Capitolo 3

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S-Sì...- sussurrai, lei mi prese il polso e mi portò nella sua macchina che era parcheggiata molto distante da quella di Jisoo.
Entrai dentro e mi sedetti al posto del guidatore, mente lei a quello del passeggere.
Iniziò subito a parlare.

-Liz, mi devi delle spiegazioni.-

Sospirai, mi ritornò in mente quella sera, dove tutto finì.

Le manette fredde mi avvolgevano i polsi, avevo le palpebre pesanti e la droga nelle tasche dei jeans, ero in un completo stato di estasi, ridevo.

-SEI UN MOSTRO!-

Le grida di Unnie mi rimbombavano nelle orecchie mentre, bruscamente, i poliziotti mi sbattevano dentro la loro auto. Troppa coca mi aveva annebbiato vista, cervello ed udito.
Crollai.
Mi ricordo solo che, quando mi svegliai, ero su un letto sporco, con una divisa arancione addosso. Mi alzai stiracchiandomi ed appena vidi le sbarre, sospirai.
Non era la prima volta che mi sbattevano al fresco, non so nemmeno come sono riuscita a non beccarmi l'ergastolo.

-Signorina Manoban?-

Mi girai, un agente mi guardava con in mano delle carte. Mi fecero uscire dalla cella ma subito due poliziotti mi bloccarono, accompagnandomi in una stanza con un enorme tavolo di legno, facendomi sedere.

-Signorina Manoban, lei deve firmare per i suoi 2 anni di prigione per l'omicidio di Kim Taehyung, a quanto pare bullo della Sogang Business School-

-Unnie....- mi bloccò.
-Jennie.- sussurrò. Ebbi una fitta allo stomaco. Perché non voleva che la chiamassi Unnie se due minuti fa l'avevo chiamata così?
-Jennie...come pretendevi che io vedessi un bullo del cazzo prendersi gioco di te? Non potevo lasciare che ti lasciasse tutti quei lividi. Che ti usasse. Jennie, io ti amo. Ti sembrerà la cosa più stupida del mondo che dopo 2 anni io ti ami ancora ma si, ti amo.
Vedi...avevo iniziato ad assumere droghe quando ho notato che la situazione tra noi non andava più bene. Stavo una merda, non ragionavo più e quindi ho agito d'istinto. Non mi sto giustificando ma...non ero in me...- mi scese una lacrima. Lei mi fissava, ascoltava attentamente e mi accarezzò piano la mano.
-I-io...sono rimasta completamente shoccata quando quella sera fuori scuola...-
Disse, ma la bloccai.
-Ti prego...non ricordarmelo.-
Annuì.
-Quindi...facendo un breve calcolo...sono 1 o 2 settimane che non sei più in prigione?-
Annuii a mia volta. La conversazione aveva iniziato a scarseggiare.

-Unnie...- mi morsi il labbro, perché l'avevo chiamata se non sapevo cosa dirle? Anzi, forse sapevo cosa dirle.

-Liz?- sussurrò.

-Tu invece come stai...?- non fu quello che volevo dirle, ma credetti che fosse meglio dirle così.

-Bene.- sorrise appena, ed era questo l'importante, che lei fosse felice. -Mi sono...fidanzata.-

La guardai, pietrificata.

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