Capitolo 18

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Era passata si e no una settimana, io e Jennie andavamo tutti i giorni in ospedale a trovare il nostro bambino, e ciò ci faceva stare sempre più male.
Jennie aveva latte al seno e non poteva allattarlo.
Non potevamo tenerlo qui.
Ora Jennie era a lavoro, io intanto stavo andando a trovare Shin.
Avrei dovuto trovarmi anch'io un lavoro.
Shin, significava Fede, Fede in quel bambino, che sarebbe potuto crescere bene, che ce l'avrebbe fatta.
Non avevamo nemmeno assorbito la notizia che aveva già partorito, il nome, il sesso, non sapevamo nulla.
Jisoo era uscita dall'ospedale ma portava ancora il gesso alla gamba e doveva stare a riposo, l'aveva ospitata Rosè.
Esatto, l'aiutava nonostante il torto subito.
Arrivai finalmente all'ospedale ed entrai, chiesi di Shin Manoban e mi fecero entrare nel reparto di neonatologia, mi disinfettai le mani e mi sedetti vicino alla sua culla.

-Hey, piccolino..- sussurrai sorridendo e mi scese una lacrima, notando i mille tubicini che aveva sul piccolo petto.
Era minuscolo e così carino.

-Ma che bel bambino..- sorrisi, non me ne fregava niente di essere presa per un'idiota, mi mancava mio figlio, mi mancava tanto, anche se non era mio figlio di sangue, era come se lo fosse.

Shin giro piano la testa, aprendo delicatamente gli occhi.
Due smeraldi chiari mi stavano fissando, esaminando.
Ero rimasta stupefatta da quanta bellezza i suoi occhi potessero emanare.
Era la prima volta che lo vedevo ad occhi aperti in una settimana.

-Amore...- sussurrai, tirando su col naso, non riuscendo più a trattenere le lacrime.
Il bambino socchiuse prima gli occhi, poi li richiuse.
Era di nuovo in stato di apnea.
Sospirai e gli baciai la piccola fronte, mi aveva guardato, e ciò mi aveva reso la ragazza più felice del mondo.
Se non l'avessi più rivisto, almeno avrei potuto dire di aver visto gli occhi di mio figlio.
Iniziò a squillarmi il telefono e vidi che era Jisoo, non avrei voluto lasciare mio figlio, se non fosse stato importante sarei ritornata da lui.
Gli ribaciai la fronte ed uscii dal reparto rispondendo.
"Dimmi" risposi.
"L-Lisa...corri a casa di Rosè. È urgente."
"Arrivo." Attaccai e deglutii.
Uscii dall'ospedale ed andai in macchina, l'avevo parcheggiata vicino ad un albero.
L'albero dell'altra sera.
Improvvisamente mi ritornò in mente un flashback.
Quegli occhi.
Al buio.
Dietro a quest'albero.
Strizzai gli occhi per scacciare via quel ricordo assurdo ed accesi la macchina, partendo.
Stavo diventando pazza, questo era poco ma sicuro.
Arrivai a casa di Rosè e scesi dalla macchina per poi bussare, mi aprirono subito e mi trascinarono dentro.
Mi trascinò Rosè.
Vidi Jisoo seduta sul divano con la gamba ingessata sul poof.
Sospirai.
-Buongiorno.- finsi un sorriso.
-Lisa. Abbiamo rintracciato la polizia e ci hanno parlato un po' di ciò che era successo con Taehyung.
Lisa...lui non è mai morto.
È stato curato e si era trasferito in un altro stato, ha iniziato a procurarsi ragazze da stuprare tramite Instagram od un sito di cui non ci hanno voluto dire il nome.
Lisa...è stato lui a violentarmi.- sussurrò, lasciandosi andare in un pianto disperato.

STAY WITH ME. ||Jenlisa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora