Revelation.

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Inviai un messaggio a Damiano:
"Ho parlato con Ethan, è andata male"
Damiano mi rispose dopo qualche minuto con una nota vocale:
"Stai tranquilla, domani ce parlo io, dai. Vai a dormì."
C'è differenza tra chi ti dice di stare tranquilla e chi ti fa effettivamente sentire così. Damiano con quell'audio mi aveva davvero tranquillizzata.
Ascoltai quella registrazione per un paio di volte, concentrandomi su ogni piccola sfumatura della sua voce e chiedendomi per quale motivo non l'avessi notata e amata prima, perché non ne potevo più fare a meno. 
Ero proprio sotto un treno, per così dire.
Mi svegliai la mattina seguente verso le dieci, la mia casa era vuota, Ethan doveva essere a scuola e i miei genitori a lavoro. Aprii il libro di letteratura italiana e studiai in vista dell'esame universitario. Poco dopo, sentii bussare alla porta. Andai ad aprire e con mia grande sorpresa vidi che si trattava di Damiano.
"Non sei andato a scuola?" Gli chiesi.
"Avevo voglia di stare un po' con te" mi disse, dandomi un bacio.
"Ma guardaci, io che sto a marinà a scuola, io e te insieme... sognavo un bacio così da tre anni" sorrise. Sembrava quasi tenero in quelle vesti.
"Che significa?" Gli chiesi, ricambiando il suo sorriso, solo un po' più imbarazzata.
"Ti ricordi il giorno del tuo compleanno?"
"Si..."
"Quel giorno io e te ci siamo baciati" mi confessò. "Tu eri ubriaca e non ricordi nulla. Ma mi hai dato quel bacio e... e io non sono riuscito più a dimenticarlo, Jane."
"Non è possibile" dissi, scuotendo la testa e mordendomi il labbro.
"Perché?" Mi domandò Damiano aggrottando le sopracciglia e facendo il finto offeso.
"Quel bacio non l'ho mai dimenticato nemmeno io. Non ricordavo chi avessi baciato, perché ero piuttosto ubriaca, ma ricordo quella sensazione..."  gli rivelai.
"Credimi che ho provato a dimenticarti con mille altre ragazze diverse, a cercare di scappare lontano da te, a farti male, perché tu sei la sorella del mio migliore amico e noi due eravamo tremendamente sbagliati. Ma fanculo tutto, non ci sò riuscito" mormorò.
Mi avvicinai a Damiano che continuava a guardarmi con gli occhi carichi di desiderio e lo baciai. Fu un bacio lungo e appassionato. Lui mi prese in braccio e mi portò in camera mia, conosceva ormai bene la strada. Mi adagiò sul letto e iniziò a togliermi la maglietta, mentre mi lasciava dei baci umidi sulla clavicola, poi si tolse la maglietta e i pantaloni. Rimanemmo solo con l'intimo, mentre continuavamo a baciarci. Potei sentire la sua erezione attraverso la stoffa dei suoi boxer e mi eccitai ancora di più, sapendo che gli provocavo quell'effetto.
Quando iniziò a baciarmi su seno, gemetti e questo lo invogliò ad arrivare ai capezzoli. Uno strano calore si propagò in tutto il mio corpo e quasi istintivamente, tirai giù l'elastico dei suoi boxer.
"Sei sicura?" Mi chiese. Annuii soltanto, soffocando un gemito.
"Jane, voglio solo sentirti dire che sei sicura, che hai voglia di fare l'amore con me" mi disse serio.
"Sono...sono sicura" gemetti.
Damiano restò serio e ansimando, si tolse anche i boxer lasciandoli per terra, poi mi tolse gli slip che gettò da qualche parte della stanza.
Continuando a baciarmi, raccolse da terra i suoi pantaloni, dove nella tasca inferiore aveva un profilattico.
Si allontanò da me solo per un secondo, giusto il tempo di infilarsi quel preservativo, poi mi guardò negli occhi ed entrò dentro di me.
"Dam, per favore...fai fai piano, è la prima volta per me" lo supplicai.
A sentire quelle parole, un sorriso dolce si illuminò sul suo viso, era la prima volta che lo vedevo sorridere in quel modo.
"Pensa solo a stare bene, d'accordo?" Mi chiese.
Annuii.
Entrò dentro di me e d'istinto chiusi gli occhi.
"No, guardami, Jane" disse con la voce roca, mentre mi sollevò il mento con due dita.
Obbedii, aveva uno sguardo intenso e insieme dolce.
Il dolore iniziale, fu sostituito da una sensazione  di piacere.
Mi sfuggì un gemito e gli cinsi la vita con le gambe, perché andasse leggermente più a fondo.
"Non puoi capì quanto ti desideravo" mugolò, mentre affondai le unghie nella sua esile schiena, urlando per il godimento.
Damiano si aggrappava a me, come se potessi sfuggirgli e il mio seno toccò il suo petto.
"Oh, Jane, sto per venì" fece poi, le spinte diventarono più ritmiche e profonde, fin quando non raggiunsi l'apice del piacere. Non avevo mai provato una sensazione simile e compresi che ciò che dicevano i libri e si vedeva nei film era tutto vero.
Emettei un lungo gemito mentre venivo:
"Dam" sospirai, mentre lui affondava l'ultima volta dentro di me.
Ancora sudato, Damiano si accasciò sul mio petto, senza uscire da me.
"Sei stata bravissima" mi sussurrò a fior di labbra, dandomi un bacio sulla tempia.
Rimanemmo abbracciati nel mio letto ancora per qualche minuto, poi ci rivestimmo e notai che il mio piumone era sporco di sangue.
"Credo che questo lo laverò dopo" gli dissi.
"Senti ancora dolore?" Mi chiese Damiano.
"No, per nulla" gli risposi.
Guardai il mio riflesso nello specchio: non era cambiato nulla, ero rimasta sempre io: con i miei capelli castano chiaro, i miei occhi verdi, le mie lentiggini, ma mi sentivo più mia. Sembrava un paradosso, perché ero anche di Damiano, ma più ero di Damiano, più mi sentivo mia.
"Come faremo con Ethan?" Gli domandai.
"Non diciamoglielo"
"Cosa?"
"Jane, noi non...non semo fidanzati ancora, è troppo presto per dirglielo"
"E cosa ti serve per essere fidanzati? Un invito ufficiale?" Mi accigliai.
"No, ma capiscime n'pò. Abbiamo 18 e 19 anni, c'abbiamo na cifra de tempo davanti, che ce 'mporta del fidanzamento? Io sto bene così"
Scossi la testa.
"Tu stai male, Damià. E mio fratello aveva ragione. Non si ci può fidare di te."
Damiano spalancò gli occhi. Erano così profondi che ogni volta sembrava ti leggessero dentro l'anima, che la rendessero nuda.
"Io ho bisogno che tu mi dia amore e per dare amore non servono le etichette" mi disse
"Non posso darti amore, se prima mi riempi di belle parole, mi fai capire che mi ami e poi ti tiri indietro. Questo non è amore, questa è una cazzo di relazione malata, lo capisci?"
Mi frenai dall'impulso di lanciare qualche bestemmia.
A dire il vero, mi importava che lui non mi considerasse solo la sua scopamica preferita, che non mi trattasse come un oggetto solo per accontentare le sue voglie. E si, volevo essere qualcosa di più, qualcosa di migliore per lui. Una su un milione e non una delle tante sue amichette.
"Jane" sospirò "ti sei innamorata di me?"
"No" risposi secca, seguendo la mia testa.
"NUN DÌ CAZZATE" urlò, "Se non provi niente per me,perché me sembri distrutta? Perché poco fa mi hai chiesto di fà l'amore con te? Perché ti trema la voce mentre mi parli?"
"Perchè... perché nonostante tutto io ci tengo a te" dissi, abbandonandomi ad un pianto liberatorio e mi vergognai di apparire così vulnerabile e fragile davanti a lui.
Lo sguardo di Damiano cambiò, passando dal serio al preoccupato.
"Vai via,per favore" gli dissi. Potei sentire la testa che mi scoppiava, mentre nella mia mente continuavano a scorrere le immagini dei nostri corpi avvinghiati
"Damiano, hai sentito che ho detto? Vattene!"

Nota autrice:
Da qui in poi, la storia conterrà qualche scena "forte". Spero che vi piaccia comunque anche questo risvolto del mio racconto. Grazie ancora per le letture e le visualizzazioni, sono felice che la storia vi stia piacendo!
Al prossimo aggiornamento!

Give me Love-Damiano David//ManeskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora