Capitolo 1

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Strizzai gli occhi, senza neanche accorgermene, immersa nei miei pensieri, stavo bevendo uno shots dietro un altro con la voce della mia migliore amica che continuava a chiamare il mio nome senza che io le rispondessi.

-Manoban Lalisa!!!- urlò lei, facendo girare un gruppetto di ragazzi vicino a noi, era incredibile quanto forte avesse urlato, tanto da superare il suono altissimo di quella musica assordante.

-Scusami, Jichu, dimmi.- ridacchiai appena guardandola roteare gli occhi allo sguardo di quel gruppo di ragazzi.

-Guarda il gruppetto, dimmi, nessuno ti è familiare?- mi sussurrò all'orecchio senza guardare il gruppo, in modo che non si accorgessero che stava parlando di loro.
Aggrottai la fronte, mi passai una mano sul viso come se volessi "smaltire" i 4-5 shots di prima,(di solito reggevo molto bene l'alcool, infatti la sbornia non si era rivelata tanto pensante. Tipo...un 50-60%) e guardai i ragazzi. Nessuno di familiare, finché una delle uniche due ragazze del gruppo si girò.
Mi pietrificai.
Era lei, in una gonna nera aderente ed una camicia di pizzo con un corp top sotto, i capelli non erano cambiati, si erano solo allungati ed erano sempre di quel color cioccolato.
Sentii improvvisamente tutto l'alcol risalirmi in gola, probabilmente per il troppo stress, lei si accorse di me e si morse il labbro, senza degnarmi di uno sguardo che durasse per più di 1 secondo, e si girò.
Avevo lo stomaco sottosopra, non ressi, l'alcol che avevo ingerito era fin troppo pesante per lo scombussolamento intestinale che avevo avuto a causa dell'adrenalina, quindi corsi in bagno e rigettai tutto.
Appena mi alzai, mi ripulii la bocca e mi accorsi di quanto sudiciume ci fosse in quel bagno e, per evitare di rigurgitare nuovamente, uscii.
Appoggiai la schiena sulla porta e realizzai velocemente tutto quello che era successo in meno di un'ora. Mi scese una lacrima. Lei era qui, non ci potevo credere, mi stavo sentendo così male che mi veniva da urlare. Urlare perché ormai non era più di mia proprietà. Urlare perché fa male non poterla baciare, non poterle saltare addosso o farla ridere, borbottare le mie solite frasi ad effetto che la facevano ridere così tanto, semplicemente non poter stare più con lei.
Ero distrutta.
Non mi accorsi che quella sola lacrima scesa sul mio viso ne aveva dato vita ad altre 100, sospirai e sentii dei passi provenire nella mia direzione, quindi aprii gli occhi che avevo precedentemente chiuso per quella puzza di fumo che invadeva il bagno ed i suoi dintorni e probabilmente alcune lacrime erano dovute anche all'irritazione degli occhi.
Asciugai velocemente le lacrime e vidi Jisoo a pochi passi da me.

-Oh eccoti! Questa cazzo di discoteca è un fottuto labirinto. Che succede?-
Mi chiese, preoccupata.

-Secondo te?- dissi ovvia, roteando gli occhi.
Lei sospirò, credo si sentisse in colpa. Mi appoggiò una mano sulla spalla e mi guardò negli occhi.

-Non puoi continuare così, Lisa.- a quelle parole, pensai che fossi davvero fragile, insomma, Lalisa Manoban, conosciuta per le migliaia di ragazze che aveva avuto e che si era scopata, ora era una sfigata depressa per una ragazza che non era come le altre.
Guardai Jisoo, senza parlare per qualche secondo. Ma poi mi decisi ad aprire bocca.

-Non avresti dovuto farmela vedere, allora.- sbottai, una risposta abbastanza fredda, me ne penti subito e appena iniziò a parlare, la bloccai. -Scusa.-

Lei sorrise comprensiva, ma riprese comunque a parlare. -Volevo dirti che comunque te ne saresti accorta anche da sola.- sospirò. -Vuoi tornare a casa?-

Annuii. Con Jisoo non mi facevo problemi ad apparire fragile, era con gli altri che mantenevo una solida corazza.
Jisoo era come una sorella, la conoscevo da prima di Jennie ed era sempre stata presente.
In ogni caso, uscimmo dal locale, erano le 03:20 del mattino e mi sentivo veramente sporca, avevo bisogno al più presto di una doccia.

-Cazzo, ho scordato il cellulare dentro. Dio speriamo non se lo siano fregato. Torno subito, tu sali in macchina.- mi disse Jisoo, correndo dentro. Rimasi a bocca aperta.
-Cogliona.- mormorai e mi avvicinai alla macchina, quando sentii una mano fredda prendermi il polso.
-Ahh, chi cazzo sei?! Hai le mani gel...-
Dissi girandomi e mi bloccai.
Era lei.
Jennie.

STAY WITH ME. ||Jenlisa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora