LIE (pt.2)

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(2) October 31st, 2015 - Saturday

La fibbia della cintura era fredda contro la pelle nuda e accaldata dello stomaco di Jimin. Il ragazzo se l'allacciò stretta in vita con un brivido, sollevando meglio il bordo dei pantaloni per evitare il contatto diretto con il metallo.

Nonostante gli stesse dando la schiena poteva percepire gli occhi di Shou su di sé. Il ragazzo con cui era uscito quella sera se ne stava ancora spaparanzato su quel divanetto dal colore sanguigno, la scena del crimine di una scopata neanche tanto memorabile.

Jimin si guardò attorno per la centesima volta, alla ricerca della sua maglia. Controllò sotto una credenza, dietro al divano e si pentì di aver passato in rassegna un paio di cuscini quando questi sollevarono un nuvolone di polvere.

Si portò le mani sui fianchi esposti, iniziando a sentire l'aria gelata di quell'ultima notte di ottobre pizzicargli le braccia.

Certo che il suo amico avrebbe potuto alzare il culo ed aiutarlo al posto di starsene lì a fissarlo senza muovere un dito. A quanto pare non si sentiva più in dovere di far niente per lui dal momento che aveva già avuto quel che voleva.

Jimin imprecò tra i denti.

Maledetto Shou e quella sua dannata fissazione per Halloween.

Okay, anche Jimin trovava quella tradizione americana divertente, ma gli era sembrato un tantino sopra le righe darsi appuntamento in un albergo momentaneamente chiuso. Certo, l'atmosfera cupa rendeva quella suite molto intrigante e le luci fioche delle candele facevano scintillare nel buio tutto ciò che c'era di metallizzato, tende di velluto comprese, ma niente, niente compensava il fatto che ovviamente non era dotata di riscaldamento. Di notte. Ad ottobre. Anzi, novembre, ormai.

Quell'idiota pensava forse che ci avrebbero pensato quelle due candeline a tenerli al caldo? Che avrebbero evitato l'ipotermia standosene stretti stretti l'uno all'altro senza uno straccio addosso?

Tutto molto accattivante quando si trattava di sfondare una porta di servizio (che poi era già stata tolta dai cardini dalle numerose coppie che li avevano preceduti), divertente darsi da fare prima sul tappeto più ruvido e sporco dell'ultimo decennio e poi su un divano dal vago stile barocco. Poi però erano arrivati i morsi della fame e del freddo, e la serata non era parsa più tanto elettrizzante.

Jimin fece l'ennesima ispezione visiva della suite, continuando a non vedere il resto dei suoi vestiti. Le dita stavano iniziando a dolergli da quanto soffriva il freddo.

Infilò le mani nelle tasche posteriori dei suoi attillatissimi jeans neri dopo aver scoperto che quelle anteriori erano fatte solo per bellezza, voltandosi verso l'altro ragazzo.

"Hai visto le mie cose?"

Shou si riscosse dal torpore che lo stava prendendo, sollevandosi a sedere. Doveva ancora rivestirsi, ma da quello che Jimin poteva vedere non sembrava avere la pelle d'oca come lui.

"Prova a vedere dalla porta." bofonchiò, sfregandosi un occhio con il dorso della mano. "Credo di aver scalciato qualcosa verso quella direzione."

Seppur sconcertato, Jimin fece come gli era stato detto e trovò quel che stava cercando. Si infilò la maglia dentro i pantaloni, sollevato dal fatto che Shou non l'avesse rovinata quando gliela aveva tolta; era un modello molto particolare, una scura seconda pelle con uno scollo da paura sulla schiena facilissimo da strappare.

Una volta vestito, Jimin si allacciò stretti gli anfibi ai piedi e si pettinò alla bell'è meglio i capelli con le mani, tinti da poco di un grigio perlato.

Le candele rimaste accese gettavano ombre scure sul suo profilo elegante, marcando la linea tagliente della mandibola e il volume prosperoso del suo labbro inferiore. Rendevano un punto luce i suoi occhi color pece, già sottolineati da un velo di ombretto ramato sulle palpebre. Il suo corpo snello appariva statuario.

ANATHEMA (BTS FanFiction - Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora