four.

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Avete presente quelle mattine in cui la sveglia suona un'ora prima dell'orario che avevate impostato?
Ecco, io sì.
Ma il problema più grande è che non è la mia di sveglia, è quella dell'australiano merda nella stanza affianco alla mia.
Con un'agilità che non mi appartiene, mi alzo dal mio comodo letto e mi fiondo davanti alla porta del biondo.
«Luke??» mi lamento battendo piano sulla porta per non svegliare i miei genitori.
Sto per bussare di nuovo ma il biondo è talmente veloce ad aprire la porta che quasi gli casco davanti.
«Cosa vuoi Andromeda?» domanda con tono infastidito senza nemmeno salutarmi. Con il fatto del jet-lag, Luke è più sveglio che mai. Sono io l'unica che ha bisogno di dormire un'altra ora.
Mi soffermo ad osservarlo: ha una maglietta bianca del pigiama e dei boxer grigi, ma mi convinco a non farmi distrarre da queste piccolezze.
«Perdonami Lucas, ma perchè ti sei messo la sveglia così presto?» parlo cercando di mantenere la calma perchè, conoscendomi, potrei perdere le staffe da un momento all'altro e vomitargli addosso un miliardo di insulti.
«Devo farmi la doccia.» risponde il biondo scrollando le spalle. «E comunque il mio nome è Luke, non Lucas.» precisa lanciandomi un'occhiataccia per poi tornare a cercare, probabilmente, un asciugamano nella sua valigia.
«Anche Raperonzolo ti si addice, però.» lo informo riferendomi con tono acido ai suoi capelli e facendo una piccola smorfia.
Luke alza gli occhi al cielo, poi, esce dalla sua stanza dandomi una spallata.
Stringo i pugni lungo i fianchi per la rabbia.
L'ultimo rumore che sento è la porta del bagno che sbatte.

Un lungo sospiro lascia le mie labbra prima che me ne torni nella mia camera.
Non riuscirò mai a riaddormentarmi, tanto vale che mi prepari per portare Luke in giro per la scuola.
L'unica cosa positiva di questo stupido scambio è che abbiamo lezioni irregolari, difatti, oggi faremo solo le prime quattro ore di scuola. Solo questo mi porta a sopportare più o meno Luke.

Controllo l'ora e, con tutta la calma del mondo, mi vesto e mi trucco.
Amo truccarmi, è una delle cose che preferisco.
Quando esco dalla mia stanza sento ancora l'acqua della doccia scrosciare. Scuoto la testa e scendo al piano di sotto a prepararmi del caffè.
In quel momento, sento dei passi per le scale e prego Dio che non sia Luke.
E devo ammetterlo, per una volta Dio ha ascoltato le mie preghiere.

«Buongiorno Maddie.» sorride mia madre; oggi è di buon umore, meglio per me.
«Caffè?» le domando provando ad essere gentile, cosa più unica che rara.
Lei annuisce e afferra una mela dal cestino della frutta sul tavolo. Verso il caffè in due tazze mettendo anche un goccio di latte in quella di mia madre.
«Grazie.» sorride nuovamente lei.
«Di nulla.» provo a ricambiare il sorriso per poi mangiare i biscotti al cioccolato che ho comprato l'altro giorno. Ne approfitto pure per scrivere a Pete che non sarò in ritardo questa volta.
O almeno lo spero.
«Cosa farete oggi?»
«Porteremo gli australiani nell'aula di teatro.» sospiro.
«Maddie? Cosa c'è?»
Da quando mia madre è così apprensiva? Non sembra nemmeno lei.
«È solo che... Luke ed io non andiamo d'accordo.»
«Come no?!» chiede con espressione sorpresa.
In risposta, scuoto la testa. «Lascia perdere mamma.»
«Andromeda ascoltami...»

E quando mia madre parla in questo modo, è sempre per darmi una lezione di vita che non mi serve.

«Potresti almeno provare ad andarci d'accordo? Sembra un bravo ragazzo. E comunque nella vita incontrerai sempre qualcuno con idee diverse dalle tue, fa parte della maturità di una persona cercare almeno di convivere civilmente con l'altra.»
Rimago ad ascoltare le sue parole per poi annuire; è inutile discutere con lei.
Ed è proprio questo il problema di Luke: sembra un bravo ragazzo.
«Va bene.» accetto di malavoglia.
«Grazie tesoro.» mia madre si alza mettendo la tazza di caffè nel lavello e poi mi lascia un bacio tra i capelli.
«Vado a preparami.» asserisce con un piccolo sorriso e sparisce al piano di sopra.
Dopo un paio di minuti, io sono alla seconda tazza di caffè e Luke arriva in cucina vestito con ancora i capelli bagnati.
«Vuoi un po' di caffè, Raperonzolo?» gli chiedo sbattendo le ciglia velocemente con sguardo innocente.
Il biondo alza gli occhi al cielo. «No, grazie. Hai una mela per caso?»

American Love Story || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora