three.

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Luke prende una sedia mettendosi al mio fianco imitando i suoi altri compagni e compagne che si sono messi vicino ai loro corrispondenti.
Punto gli occhi sulla sua valigia nera per evitare il contatto visivo.
Spero non si accorga che sto tremando.
Il ragazzo guarda fisso in avanti, non mi degna di un minimo saluto. Senza farmi vedere, mi volto verso Irene che ha la mia stessa espressione stampata in volto. Lancio un occhiata anche a Pete che osserva il biondo come se fosse un alieno.

Sì, volevo un australiano bello è vero, ma Luke è davvero troppo bello.

«Quindi... Sei di Sydney, no?» faccio la domanda più stupida che potessi fare; ma è pur sempre qualcosa per cominciare una conversazione.
Credo.
Spero.
«Shh!» ribatte Luke. «La professoressa sta parlando.»

Beh, risposta esaudiente direi.

***

Durante il pranzo, porto Luke in mensa.
Staremo da soli visto che Pete ed Irene sono impegnati con i loro corrispondenti.
Ad Irene è toccato un ragazzo di nome Michael e anche a Pete, nonostante il suo disappunto, un ragazzo di nome Ashton.
Niente gnocca da paura per il caro Wentz; che poi, di che si lamenta? Tanto a lui non piacciono le sveltine a differenza mia.

Lancio un'occhiata a Luke. È parecchio tranquillo, eppure spicca in mezzo alla folla: con i suoi jeans neri attillati, la camicia bianca un po' sbottonata e gli stivaletti in pelle.
Per non parlare della sua altezza.
«Ti vesti sempre così?» la domanda mi esce spontanea.
Luke abbassa gli occhi su di me e mi fissa con un sopracciglio inarcato.
È così alto da farmi venire la nausea.
«Mi vesto come voglio.» risponde semplicemente con un accento davvero terribile.
«Mister simpatia.» borbotto.
Luke sembra sentirmi e, infatti, risponde a tono. «Sono simpatico solo con le persone educate.»
La sua frase mi colpisce, non mi conosce nemmeno, come può darmi della maleducata?
«Io sono educata.»
«No, sei insolente... E mezza nuda.» afferma, sempre con tono calmo, riferendosi al mio vestito che in effetti è un po' troppo corto.
«Non so se ti sei visto.» ribatto.
«Anche tu hai avuto da ridire sul mio abbigliamento quindi, se non vuoi passare un mese d'inferno, ti consiglio di non darmi noia.»
È incredibile questo ragazzo.
Fin troppo intelligente e stronzo, ha troppe armi a suo vantaggio, non posso competere.
Per ora.

Nel frattempo, prendiamo da mangiare e ci accomodiamo ad un tavolo vuoto.
Provo a cambiare argomento, infondo dovrò passarci molto tempo assieme e sarebbe meglio se lo facessimo in maniera pacifica.
«Il mio vicino di casa è australiano, sai?» dico, facendo uno sforzo enorme per sembrare amichevole difronte a questo nerd del cazzo. Il problema è che sono ben lungi dall'essere amichevole in questo istante.
Luke non risponde, perso a guardare con interesse la sua insalata.
«Abbiamo la stessa età. Si è trasferito quando aveva dieci anni, il suo nome è Calum e siamo molto amici.» aggiungo cercando di ricevere un minimo di attenzione dal mio corrispondente.
«Te l'ho chiesto?»
«Sei uno stronzo.»
Mi è già scappato l'insulto, siamo messi male.
«Hai un accento strano, ragazza.»
Mi sta prendendo in giro, ed io detesto essere tratta in questa maniera; non sarò la prima della classe, ma non sono un'inetta totale.
«Tu sei strano.»
«No, sono australiano.»
«Non sono sinonimi?» asserisco con un sorrisetto odioso.
Luke mi lancia un'occhiata di fuoco per poi tornare a mangiare in silenzio.
È solo un presuntuoso; e pensare che ci conosciamo da un'ora.
«Ma sei vegetariano o qualche cagata del genere?» parlo io dopo qualche secondo di silenzio, Luke sta deliberatamente ignorando la fetta di pizza affianco all'insalata che, molto lentamente, sta finendo di mangiare.
«Assolutamente no, ma la pizza fa male.»
«E...?» chiedo cercando di afferrare il punto del discorso.
«E quindi la mangio massimo una volta al mese.»
Luke Hemmings ha appena sganciato una bomba.
«Spero tu stia scherzando.» affermo stingendo i pugni. Sulla pizza non ammetto remore.
«Perchè mai dovrei?»
«Perchè non si può evitare la pizza.»
«Oh, beh, in questo caso io sono un'eccezione.» ribatte il biondo facendomi l'occhiolino, poi torna a mangiare.
Il mio cuore prende a battere più velocemente.
«L'eccezzione che conferma la regola.» sussurro fra me e me.

American Love Story || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora