FUOCO E GHIACCIO
"È nel fuoco che arde la fiamma
della mia passione... è nel
ghiaccio che cerco rifugio al mio
dolore."
- Roberto Giusti
Una familiare nausea ed un atroce mal di testa mi fanno destare dal sonno. Mugolo portandomi una mano alla tempia e lentamente apro gli occhi. Quando noto che tutto ciò che mi circonda è rosa, ricordo dove sono e con chi mi dovrei trovare nel letto. Mi sveglio di colpo e giro la testa per trovare un letto vuoto. Non me lo sono sognato, ero a letto con Aaron... Il suo profumo ancora intriso nelle lenzuola mi da conferma che non me lo sono immaginato. Scosto via il pesante piumino rosa e controllo se si è spostato nel letto di sopra. Nulla. La testa mi gira leggermente mentre lascio la stanza. La prima che scorgo è Emma. È dietro il bancone della cucina e con un sorriso stampato sul volto guarda verso il divano. Seguo il suo sguardo e noto Alex ed Aaron con la chitarra in mano. Le prima note di una canzone risuonano nella stanza. <<Buongiorno>>. Torno a guardare la bionda che mi saluta cordialmente. Deve essersi appena svegliata, perché indossa solamente la camicia che ieri aveva Alex. È dannatamente bella, sembra un angelo! Io non voglio immaginare che aspetto ho! <<'giorno>> borbotto avvicinandomi. Prendo posto su uno sgabello di fronte al bancone. A questo punto anche i ragazzi si accorgono della mia presenza. <<Buongiorno bella addormentata>> mi prende in giro Alex. Gli faccio una linguaccia. Il mio sguardo poi si sposta su Aaron che mi sorride dolcemente ed io ricambio. <<Alison e Kevin?>> domando rendendomi conto solo adesso della loro assenza. <<Kevin era messo piuttosto maluccio e sono andati alla residenza. Hanno preso un taxi e ci hanno lasciato le chiavi della macchina>>. Annuisco al moro per poi portarmi una mano alla tempia. <<Anche qualcun altro ci ha dato dentro>> mi deride Emma. Sento il rumore di un bicchiere che viene posato sul piano da lavoro e quando mi volto ne noto uno pieno d'acqua ed un'aspirina. <<Grazie mamma>>. Sorrido alla bionda e butto giù la pastiglia scolandomi tutto il liquido trasparente e fresco. <<E comunque...>> inizio inarcando un sopracciglio <<...quelli ad averci dato dentro siete stati voi>> continuo passando lo sguardo tra Emma ed Alex. Mentre Aaron cerca di trattenere una risata la coppietta diventa rossa dall'imbarazzo. <<Oddio!>>. Emma si porta le mani sul volto per nascondersi. <<Esatto, dicevi proprio così>>. Mi mordo il labbro inferiore mentre Aaron scoppia a ridere. A questo punto anche Alessandro ride. Mi volto verso Emma che continua a nascondere il volto tra le mani. <<Scusate>> mormora imbarazzata.
<<Ecco la colazione, o meglio il pranzo>>. Emma mi posa davanti un piatto di uova e di bacon e fa lo stesso con i ragazzi prima di sedersi al mio fianco. Guardo il mio piatto facendo una smorfia. <<Non so se riesco a mangiare>> borbotto mentre sento un senso di nausea montarmi dentro. <<Mangia>>. Mi giro lentamente verso chi ha usato un tono perentorio con me. <<Come scusa?>>. Inarco un sopracciglio in direzione di Aaron. <<Devi mangiare o starai peggio>> ribatte deciso. Lo fulmino con lo sguardo ma è intento a mangiare il suo piatto per degnarmi di un'occhiata. <<Lentiggine o mangi o te la fai a piedi sino alla Juilliard>>. Sento una risata soffocata da un colpo di tosse e quando mi volto Alex ed Emma ci scrutano con un sorrisetto. Che hanno da guardare?! <<Non chiamarmi lentiggine!>> borbotto per poi sbuffare ed infilarmi un pezzo di bacon in bocca. Non so nemmeno io perché gli sto dando retta! <<"Non chiamarmi angelo">> sento mormorare in tono femminile Alex. Emma gli da una gomitata per poi sorridere a trentadue denti. Li guardo interrogativa. Lo sguardo di Alex si fa tenero. <<Non voleva che la chiamassi angelo>>. <<E lui si ostinava a farlo>> continua Emma con un finto tono esasperato. <<Ma a lei in realtà piaceva>> conclude lui per poi darle un bacio sulla fronte. Inizialmente si finge ostile ma poi cede e sorride. Ora che ci penso, il fatto che lui mi abbia dato un soprannome e che lo continui ad utilizzare nonostante gli abbia detto di smetterla, è una cosa intima, solo nostra. Con la coda dell'occhio lo sbricio e quando lo faccio noto che lui mi stava già guardando. Sotto al suo sguardo sento una strana sensazione allo stomaco.
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3. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata per sbaglio
ChickLitVOLUME III Quando Marta, al quinto mese di una gravidanza non programmata, subisce un aborto si sente il mondo cadere addosso. Non aveva mai desiderato quel piccolo fagiolino che cresceva dentro di lei, ma sin dal primo momento in cui sentì battere...