two.

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«Pete, potrei morire.»
«Era ora.»
«Oh 'fanculo.»

Pete scoppia a ridere e prende un'altra fetta di pizza dal suo cartone.
«Dai!» lo sgrido offesa.
«Cosa??»
«Lunedì arriveranno gli studenti dall'Australia ed io non sono pronta.» rispondo sentendo quasi l'acquolina in bocca, e non penso sia solamente per la pizza che sto mangiando.
«Beh dai, devi sopravvivere questa sera e domani, poi potrai gustarti il tuo amato studente.» dice il moro ghignando.
«Già, i miei genitori fortunatamente hanno acconsentito e mamma ha preparato per lui la camera degli ospiti.» affermo pregustando già il mio agognato ragazzo australiano.
«Ci credo, i tuoi genitori non sanno che le tue gambe sono aperte ventiquattro ore su sette.»
«Fottiti Pete.» ribatto lanciando un'occhiataccia al mio migliore amico.
«E se poi è una ragazza?» ridacchia lui.

Oh.
Non avevo pensato a questa possibilità.

«Beh...» comincio a dire pensierosa. «Non mi resta che sperare che tu ed Irene abbiate un ragazzo come corrispondente, così posso farci amicizia.» rispondo scrollando le spalle.
Pete alza gli occhi al cielo per poi scuotere la testa. «Sei sempre la solita, quando poi ti verrà una malattia venerea non correre a lamentarti da me!»
«E quando la tua mano si romperà per le troppe seghe non venire a piangere da me!»
«Questo è un colpo basso.»
«Quanto la tua possibilità di scopare.» rispondo con un sorrisetto odioso.
E quando penso che Pete stia per ribattere, mi ritrovo con un cuscino in faccia accompagnato dalla risata sguaiata del ragazzo.
«Chiedimi scusa!» esclama il mio amico senza dar cenno di volersi fermare con quel dannato cuscino.
«Giammai!» grido sfuggendo dalla sua traiettoria.
Pete continua a ridere prima di darsi una calmata e tornare serio.
«Comunque tu scherzi, ma è da troppi mesi che non vado a letto con una ragazza.»
«Infatti sei diventato una zitella acida, ti ci vorrebbe un po' di sano sesso, magari con una sexy studentessa australiana, no?» domando con fare ammiccante.
«Maddie, no. Te l'ho già spiegato! Io voglio innamorarmi e fare l'amore con la ragazza che amo, non con una qualsiasi.» afferma deciso e, beh, vorrei averla io tutta la sua convinzione.
«Continua a ripeterlo , Pete.» dico avvicinandomi per dargli una pacca sulla spalla. «Magari poi ci credi pure tu.»
Lo sento borbottare un "vaffanculo" subito prima di riprendere a mangiare la sua pizza ed ignorarmi completamente.
«Dai Maddie, non preferiresti fare l'amore invece di semplice sesso?»
«No perchè a parer mio non c'è differenza fra l'uno e l'altro.» rispondo scrollando leggermente le spalle. «Comunque, non c'era quella ragazza del secondo anno che ti piaceva?»
Pete storce il naso prima di rispondere. «Sì, Emma, ma è troppo piccola.»
«Non troppo.»
«Abbastanza.»
«Smettiamola ti prego.» sospiro per poi mangiare l'ennesima fetta di pizza.
«Comunque, quando tornano i tuoi genitori?» chiede Pete alzandosi dal divano.
«Domani pomeriggio.» rispondo distrattamente mentre scorro la home di instagram sul mio telefono.
«Beh divertiti a stare sola, io adesso torno a casa, ci vediamo a scuola sfigata!» esclama afferrando le chiavi della macchina dal tavolino dell'ingresso.
«Spero tu faccia un'incidente Pete!»
«Beh c'è una lunga lista di persone che mi vogliono morto, mettiti in fila Maddie!» ribatte con un ghigno prima di uscire da casa mia.

Scuoto la testa con esasperazione e vado in cucina a buttare i cartoni di pizza vuoti, poi guardo l'orologio.
Bene, ho tempo per farmi un bagno caldo e guardarmi un paio di episodi di American Horror Story prima di lasciarmi andare fra le braccia di morfeo.

Ed è esattamente ciò che faccio.

***

«Cristo, Andromeda, ce la fai o hai bisogno dell'aiuto dei pompieri?»

«Beh, se i pompieri in questione sono belli, magari sì.» rispondo a tono guardando male Irene non appena mi rimetto sui miei passi.
Stiamo andando verso un bar vicino a casa mia e, per colpa della mia poca coordinazione, stavo ovviamente inciampando sui miei stessi passi.
«Non oso vederti su un paio di tacchi.» commenta la mia amica, ormai senza speranza.
«In realtà ci cammino meglio che con le converse.»
«Oh, ma tu sei nata dalla parte sbagliata scusa?»
«Fottiti Irene.»
«Lo farei, se avessi un ragazzo.» ribatte la mora alzando gli occhi al cielo infastidita.
Le nostre conversazioni di solito sono così: leggere, stupide e casuali.
«Ma tu hai capito come funziona domani?» chiedo per quanto riguarda gli studenti australiani mentre prendiamo finalmente posto al bar per fare colazione.
Ci mettiamo fuori. Dalla nostra parte, il sole di metà aprile scalda e illumina ovunque.
«Se non erro, dobbiamo essere in classe in orario domani e aspettare che la prof ci presenti i nostri corrispondenti visto che ha avuto la splendia idea di non dirci i nomi e... Basta, credo. Il modulo dei tuoi gentori l'hai già portato, quindi devi solamente scoprire con chi sarai costretta a passare un intero mese della tua vita.» mi spiega la mora con un piccolo sorriso.
«Ottimo.» annuisco.

American Love Story || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora