eleven.

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«Ma dove cazzo sono?!?»
«Non lo so Pete, erano dietro di noi!!»
«Ma se erano davanti Maddie.»
«Sei sicuro??»
«Sì, che diavolo! Non mettermi confusione!»

Pete si guarda attorno con ansia in cerca di Ashton e Luke.
Se la professoressa di inglese li trova in giro da soli senza di noi, siamo morti. Letteralmente.
Ci ha detto fin dal primo giorno in cui sono arrivati che non li dobbiamo mai perdere di vista.
«Stai calmo Pete.» dico con tono fermo cercando di non farlo impazzire troppo.
«Mi stai prendendo in giro??» quasi urla con voce stridula.
«Ascoltami molto attentamente...» dico più seria che mai. «Sono due ragazzoni alti minimo due metri. Non sarà così difficile trovarli!»
«Io ti strozzo Maddie.»
«Ma cos'ho fatto??» mi lamento battendo i piedi per terra.

«Sei simpatica Juliette.»

Quella voce alle mie spalle, la riconoscerei tra mille.
È la voce degli idioti, in questo caso di uno in particolare: Luke.
Mi volto lentamente immaginando già il fumo che mi esce dalle orecchie e dal naso. Come immaginavo, Luke sta parlando con Juliette Miller, una ragazzina del terzo anno tutta innocente, acqua e sapone e obbediente.
È proprio il tipo di Luke ed il mio esatto contrario.
Li vedo parlare uno vicino all'altra con molta confidenza, come se si conoscessero da anni e non da quindici minuti scarsi, probabilmente.
Juliette muove i capelli e sbatte le ciglia, eppure non si rende nemmeno conto di essere attraente.
Odio il fatto che lei non debba fare nessuno sforzo per essere bella.
Luke le accarezza un braccio con gentilezza ed io, improvvisamente, sento una fitta dolorosa allo stomaco e vorrei solamente gridare fino a terminare l'aria nei polmoni.

«Maddie?» la mano di Pete sulla mia spalla mi fa sobbalzare.
Sposto lo sguardo sul mio amico e noto al suo fianco Michael che mi guarda con quel suo fare timido come sempre.
Quel ragazzo farebbe meglio a darsi una svegliata.
«Tutto bene?» domanda Pete scrutando meglio la mia espressione.
«Io... Sì...» balbetto in maniera poco convincente.
«Andromeda...» sussurra il ragazzo con i capelli neri. «Hai gli occhi lucidi.» asserisce con le sopracciglia corrugate.
Merda; penso cercando un modo di distogliere l'attenzione da me.
«Uhm, mi è entrato un po' di mascara nell'occhio, vado in bagno, controllate Luke per favore!» esclamo parlando veloce come una macchinetta prima di correre in bagno.
Entro in uno dei cunicoli e poi mi chiudo a chiave.
Il mio battito accelera, non riesco a respirare, e sono costretta a poggiarmi contro il muro. Non credo esista sensazione peggiore di questa.
Sento le lacrime negli angoli degli occhi che minacciano di voler scendere, ma io combatto con tutta me stessa per impedirglielo.
Non ho intenzione di piangere.
Per un ragazzo poi, soprattutto se quel ragazzo si chiama Luke Hemmings.
Non ho mai pianto per nessuno, mai.
Ma piano piano, sento che qualcosa è cambiato.
Sono stata una stupida a pensare di non provare assolutamente nulla per Luke perché ormai è palese che sia così.
E mi odio per questo.
Non è giusto che il primo ragazzo a farmi provare qualcosa sia proprio Luke, il biondo australiano che conosco da così poco tempo. Gli è bastato un attimo per buttare giù le mie difese e colpire il mio cuore come se niente fosse.

Sento una voce chiamarmi da fuori ma mi pare sia tutto così lontano in questo momento.
Sono dentro una cosa più grande di me e rischio di uscirne male.
E solo ora mi rendo conto che avevo ragione a pensare che Luke Hemmings fosse un angelo sotto mentite spoglie.

Chiudo gli occhi e, ad un tratto, sono a casa.
Mi guardo attorno, è tutto illuminato. Un albero di Natale attira la mia attenzione in salotto. Sotto di esso, una bambina, bassa e con i capelli scuri, ferma immobile che fissa la miriade di doni sotto i rami adornati dell'albero.
Sono io quella bambina.
Poi, un urlo.
Vedo mia madre scendere giù dalle scale come una furia e con passo pesante, subito dopo, arriva mio padre con l'aria da cane bastonato.
«Se ti permetto di stare qui è solo per nostra figlia, Chris!» urla mamma tutta rossa in volto.
«Mi dispiace Nicole! Te lo giuro amore non capiterà più!»
«Certo che non capiterà più... Perchè tu sta sera dormi fuori e ti conviene inventarti una scusa credibile per Andromeda.»

American Love Story || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora