Quando Pete ci accompagna a casa, chiedo ad Ashton e Luke di scendere per un minuto dall'auto così da poter parlare da sola con Pete.
I due australiani si lamentano un po', Luke soprattutto, ma infine scendono.
«Che c'è??» domanda il ragazzo con i capelli corvini abbastanza confuso.
«Di cosa stavate parlando tu ed Ashton durante la lezione?» chiedo sospettosa.
Pete mi fissa un attimo e poi sospira. «Io... Non posso dirtelo.»
«Ma come?!?» sbotto stupita.
Ma conosco Pete, non è bravo a mantenere i segreti, lo farò confessare.
«Ho promesso ad Ash che non avrei detto nulla.» si mordicchia il labbro con nervosismo.
Con la coda dell'occhio vedo che i nostri corrispondenti stanno chiacchierando fra loro e che non si stanno curando di noi.
Motivo in più per farmi dire tutto da Pete.
«Dai Peter, sai che di me ti puoi fidare.» sbatto le ciglia velocemente con espressione civettuola.
«Seh... Ma questa volta sono serio Maddie. Non devi aprire bocca al riguardo.»
In risposta alzo gli occhi al cielo. «Certo, certo... Ma adesso raccontami!!»
«Allora... Uhm...» il mio amico si gratta la nuca in imbarazzo e con sguardo interessato lo incito a continuare.
«Non mi sento molto a mio agio a parlarne ma... Ashton mi ha confessato, sì insomma, di essere... Lo sai.»
Alzo un sopracciglio. «Essere cosa?» in realtà ho capito perfettamente, ma è divertente vedere Pete in difficoltà.
«È gay va bene?!?» dice cercando di tenere il tono della voce il più basso possibile.
«Ah! Lo sapevo!» sorrido vittoriosa mentre Pete sbuffa. «Comunque ho detto ad Irene che sei innamorato di lei quindi ti conviene scriverle, ciao ti voglio bene!» esclamo e, prima che possa mandarmi a quel paese, gli lascio un bacio veloce sulla guancia e scendo dall'auto.«Era ora.» mi guarda male Luke.
«Fottiti.» dico fissandolo dritto negli occhi, poi mi rivolgo ad Ashton.
«Avete da fare te e Pete oggi pomeriggio?»
«Uhm... No, perchè??» chiede Ash con aria totalmente innocente. Non si immagina nemmeno cosa mi stia frullando nella testa in questo momento.
«Beh, ti ricordi Calum?»
«Certo.» risponde il ragazzo annunedo velocemente.
Perfetto, Calum potrà farsi sbattere da un vero uomo finalmente.
«Ha detto che aveva bisogno di un altro paio di braccia forti per fare dei lavori in casa, ti dispiace aiutarlo?»
«Cos-»
«Fantastico!» esclamo tutta sorridente.
Quindi, sotto allo sguardo confuso di Luke e Pete, trascino Ashton davanti alla porta di Calum e suono il campanello insistentemente.
«Dio santo, tesoro, non sono sordo, lo sento il campanello!!» mi rimprovera Calum non appena apre la porta.
Come al solito, indossa una di quelle canotte che mettono in risalto le sue braccia muscolose e un paio di jeans neri.
«Ti ho portato Ashton!» dico, come se fosse una scusa.
«Oh, ciao zuccherino.» lo saluta Calum osservandolo dalla testa ai piedi. «Entra pure.» sorride in maniera maliziosa.
Ashton mi lancia un ultimo sguardo che sembra un misto di paura e imbarazzo ma segue comunque Calum.
Torno verso la macchina del mio amico e noto che ha abbassato i finestrini.
«Ma che cazzo fai Andromeda?!»
Grazie Pete, elegante come al solito.
«Ho aiutato un gay solo a sentirsi meno solo, la mia buona azione oggi l'ho fatta.» affermo facendo spallucce.
«Sei incredibile.» sento borbottare Luke, e mi ci vuole tutto l'autocontrollo in mio possesso per non strozzarlo in questo preciso istante.
«Vai a casa Wentz, e fai quello che ti ho detto!» dico riferendomi ad Irene e intanto gli faccio l'occhiolino.
Il ragazzo con i capelli scuri scuote la testa con esasperazione, poi, mette in moto la macchina e sparisce.
«Allora, entriamo in casa o restiamo qui a fare la muffa??»
«Sei così irritante Luke.» commento facendogli segno di seguirmi davanti a casa; nel frattempo cerco le chiavi nella borsa. Non appena entriamo in casa, Luke mi supera per andare a chiudersi nella sua stanza.
Sta decisamente tramando qualcosa.
Ma ora non mi interessa.
Afferro il pacchetto di sigarette e l'accendino dalla tasca della giacca ed esco nel piccolo portico per fumare.«So give me your worst excuses, any reason to stay...» comincio a canticchiare come mio solito tra un tiro e un altro della sigaretta.
«Give me your lips that taste of her, I'd kiss them again...» sento dei passi dietro di me, ma non mi preoccupo nemmeno di girarmi.
«I'd rather you walk all over me than walk away, give me the worst of you 'cause I want you anyway...»
«La tua voce è stupenda, come sempre.»
Mi sento arrossire al complimento di Luke quindi continuo a dargli le spalle mentre fumo.
«Non dovresti fumare Andromeda.» afferma poi. Ma prima che possa mandarlo a quel paese, Luke mi ricorda quanto possa essere pericoloso per le mie corde vocali.
«Dimmi qualcosa che già non so, Hemmings.»
«Sta sera esco con Juliette.»
Rimango immobile, non un singolo movimento da parte mia.
«Buon per te.» rispondo semplicemente finendo la mia amata sigaretta.
«Ci divertiremo molto.» aggiunge il biondo, io continuo a dargli le spalle.
Ad un tratto, sento la sua mano grande sulla mia spalla che mi costringe a voltarmi.
«Sta sera potrei anche baciare Juliette.» dice guardandomi fissa negli occhi.
Io rimango impassibile esattamente come poco prima.
Ma dentro di me c'è un incendio e mi sento come se mi avessero pugnalato il cuore per cento volte di fila.
E ora sto sanguinando e chiedendo aiuto con gli occhi.
«Oh che diavolo!!» sbotta Luke facendomi sobbalzare per lo spavento.
«Dimmelo!»
«Dirti cosa?!» alzo la voce anche io.
«Dimmi che vuoi che passi la notte con te Andromeda, dimmi di lasciar perdere Juliette!»
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American Love Story || Luke Hemmings
Fanfiction«Hai un accento strano, ragazza.» «Tu sei strano.» «No, sono australiano.» «Non sono sinonimi?» *** "Tutto questo mi ha fatto pensare che, semplicemente, due anime sono destinate a conoscersi, che lo vogliano o meno, ed ogni persona che incontriamo...