta. Sapevo già che avrebbe sentito la mia mancanza.
Io ed Ethan non eravamo mai stati tanto distanti. Gli avrei chiesto se avesse voluto partire con me, eppure non mi andava di sradicarlo così. Lui aveva un milione di ragioni per rimanere: gli amici, la carriera come musicista, la scuola... io ne avevo altrettante per andare via.
"Va bene" gli dissi, annuendo. Sul suo viso apparve un sorriso amaro:"inizio a mettere i bagagli nel cofano"
"No, lascia, faccio io" mi offrii, ma lui insistette così tanto che alla fine lo lasciai fare. Avevo perso molto peso dopo l'incidente e i tre mesi trascorsi in ospedale e, a suo dire, sembravo davvero tanto debole, fragile come un cristallo.
In auto, mentre ci dirigevamo verso l'aeroporto, provai a immaginare quanto fosse stato stupido aspettare che il tempo mettesse le cose al posto giusto. Il tempo passa, ma non rimette a posto niente, se non lo fai tu e il mio modo per sistemare le cose era proprio allontanarmi.
Ad un certo punto bisogna saper andar via. Io sono il tipo che vuol sempre restare fino all'ultimo, finché non mi dicono che é finito tutto. Invece, avrei dovuto imparare a sparire, a un certo punto, perché tanto alle persone piace sentire la mancanza di qualcuno, più della sua presenza.
La città scorreva sotto i miei occhi, attraverso il finestrino dell'automobile. Forse l'avrei vista per l'ultima volta.
"Mi mancherai tanto" dissi a mio fratello, abbracciandolo mentre mi dirigevo verso l'area adibita al check-in dell'aeroporto di Fiumicino.
"Anche tu" mi disse, ricambiando quell'abbraccio, aveva le mani gelide e potevo quasi sentirlo singhiozzare.
Avrei voluto che i miei genitori fossero lì, ma purtroppo stavano lavorando, avrei voluto abbracciare anche loro. Gli avevo detto espressamente che non sarei più tornata a Roma, che avrebbero potuto farmi visita loro ed Ethan durante le ferie natalizie ed estive, mentre ci saremmo visti in collegamento Skype ogni giorno.
Salii sull'aereo, prendendo posto e pensai per un attimo a quanto fosse stato bello, se Damiano fosse venuto a fermarmi, a dirmi di non partire, proprio come nei film. Maledetti film mentali!
Mi sforzai di cancellare quel pensiero banale dalla mia mente: la realtà non è un film e Damiano non lo avrei più rivisto. E avrei provato a convincermi, a non illudermi, a dirmi che era meglio così.
L'aereo decollò e dopo pochi istanti, potei osservare il paesaggio della capitale farsi sempre più piccolo sotto i miei occhi, fino a non distinguerlo più.
"Addio, Roma" pensai.Nota autrice
Sono contenta che la storia vi stia piacendo e che stia salendo in classifica, significa che, nel bene e nel male, sta trovando una propria direzione e io sono felicissima per questo, non potete capire quanto! Spero che continuiate a leggerla, mi sto affezionando tantissimo ai Måneskin e a questa fanfiction.
In certi aspetti caratteriali dei personaggi, mi ci ritrovo anche io e mi hanno scritto molte persone, dicendomi che anche per loro è lo stesso e dandomi il giusto sostegno per continuare a scrivere e ci tenevo a ringraziare di cuore tutte le persone che stanno leggendo.
Per festeggiare le 6.000 letture, ho pensato di fare un doppio aggiornamento! Grazie ancora e al prossimo capitolo❤
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Give me Love-Damiano David//Maneskin
FanfictionTERZA STORIA DEI MÅNESKIN PIÙ LETTA IN ITALIA, GRAZIE ❤ Jane e Damiano non potrebbero essere più diversi di così. Lui è un ragazzo narcisista, dall'ego smisurato, a tratti anche odioso. Jane è l'esatto contrario, è la sorella di Ethan, il migliore a...