ten years later.

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Dieci anni dopo...

Said I'd catch you if you fall
And if they laugh, then fuck 'em all
And then I got you off your knees
Put you right back to your feet
Just so you can take advantage of me.

«Siamo stati grandiosi questa sera, ragazzi!!» mi complimento con Gerard, Mike e Hayley, i componenti della mia band. Questa sera abbiamo suonato in un bar molto conosciuto a Sydney. In realtà noi non siamo molto famosi, ma il cugino di Hayley ci sta trovando degli agganci niente male e ci ha permesso di venire a stare da lui qui in Australia per un po', giusto il tempo di fare il giro per qualche città e di organizzare qualche piccolo concerto.

Come ogni post concerto, i miei compagni ed io ci ritroviamo a farci un po' di birre nel posto in cui abbiamo suonato.

L'unico problema?

Non appena sono entrata in questo maledetto bar, ho sentiro un gran mal di testa, come se qualcuno mi stesse prendendo letteralmente a martellate il cranio. Il mio stomaco si è girato sottosopra, le gambe sono diventate molli e il mio respiro e battito cardiaco sono accelerati.
Ho provato queste emozioni solo una volta nella mia vita, un bel po' di tempo fa.

È come se il mio corpo avesse capito che lui era lì prima ancora che i miei occhi si posassero sulla sua figura.

Continuo a bere tranquillamente, ma dopo un paio di minuti vengo richiamata da una forza maggiore che mi impone di girare appena la testa e, in un attimo, mi trovo davanti un ragazzo alto quanto un palo della luce, occhi azzurri come il mare ed un casco di ricci biondi in testa.

I nostri sguardi si incrociano e ci fissiamo, ci fissiamo a lungo per un periodo che sembra infinito.

Siamo lontani, io sono seduta al bancone su uno sgabellino mezzo storto mentre lui è in piedi dietro ad un tavolo da biliardo dall'altra parte del bar.
Sento come un enorme peso che tenta di schiacciarmi; ho bisogno di prendere una boccata d'aria, penso mentre mi alzo di scatto facendo voltare i presenti verso di me, mi scuso dicendo di voler fumare una sigaretta per i fatti miei e vado immediatamente fuori.

Il clima è decisamente caldo, ma non ferma le mie mani dal tremare mentre tiro fuori la sigaretta dal pacchetto e la accendo.
E tutto per colpa sua.

«Stai bene bionda.»

Sobbalzo quando sento la sua voce dietro di me, ma non mi volto.
Dopo dieci anni, questa è la prima cosa che gli viene in mente di dirmi?
Luke Hemmings non cambierà mai.

Inspiro la nicotina chiudendo gli occhi per un attimo mentre continuo a dargli le spalle.

«Ciao, Luke.»
«Ciao, Maddie.»
«Solo i miei amici mi chiamano così, tu non sei mio amico.» ribatto velocemente mentre lo sento muoversi verso di me fino a che non lo ritrovo al mio fianco, ha ignorato le mie parole come al solito.
«Non mi aspettavo di trovarti qui, sono felice che tu sia riuscita ad andare avanti con la musica.» dice sinceramente passandosi nervosamente le mani sui jeans.
«Grazie.» rispondo freddamente. «E io non mi aspettavo di vederti con lo stesso taglio di capelli, gli stessi vestiti e la stessa faccia da schiaffi di dieci anni fa.» aggiungo voltandomi finalmente verso di lui.
Pessima scelta; le mie gambe riprendono ad avere la stessa consistenza della gelatina.

Lui ricambia il mio sguardo, quindi tira fuori un pacchetto di sigarette chiedendomi l'accendino per accenderne una. Gli passo questo benedetto accendino e sospiro quando le nostre dita si sfiorano.
Non è divertente prenderlo in giro quando non risponde alle mie provocazioni.
«È strano vederti fumare.» ammetto con voce leggermente rotta, che diavolo Andromeda, datti un contegno; penso mentre torno a guardare davanti a me.
«Molte cose cambiano in dieci anni.» asserisce fumando tranquillamente.
«Già.» dico io, più freddamente.

American Love Story || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora