E se non ci fossero freni inibitori fra te ed i tuoi desideri più repressi?
La notte di Halloween è sempre stata un evento storico all'Anathema, la discoteca più in voga di Seoul. Non era mai un posto raccomandabile, ma in quella occasione raggiunge...
Taehyung lo aveva rassicurato decine e decine di volte. Non c'era davvero niente per cui essere anche solo vagamente preoccupati, ma l'altro non poteva farne a meno.
Aveva sempre sentito parlare degli amici del cugino, di quello che facevano insieme, delle cose che gli capitavano. Addirittura sua zia aveva da sempre raccontato aneddoti su quello squinternato gruppo di ragazzi, e dovevano essere davvero dei tipi a posto per essersi guadagnati a quel modo l'affetto della donna.
Forse era proprio quella loro apparente perfezione a metterlo in soggezione. Quel loro essere descritti tutti e cinque belli, bravi e buoni.
E quella mattina stessa Hoseok li avrebbe incontrati per la prima volta.
Inutile ed impossibile nasconderlo, il ragazzo ci teneva a dare una buona prima impressione.
Era per quello che stava passando più tempo del solito davanti allo specchio del corridoio di casa Kim, l'area più trafficata di tutta la casa. Taehyung, Eonjin, Jeonggyu e la signora Kim, sua zia, si stavano ancora preparando per uscire, mentre Hoseok era già pronto da qualche minuto.
Hoseok si aggiustava i capelli in modo che gli scoprissero una parte della fronte, li arruffava, valutava se fosse il caso di indossare un berretto per celare quella tinta aranciata-rossastra. Poteva ritenersi fortunato per non aver dovuto passare molto tempo a scegliere i vestiti dato che si sarebbe tenuto addosso il cappotto. L'unico capo vestiario visibile sarebbero stati i pantaloni, ma almeno su quelli Hoseok non aveva grandi incertezze.
E poi niente, la sua faccia era sempre la stessa. Da cavallo, la descrisse lui ad alta voce, guardandone la forma allungata con un sospiro.
"Per me hai un profilo molto elegante." disse invece Taehyung, passando dietro di lui con le scarpe già ai piedi.
Hoseok girò automaticamente il viso di lato, come per controllare.
Divertito da quella sua espressione incerta, il biondo si calcò per bene la giacca a vento sulle spalle prima di andare ad abbracciare il cugino da dietro. Le sue mani si allacciarono contro quello stomaco piatto con una familiarità dettata dal tempo, il mento che andava a puntellare una spalla; Hoseok era un po' più alto di lui, per cui Taehyung era costretto ad allungare il collo per poterci arrivare.