2!3! (pt.3)

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(65) November 8th, 2015 - Sunday

Jimin non bussò quando si ritrovò davanti la porta dell'ufficio di Daront.

Spinse la maniglia verso il basso ed entrò, dirigendosi subito all'unica finestra della stanza. Scostò le tende giallognole per guardare fuori; la fotografia era stata scattata proprio da lì.

Solo dopo Jimin si degnò di voltarsi verso i due uomini seduti alla scrivania. Com'era prevedibile data la sua entrata in scena, il signor Daront e l'uomo che pochi giorni prima si era presentato come il fratello di quest'ultimo lo stavano fissando. Erano seduti a lati opposti della scrivania, fronteggiandosi. Non sembravano star facendo niente di particolare per intrattenersi. Forse gli bastava quella bottiglia di vodka aperta e un mazzo di carte.

A differenza sua, loro potevano ben vederlo in viso. Le luci della stanza erano quasi tutte spente; la risorsa di luce maggiore proveniva dalle schermate che ricoprivano la parete della scrivania. Jimin non perse tempo ad analizzare ogni singolo video che queste proiettavano, ma bastò un'occhiata per distinguere in quali si stava svolgendo la serata evento dell'Anathema e in quali ci fossero i suoi amici.

Dopo aver passato il fine settimana ad evitare il suo datore di lavoro, Jimin si sarebbe dovuto sentire un minimo minacciato, ma in quel momento non era così. Era lì per avere spiegazioni e non se ne sarebbe andato senza.

Se ci stava vedendo giusto, se davvero quei due avevano a che fare con quella storia assurda, allora non l'avrebbero passata liscia.

L'espressione tuonante di Jimin venne ricambiata con un sorriso entusiasta da parte del Daront che non conosceva.

"Oh, finalmente sei qui. Pensavo che saresti rimasto a chiacchierare con i tuoi amici per tutta la notte."

Era una presa in giro? Quel tono genuinamente allegro era un cazzotto ai nervi. Il ragazzo non ebbe paura di guardarlo dritto negli occhi limpidi.

"Lloyd Daront?" chiese.

"In persona."

Tutto contento, con il suo giubbotto ed il cappello dai colori della bandiera giamaicana, quest'ultimo rimase seduto, limitandosi ad allungare una mano verso Jimin. "Molto piacere. Sono il fratello di Patrick."

Un cenno del capo di Lloyd fu sufficiente per spostare l'attenzione sull'uomo alle proprie spalle. Daront, Patrick Daront, si ritrovò a ricambiare lo sguardo più bruciante che Jimin gli avesse mai rivolto con uno annoiato. Al sicuro dall'altra parte della scrivania, giocherellava con il portacenere sporco.

La mano di Lloyd venne ignorata.

Jimin ci vedeva rosso. Non gliene poteva fregare di meno delle buone maniere, del rispetto che doveva portare agli adulti. Tutto l'astio che aveva in corpo si riflesse nella sua voce; nemmeno quando aveva litigato con Yoongi gli era uscita così dura.

"Voglio delle spiegazioni."

Deluso, Lloyd ritirò la mano. Il ragazzo gli stava troppo in simpatia per compatirlo.

"Calmati, biscottino. Non c'è niente di cui ti devi preoccupare."

Col cavolo che Jimin si calmava.

"Che roba c'era in quella mela? Non sto scherzando, se mi avete drogato vi denuncio alla polizia." Gli occhi scuri di Jimin tornarono a balzare su Patrick, un dito accusatore e la voce instabile tanta la rabbia. "Questa è la volta buona che ti faccio chiudere l'Anathema, Daront, lo giuro."

Era da quando era iniziata quella storia che Patrick si era detto che, quando sarebbe arrivato il momento, avrebbe lasciato tutte le spiegazioni al fratello, ma non ce la fece; la bocca gli si aprì da sola, bisognosa di difendere lui ed il suo regno. Tramutare i sensi di colpa in rabbia era incredibilmente facile.

ANATHEMA (BTS FanFiction - Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora