(18) November 2nd, 2015 - Monday
Hoseok si infilò gli auricolari nelle orecchie, sperando che la musica aiutasse a far passare il tempo più velocemente.
A parte un paio di studenti in ritardo che gli erano passati di fianco sfrecciando, la strada era deserta. Era solo più o meno da una decina di minuti, ma a stare fermo il freddo si faceva sentire.
Sua zia gli aveva promesso che avrebbe accompagnato i suoi cuginetti alle elementari il più velocemente possibile per poi tornarlo a prendere, ma anche se non avesse beccato semafori rossi ci sarebbe voluta come minimo una mezz'ora.
Non era sicuro di quel che avrebbero fatto una volta tornati a casa loro: probabilmente avrebbero aspettato che sua madre si alzasse per andare a fare colazione, la seconda della giornata per Hoseok, in un qualche centro commerciale dove avrebbero potuto fare anche compere.
Per quanto l'idea di gironzolare per i negozi in compagnia di due donne non allettasse molti giovani, a Hoseok non dispiaceva passare del tempo con madre e zia insieme. Non si vedeva mai con quest'ultima, se non per le festività, e pure con la prima si era visto di rado nelle ultime settimane. Tra gli scatoloni per un trasloco senza meta e le giornate di straordinari a lavoro, sua mamma era stata sempre via, sempre distratta.
Erano a Seul dal giorno prima, ma lei doveva ancora riprendersi da tutta quella fatica. L'avevano lasciata dormire indisturbata e lei si era svegliata autonomamente giusto per l'orario dei pasti, per poi tornare a letto.
La madre di Hoseok stava affrontando un altro dei suoi momenti difficili. Da tempo aveva iniziato a nascondere il suo malumore al figlio, ma lui sapeva che doveva essersi trattato del periodo peggiore di tutti dato che l'aveva spinta dopo tanti anni a scegliere definitivamente di trasferirsi.
Il doloroso divorzio dal padre di Hoseok era avvenuto quando quest'ultimo frequentava l'ultimo anno di elementari, ma la donna pareva ancora portarsi dietro spettri e insicurezze di quei tempi.
Ogni volta che Hoseok si diceva che era finito tutto, che era arrivata l'ora di guardare avanti e voltare pagina, sua madre ci ricascava di testa.
Solo Dio sapeva cosa non avrebbe dato pur di vederla serena. Era impossibile toglierle ogni peso dalle spalle e farsene carico, ma Hoseok avrebbe voluto almeno che lei lo lasciasse sollevarne una parte.
La schiena della donna era stata provata da troppe fatiche, prima o poi si sarebbe spezzata una volta per tutte. Hoseok era forse ancora troppo giovane per capire, troppo immaturo, ma la sua di schiena era ancora sana e robusta ed era pronto a sacrificarla per lei.
Cercava di chiederle il meno possibile, arrangiandosi come poteva con la paghetta mensile per ogni bisogno. Quando gli avanzavano dei soldi glieli restituiva a sua insaputa. Se lei per prima non lo avesse considerato indipendente e maturo, sarebbe stato impossibile convincerla a fidarsi e lasciare che il ragazzo restituisse il bene ricevuto.
Un brusco colpo di tosse colpì Hoseok, come per fargli presente che evitava anche di farle sapere quando non si sentiva in forma per paura che lei lo considerasse viziato e fragile. Lui tentò di camuffarlo con la sciarpa, approfittandone per stringersela al collo.
Non passò molto tempo prima che tossì violentemente per una seconda volta, la testa che gli iniziò a pulsare dalla foga. Si piegò in avanti con il capo e si coprì la bocca con la mano, la gola che gli doleva.
I suoi occhi gentili si tinsero di un bronzo metallico e lucente, il confine tra la pupilla e il suo esterno inesistente. La tosse continuò a scuoterlo per le spalle fino a quando, con un ultimo colpo dal retrogusto sanguigno, qualcosa colpì l'interno della mano che si teneva a coppa sul viso.
STAI LEGGENDO
ANATHEMA (BTS FanFiction - Yoonmin)
FanficE se non ci fossero freni inibitori fra te ed i tuoi desideri più repressi? La notte di Halloween è sempre stata un evento storico all'Anathema, la discoteca più in voga di Seoul. Non era mai un posto raccomandabile, ma in quella occasione raggiunge...