(57) November 7th, 2015 - Saturday
Il rimbalzare della palla si sentiva appena sotto tutto quel vociare.
Solo metà del pubblico era davvero interessano alla disputa che si stava svolgendo in campo, mentre l'altra metà stava solo cercando di ammazzare il tempo.
Tra questi c'erano anche Namjoon e Jimin. Seppur si fossero tirati indietro dal partecipare al torneo, il loro professore di ginnastica aveva lasciato intendere molto chiaramente che chi non giocava avrebbe fatto meglio a farsi trovare sugli spalti.
Con tutta quella gente in divisa sportiva seguire i movimenti di Jungkook era dura, anche se la sua rinomata bravura lo metteva in risalto. Doveva essere un'amichevole, ma la competitività con cui il castano scagliava il pallone faceva pensare il contrario.
Ogni volta che segnava un punto c'era sempre un'ovazione più alta di tutte le altre: seduto in panchina, Taehyung si divertiva fin troppo a sbracciarsi e far baccano. I suoi compagni di classe sembravano dividersi tra chi lo guardava male e chi lo ignorava. Migliore amico o no, stava sempre facendo il tifo per un avversario.
Colpito da una misteriosa forma di sordità, Jungkook faceva come niente fosse. Continuava a correre avanti e indietro per il campo, le punte della frangia bagnate di sudore, incitando gli altri a fare o non fare certe azioni, ma mai una volta che si lasciasse distrarre da Taehyung.
Dalla sua postazione momentanea, Jimin guardava i due dall'alto.
Si limitava a starsene seduto senza dire una parola, la testa sostenuta da una mano. Non aveva idea di quanto ne sapesse Namjoon sulla questione, ma ad un osservatore attento come lui l'interazione mancata dei due migliori amici non sarebbe sfuggita.
La sua domanda non arrivò inaspettata, infatti.
"Sai che cosa ha Jungkook?"
Jimin si strinse al petto la cartella che teneva sulle ginocchia per mancanza di spazio. In tutta sincerità non sapeva come rispondere. La questione non riguardava lui in primis, non era libero di sbottonarcisi con altre persone.
"Non saprei. Forse lui e Tae hanno avuto uno dei loro bisticci. Non avranno fatto in tempo a riappacificarsi prima dell'inizio della partita."
Namjoon fece un cenno con il capo, ma non commentò.
Jimin provò a lanciargli un'occhiata, giusto per controllare di non avergli acceso nessuna lampadina nel cervello, ma era difficile farlo in modo discreto; i due si erano ritrovati schiacciati insieme da quando un armadio d'uomo (l'esagitato padre di qualcuno) si era seduto sulla loro stessa fila. Se non fosse stato per le braccia in bella vista di Namjoon, i tatuaggi che fungevano da repellente anche per gli adulti, probabilmente a quest'ultimo sarebbe toccato di farsi prendere in braccio dal ragazzo dai capelli argento.
Gli occhi di Namjoon erano tutti presi dalla figura lontana di Jungkook, intento a raggirare i ragazzi della squadra nemica con un paio di finte. Jimin si fidava così tanto di quel profilo familiare. Non si dovette fare pressioni per parlare.
"Posso chiederti una cosa?"
L'improvvisa richiesta fece subito voltare Namjoon. La distanza che separava i loro visi si rivelò essere più corta di quanto lo spazio personale di ogni persona conceda.
"Certo." rispose, un attimo sorpreso.
"Secondo te ho sbagliato? Prima, quando ho mandato quella foto all'amico di Tae. In mensa."
Per un paio di secondi i labbroni di Namjoon penzolarono a vuoto. Il ragazzo dai capelli verdastri guardava Jimin come se stesse aspettando di sentirlo ridere, ma niente.
STAI LEGGENDO
ANATHEMA (BTS FanFiction - Yoonmin)
FanfictionE se non ci fossero freni inibitori fra te ed i tuoi desideri più repressi? La notte di Halloween è sempre stata un evento storico all'Anathema, la discoteca più in voga di Seoul. Non era mai un posto raccomandabile, ma in quella occasione raggiunge...