Appena metto piede nella mia abitazione, sento il rumore fastidioso della televisione che viene dal salotto.
«Luke?» chiedo trovandolo seduto in maniera composta sul divano.
«Chi altro sennò?»
«Boh, potevi anche essere un ladro.» ribatto alzando gli occhi al cielo.
Sì, è una cosa che faccio spesso.
«Certo, un ladro che si ferma a guardare le ultime notizie in televisione.»
«Fottiti.»
«Forse più tardi, mentre mi faccio la doccia.» ghigna il biondo lanciandomi un'occhiata languida; non mi pare nemmeno lui quando parla in questo modo, è come se fosse un'altra persona.
«Fai schifo.» dico con disgusto evidente nella voce.
«Ha parlato la ragazza che indossa una gonna che le copre a malapena il culo.»Ha sempre la risposta pronta, lo odio da morire.
«Non è così corta!» mi lamento.
«Sei una bambina.»
«Ah sì? Beh, questa bambina adesso andrà nella tua stanza e lancerà il tuo computer dalla finestra!» esclamo facendo uno scatto verso le scale.
«Hey! Non provarci nemmeno!» grida Luke correndomi dietro.
Fortunatamente, sono più veloce di lui ed entro nella sua stanza afferrando il portatile tra le mani.
Il biondo si ferma sulla soglia e mi fissa terrorizzato.
«Andromeda. Ti prego.» mi supplica.
È davvero divertente vederlo in questo stato, è ridicolo.
Sorrido soddisfatta e stringo il computer al petto, lanciandogli uno sguardo di sfida che viene ricambiato. Il ragazzo biondo cammina lentamente verso di me costringendomi ad indietreggiare fino a toccare il muro con la schiena.
Luke torreggia su di me ed io sento il respiro mancare.
«Dammi. Il. Portatile.» scandisce bene ogni parola marcando il suo accento facendomi così rabbrividire.
Non smetterò mai di ripeterlo: che accento di merda.
«No.» sussurro ad un soffio dalle sue labbra. Gli occhi di Luke sono due fessure, quasi non ci vede dalla rabbia.
Vedo la sua bocca sempre più vicina che riesce a distrarmi alla perfezione; e proprio quando penso che stia per baciarmi, Luke mi sfila il computer di mano per poi scappare dall'altra parte della stanza.
Io incrocio le braccia sotto al seno con aria infastidita e, nel frattempo, lui se la ride.
«Ah è così?» domando con un sopracciglio inarcato.
«Sei una sciocca se pensavi di fregarmi, Andromeda.» dice il biondo incrociando le braccia dietro la testa mentre è comodamente sdraiato sul letto.
«Bene...» sussurro avvicinandomi alla porta per chiuderla, seguita ovviamente dallo sguardo del ragazzo qui presente.
«Vorrà dire che passerai un po' di tempo con questa sciocca finché non le chiederai scusa.» affermo con un sorrisetto odioso, poi, blocco la serratura e butto la chiave sotto la porta per farla andare dall'altra parte.
«Andromeda.»
«Sì, Luke?» faccio con tono civettuolo, già pronta ad ascoltare il suono melodioso della sua voce mentre mi implora di perdonarlo.
«Quando ti avrò chiesto scusa, come avresti intenzione di uscire da qui?»
«Con la chiave?»
«Sì, beh, peccato che tu l'abbia buttata dall'altra parte della porta.» mi fa notare Luke grattandosi leggermente il capo.
Oh, giusto.
Mi sbatto una mano sulla fronte ripetendo mille volte nella mia testa quando io sia stupida la maggior parte delle volte.
«Dai, chiama il tuo vicino... Come si chiamava? Chellum? Non lo so, chiama chi vuoi basta che ci liberi.» dice il biondo con tono annoiato facendomi arrabbiare ancora di più.
«Stare qui con me non ti fa né caldo né freddo?!» sbotto ormai offesa.
«No.» risponde.
A quel punto perdo la testa.
«Mi domando come tu faccia ad avere degli amici, li ammiro molto perchè riescono a sopportarti. Provo così tanto odio per te...»
Parlo come una macchinetta, senza prendere fiato. Gli sto sputando addosso veleno e tutto ciò che riesce a fare è guardarmi attonito.
Poi, il silenzio, il rumore assordante e fastidioso del silenzio.
«Cazzo, Luke!» sbraito. Se fossi il personaggio di un cartone animato, ora mi uscirebbe il fumo dal naso e dalle orecchie probabilmente.
«Dì qualco-»Ma vengo interrotta.
E non dalla saccenteria del biondo, ebbene dalle sue labbra.
Il bacio non è nulla di che, sono solamente le nostre bocche che si incastrano creando un'atmosfera più o meno confortante. Nessuno dei due si muove e dopo qualche secondo, Luke si allontana.
Se devo essere sincera, ha fatto schifo; ecco cosa succede ad avere aspettative troppo alte.
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American Love Story || Luke Hemmings
Fanfiction«Hai un accento strano, ragazza.» «Tu sei strano.» «No, sono australiano.» «Non sono sinonimi?» *** "Tutto questo mi ha fatto pensare che, semplicemente, due anime sono destinate a conoscersi, che lo vogliano o meno, ed ogni persona che incontriamo...