Capitolo 11

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Non nego che quel bacio mi era piaciuto, mi aveva fatto venire i brividi, ma non di certo come i baci di Jennie.
I baci di Jennie mi rilassavano e mi iniettavano adrenalina allo stesso tempo, mi facevano venire le farfalle nello stomaco, come se mi stessi buttando da un palazzo di 100 metri.
Chaeyoung era andata via subito dopo il bacio, senza degnarmi di una parola o tanto meno di uno sguardo.

Mi sentivo sporca.

Ora, due erano le cose:
Far finta di niente con Jennie, non raccontargli nulla e tenermi la coscienza sporca tutta la vita, oppure dirgli tutto, beccarmi un ceffone e la possibilità di perderla.
Che cazzo avevo fatto.
In quel momento odiai Chaeyoung, certo era anche colpa mia che da brava figlia di buona donna mi ero limitata a prenderle il viso fra le mani e lasciarmi divorare le labbra, ma infondo, lei aveva iniziato.

Perché lo avevo fatto se non l'amavo?

Adrenalina? Disperazione? Perché? Eppure ora mi sentivo così in colpa.

In quel momento non so come, ma mi venne in mente la notte stupenda trascorsa con Jennie. I nostri respiri erano sincronizzati, i nostri corpi che si univano così perfettamente insieme, l'acqua che ci accarezzava la pelle, ogni bacio era desiderato con tutte noi stesse.
Una strana sensazione mi invase il basso ventre, al solo pensiero della mia Unnie priva di qualsiasi indumento, su di me, che mi guardava e gemeva a causa mia, mi avrebbe potuto causare un orgasmo immediato.
Mi sentii leggermente patetica.

Mi fu servito il pranzo, pane ed acqua.
Sempre meglio di niente.
Addentai il pane, era duro, gommoso, doveva essere di circa 567 anni fa.
Che schifo.
Bevetti l'acqua e anch'essa aveva un sapore amaro, ma che cazzo mi avevano dato da mangiare? Piscio e merda? Risputai l'acqua nel bicchiere, basta, oggi sarei rimasta a digiuno.

D'un tratto iniziai a preoccuparmi, se Jungkook fosse riuscito ad arrivare a Jennie? Mi stava salendo l'ansia, non solo avevo baciato un'altra ragazza tradendo Jennie, che aveva anche scopato con la mia migliore amica, ma non potevo nemmeno più proteggerla da Jungkook.
Che poi, Jisoo e Rosè si amavano oppure no? Era semplicemente stata "una botta e via"?

Presi le sbarre tra le mani, mi stavo incazzando, iniziai a muovere freneticamente le sbarre ma niente, ovviamente, non si aprirono.
Sbuffai.
Volevo fare qualcosa, qualsiasi cosa, stare in quella cella era noioso, era frustrante, soprattutto sapendo ciò che stava succedendo là fuori.
Decisi di chiamare Jisoo.
Chiesi il permesso alla guardia e mi portarono un telefono, nemmeno nella preistoria c'erano quei telefoni così.
Digitai il suo numero e al quinto squillo rispose.

-Qui Jisoo, chi parla?- quanto cazzo poteva essere idiota? Secondo te, se ho il tuo numero e ti chiamo, non so chi sei? Era inutile presentarsi. Ma poi...perché mi stavo incazzando su cose così stupide? Sospirai.

-Jisoo, sono Lisa.- a quelle parole sentii un urlo, aggrottai le sopracciglia e poi sentii Jisoo dire -Jennie aspet-..-
La voce della mia Unnie rimbombò nel telefono.
-LISA! Dio Liz...come...come stai?!- era così dolce. In quel momento mi sentii l'essere più schifoso sulla faccia della terra. Io, proprio io, che tanto avrei voluto proteggere Jennie da ogni male, ero stata la prima a procurarglielo. Mi faceva male lo stomaco.

-Unnie...sto bene, tu piuttosto?- sussurrai sorridendo appena.

-Io...sto bene...Jungkook non è affatto venuto, Jisoo sta pensando di trasferirsi in un nuovo stato dopo aver sporto denuncia a Jungkook, in modo che non ci possa trovare. Ovviamente, devi prima uscire da lì...Lisa...mi manchi...ho paura.- disse, ogni tanto la voce gli tremava.
Mi sentii a pezzi.

-Unnie, tranquilla, riuscirò ad uscire da qui.- dissi in tono rassicurante, almeno ci stavo provando. -e concordo con Jisoo.- aggiunsi.
Subito dopo, un poliziotto mi disse che il tempo della telefonata era finito, senza permettermi di salutare mi strattonò quella specie di telefono preistorico dalle mani e se ne andò.
-Brutto figlio di...mh.-mi trattenni, che andasse a fanculo.

Mi buttai sul letto e sommersa dai pensieri, presi sonno solo dopo svariate ore.

~~~~

Mi ero appena svegliata, anzi, mi avevano svegliato, era una guardia che mi diceva di preparare la mia roba e di sbrigarmi. Aggrottai le sopracciglia.

-Perché?- domandai.
-La sua cauzione è stata pagata.-
Sgranai gli occhi.

-Impossibile. Da chi?-
E poi si avvicinò alle sbarre, accanto alla guardia.
Rimasi a bocca aperta.

STAY WITH ME. ||Jenlisa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora