seventeen.

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«Sei stato proprio uno stronzo oggi.» affermo alzando gli occhi al cielo mentre Luke ed io entriamo in casa dopo che Pete ci ha accompagnati.
«Non so di cosa tu stia parlando.» risponde il riccio con un ghigno stampato sulle labbra.
«Certo.» borbotto. «Lo sai benissimo, non mentirmi.» aggiungo a voce un po' più alta così che mi possa sentire.
Luke non dice nulla, si lascia solamente andare ad uno sbuffo e poi va dritto in salotto.
Io digrigno i denti per il fastidio e lo seguo silenziosamente.
Il biondo si siede sul divano e accende la televisione.
«Uh, stanno facendo How I met your mother!» esclama tutto sorridente.
Vederlo così mi scalda il cuore, ma poi mi ricordo perchè sono arrabbiata con lui.
Mi siedo vicino a lui con le braccia incrociate sotto al seno e, ormai rassegnata dal suo comportamento, mi metto a seguire la serie assieme a lui.
«È il mio programma preferito.» afferma lui dopo qualche minuto.
Io non rispondo, non si merita di sentire la mia voce in questo momento.
«Andromeda?» mi chiama; ma io non gli rivolgo nemmeno uno sguardo.
«Andiamo, Maddie.»
Luke sa benissimo che quel nomignolo pronunciato da lui, in quel modo, mi fa sciogliere sul posto.
Ma non questa volta.
«Smettila, togliti quel broncio dalla faccia.» si lamenta.
Trattengo addirittura una risata, mi fa piacere ricevere attenzioni da lui.
«Sei molto più bella quando sorridi.» ammette Luke.
A quel punto non riesco a fermarmi, incontro i suoi occhi e gli rivolgo un sorriso enorme.
L'ho detto tante, troppe volte ormai, ma Luke mi fa sentire bene.
Sì, è uno stronzo e lo prenderei a schiaffi ogni tanto, ma lo amo dannatamente tanto.

Lentamente, mi avvicino e gli dò un bacio a fior di labbra.
Sorridiamo entrambi adesso.
L'atmosfera attorno a noi è così tranquilla e rilassata che potrei perfettamente appoggiarmi a lui e chiudere gli occhi per sempre. Le sue braccia finiscono attorno a me in una stretta rassicurante e che profuma di buono, mentre il suo mento si poggia sopra la mia testa.
«Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto un poco più da presso, un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole, un apostrofo roseo messo tra le parole "t'amo"; un segreto detto sulla bocca, un istante d'infinito che ha il fruscio di un'ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo per potersi respirare un po' il cuore e assaporarsi l'anima a fior di labbra.» sussurra Luke. Le sue parole si perdono fra i miei capelli ed io aggrotto le sopracciglia.
«Eh??!»
«Cristo, Andromeda, sei proprio ignorante.» ridacchia il ragazzo. Io, d'altra parte, permalosa come sono me la prendo immediatamente.
«Dai.» dice lui sporgendo il labbro inferiore. «Sei così difficile.»
«Lo so.» dico sottolinenando la mia affermazione con un'espressione rassegnata.
«Comunque era Edmond Rostand, un poeta e drammaturgo francese.»
«Ti attira l'Europa?» domando facendogli cenno di seguirmi in cucina.
«Mi affascina, sì.» asserisce con fare pensieroso. «Ma non c'entra con la frase che ti ho citato poco fa.» aggiunge.
«Allora potresti chiudere quella bocca e baciarmi di nuovo, per esempio.»

Luke sbuffa una mezza risata e mi prende il viso tra le mani costringendomi a guardarlo.
«Sei bassa...» sussurra strofinando il suo naso contro il mio. È un gesto stupido, forse addirittura senza significato per lui, ma io l'ho trovato davvero dolce.
«Ti dispiace?» azzardo con aria di sfida.
«Assolutamente no.» e in un attimo la sua bocca è sulla mia per un bacio pieno di tutto ciò che siamo Luke ed io.

Sfortunatamente, il piccolo ritaglio di spazio in cui ci siamo solo noi e l'universo non esiste, viene interrotto dal campanello che suona ininterrottamente.

«Maddie!! Maddie ti prego, cazzo!!»

Ci metto poco a riconoscere la voce del mio vicino.
«Calum.» spiego a Luke alzando gli occhi al cielo. Il biondo, con un cipiglio sul volto, mi aiuta ad alzarmi e mi viene dietro mentre corro ad aprire la porta alla pettegola numero uno del quartiere e forse del mondo.
«Non puoi capire Maddie!! Non puoi!!» il ragazzo moro entra in camera mia disperato e con le mani fra i capelli.
«Cal, calmati ti prego.» lo ammonisco afferrandolo per le spalle. «Respira, io ti faccio un tè, che ne dici?»
«Ma quale tè!!» sbotta lui con il suo solito fare drammatico. «È la fine Andromeda, niente più tè, niente più birre, niente più festini gay!!» si lamenta lanciandosi a pancia in giù sul divano del mio salotto.
«Santo cielo...» borbotta Luke fissando la scena. Calum è davvero deprimente alcune volte.
Sospiro e mi avvicino al mio amico cominciando ad accarezzargli la schiena delicatamente.
«Se non vuoi nulla perchè sei qui?» Luke rompe il silenzio con una domanda scomoda. Infondo è ciò che sa fare meglio.
Gli lancio un'occhiata di fuoco per intimargli silenziosamente di chiudere la bocca e lui, in risposta, alza le mani in segno di resa.
Calum, al contrario, con uno scatto si mette seduto e fissa Luke con espressione oltraggiata.

American Love Story || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora