REFLECTION (pt.2)

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(23) November 3rd, 2015 - Tuesday

Quando il suo cellulare vibrò contro la superficie del comodino, Jungkook era già sveglio.

La sera prima doveva essersi dimenticato di chiudere gli scuri, perché non appena aveva aperto gli occhi si era ritrovato inondato di luce.

Jungkook maledì la sua distrazione. Se non fosse stato per quella dimenticanza, forse quella notte sarebbe stata la volta buona in cui sarebbe riuscito a dormire fino al suono della sveglia. Era da un paio di settimane che puntualmente la batteva sul tempo, senza apparente ragione.

Rimanendo sdraiato a letto, Jungkook allungò un braccio e si portò il cellulare di fronte al viso.

La sua casella della posta elettronica segnalava l'arrivo di una e-mail. Si rizzò a sedere, le coperte improvvisamente troppo ingombranti. Osservò la notifica con gli occhi scuri ben aperti, i capelli scarmigliati.

Poi incrociò le dita e cliccò l'icona.

(24) November 3rd, 2015 - Tuesday

Se i corridoi dell'ala ovest della scuola avessero potuto parlare avrebbero tessuto lodi infinite a Min Yoongi.

Dopo minuti, ore, giornate intere ad essere calpestati, ad essere riempiti da un chiacchiericcio perpetuo, da schiamazzi e pianti adolescenziali, ci pensava lui a ridare loro un po' di pace.

Yoongi aveva stretto un accordo con l'insegnante che dirigeva la piccola orchestra scolastica da quando aveva appurato che la banda non faceva per lui. Non che non gli andassero a genio i suoi compagni, semplicemente non era quello che cercava. Yoongi voleva suonare per stare bene, non se ne faceva niente di tutte quelle ore spese a provare e riprovare la stessa sinfonia.

L'insegnante aveva riconosciuto il suo disagio e, dopo aver saputo che il ragazzo non possedeva più un pianoforte a casa propria per via di un incidente domestico che lo aveva gravemente danneggiato, aveva dato il suo permesso affinché gli fosse riservata l'aula di musica una volta a settimana. A detta sua, Yoongi aveva troppo talento per lasciarlo arrugginire per via del mancato esercizio.

Così, ogni martedì pomeriggio, quando tutti gli studenti tornavano a casa loro o frequentavano i numerosi club della scuola, Yoongi prendeva possesso dell'ampia aula. Impilava le sedie disposte a semicerchio e puliva la lavagna con il cancellino, facendo il minimo per ricambiare il favore al professore. Poi abbassava le veneziane, offuscando la luce del sole. Si sedeva al pianoforte e lasciava le dita correre.

Con tutto quel silenzio tra le aule svuotate, la sua musica si sentiva per tutti i corridoi più vicini. Quando decideva di tenere la porta socchiusa per far girare un po' d'aria la si poteva sentire perfino negli spogliatoi al piano inferiore.

Infatti era proprio in questi spazi che, durante i mesi precedenti, Jimin aveva notato la regolarità dell'evento: ogni volta che finiva le ore di ginnastica con la sua classe si sentiva un pianoforte suonare. Gli era bastato salire le scale per scoprire chi ne era l'artefice.

Quindi, dietro la routine di Yoongi, iniziò a nascondersi anche quella di Jimin, che non si sarebbe mai accontentato di quel vago sottofondo. Lui, la musica, la voleva sentire davvero.

Yoongi prendeva possesso dell'ampia aula; Jimin faceva gli ultimi tiri a canestro. Yoongi impilava le sedie disposte a semicerchio e puliva la lavagna con il cancellino; Jimin si dirigeva verso le docce. Yoongi abbassava le veneziane; Jimin si vestiva. Yoongi si sedeva al pianoforte; Jimin saliva le scale. Yoongi lasciava le dita correre; Jimin non aspettava altro per sedersi a terra, la schiena appoggiata alla parete che affiancava l'entrata dell'aula di musica.

ANATHEMA (BTS FanFiction - Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora