Capitolo 22

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La nostra cover su internet aveva avuto un successo esagerato, un manager ci aveva contattate e ci aveva chiesto di fare un singolo. Alla notizia tutte esultammo e tirammo giù tutti i santi esistenti.
Era tutto stupendo, però c'era una cosa che mi turbava.
Jennie.
Aveva iniziato a fumare, non me l'aveva detto ma me ne ero accorta da sola, i suoi comportamenti erano più da "dura" e facevamo l'amore più spesso di prima.
Non che l'ultima mi dispiacesse ovviamente, ma non avevo mai visto Jennie così.
Jisoo e Rosè avevano fatto "pace" e loro più di me e Jennie erano completamente applicate sul nuovo singolo, che avevamo deciso di intitolare Boombayah.
Sospirai e mi scantai dai miei pensieri, andando in camera di Jennie(che poi era anche camera mia.)
Bussai e lei mi aprì, senza nemmeno salutarmi, precipitandosi sulle mie labbra, la fermai sorridendo e la bloccai contro il muro, dopo aver chiuso la porta.

-Unnie, che succede?- sussurrai e lei si morse il labbro. -Lisa...insomma..passo al punto.
Tutto quel tempo vittima di mia madre, Jungkook che ha abusato di me, è come se mi stessi ribellando solo ora.
Sto provando esperienze negative, Lisa.
Voglio farmi del male, voglio vedere fin quando riesco a sopportare.
Lisa, io fumo. Mi piace. Mi rilassa. Ho anche provato la tua pistola, sai? Me la cavo.- sussurrò. Rimasi a bocca aperta e deglutii più volte per sciogliere quel nodo in gola.

-Jennie non devi iniziare a far..-
-Si, è sbagliato, non vuoi, non è giusto, non devo fare quello che hai fatto tu e cazzate varie, giusto?- mi interruppe.
Sospirai e mi avvicinai a lei, baciandola a stampo.
-La mia piccola Unnie. Non ti ci vedo a te aggressiva, sai?- ridacchiai.
-Ah no?-mi buttò letteralmente sul letto, mettendosi a cavalcioni su di me.

-Lasciati andare Lisa, lasciamoci andare.- sussurrò, iniziando a strusciarsi su di me.
-Cristo Unnie.- sussurrai ansimando.
-Io...la voglio far fuori.- sussurrò Jennie.
-C-Chi...?- sussurrai, mordendomi il labbro.

-Quella stronza di mia mamma. Lisa, si merita tutte le cattiverie del mondo per avermi messo le mani addosso e avermi privata di tutto.- sbottò, mi misi seduta con l'ansia a mille e provai a calmarla, prendendole il viso fra le mani.

-Jennie ascolta, capisco benissimo tutta la tua rabbia ma ora devi stare tranquilla.
È sempre tua mamma, Jennie..-sussurrai.
Lei alzò un sopracciglio.

-E tu da quando sei così, Lisa?! Non voglio ammazzare mia madre per nulla, ho un motivo valido.
E voglio che tu lo faccia con me.
Sai, questo sfizio non mi è venuto all'improvviso.
Lei mi ha chiamata poco fa dandomi i peggio insulti, minacciandomi di picchiarmi. Non ce la faccio più Lisa. Quella stronza deve pagare.- disse, guardandomi dritta negli occhi. Il suo era desiderio di vendetta, contro una madre che l'aveva sempre odiata.

-Jennie, pensa alla polizia.-sussurrai.

-Non me ne frega nulla della polizia, non potranno mai scoprirlo.-sussurrò, baciandomi dolcemente a stampo.
-Lisa, fallo con me.- sussurrò dolcemente sulle mie labbra, facendo scattare tutta l'adrenalina nel mio corpo. Lei voleva vendicarsi, io l'avrei aiutata. Il solo pensiero mi eccitava e preoccupava al massimo.
Annuii piano sulle sue labbra e ci alzammo, cambiandoci entrambe.
Lei indossò un jeans nero strappato, una canottiera che le arrivava sotto il seno ed una felpa, sempre nera, sopra. Insomma, se provavo a guardarla mi eccitavo un casino.
I capelli mossi ma tolti dalla fronte con un frontino, e le sue solite scarpe nere.
Io invece, presi letteralmente le prime cose da dentro all'armadio, ovvero un jeans nero semplice ed una felpa enorme bianca con delle scritte nere.
Mi avvicinai piano al mio armadio ed estrassi la pistola, avvicinandomi poi a lei. Gliela porsi e lei la prese dolcemente, sorridendo.
-È la mia bambina.- dissi con una faccia da cucciola accarezzando la pistola, facendo ridere sia lei che me.
Ci demmo un ultimo bacio ed uscimmo di casa di nascosto, andando verso casa della mamma, che prima era casa anche di Jennie.
Con il cuore in gola entrai subito dopo di lei, ci fu facile, dato che aveva ancora le chiavi.
Controllai l'ora ed erano le 02:30 del mattino, controllammo tutte le stanze ma di lei nessuna traccia, finché non sentii una mano coprirmi la bocca e il naso, impedendomi di respirare.
Jennie era in un altra stanza e per quanto io possa dimenarmi, lei non mi sentiva.
La donna appoggiò la testa sulla mia spalla ridacchiando maliziosa e potei vederla prima di chiudere gli occhi e perdere i sensi.

Point Of View Jennie(SORPRESAA)

Sentii un rumore, come se fosse caduto qualcosa o si fosse rotto qualcosa, presi in pugno la pistola e indietreggiai puntandola ovunque.
Mi girai e trovai lei, mia madre, con un piede sul corpo svenuto di Lisa, sorridendo maliziosa.
Aveva fatto del male a me, ma non poteva osare farlo a Lisa.
Appena mi guardò notò tutta la rabbia nei miei occhi e sorrise compiaciuta, come se fosse ciò che aspettava da tempo.

-Jennie, amore mio, come stai?- mi sorrise falsamente accarezzandomi i capelli ma, con una ginocchiata sotto lo stomaco, la feci allontanare ed imprecare.

-Ti meriti tutto il male di questo mondo, capito?! Tu..tu che non hai mai accettato la mia omosessualità, che hai sempre approfittato della mia dolcezza e della mia ingenuità.
Non sono più così, mamma, sai?! Perché da quando ho conosciuto lei.- indicai Lisa, incazzandomi ancora di più vedendola in quello stato -Sono cambiata. Lei mi ha dato coraggio, mi ha fatto capire quanto è bello quando ti accarezzano la guancia invece di lasciarci uno schiaffo sopra. Di quanto è bello abbracciarsi e passare le nottate a parlare o a fare l'amore.
Lei mi ha insegnato l'amore, quello che tu non sarai mai in grado di insegnare, perché tu mamma, TU NON HAI UN CUORE!- urlai le ultime parole con tutto il fiato che avevo in gola, mia madre piangeva, piangeva forte e si era rannicchiata contro la cucina.
-Credi di farmi pena, mamma?- sussurrai, puntandole la pistola in testa; lei continuava a singhiozzare e guardandomi negli occhi, sussurrò una frase, una frase che non avevo mai sentito dalla sua bocca: -Ti voglio bene, Jennie.- e per un minuto rimasi immobile, riflettendo. Le mie scuse non le meritava affatto.

-Addio, brutta stronza.- dissi fredda, premendo finalmente il grilletto.

STAY WITH ME. ||Jenlisa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora