Capitolo 26

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M'AMA O NON M'AMA


"Se dubbio d'amor

troppo ti è duolo

scegli una margherita

con un petalo solo."

- Stefano Benni


<<Lentiggine svegliati>>.

Vengo sbatacchiata dolcemente e lentamente apro gli occhi. Due nocciola che mi fissano con affetto fanno piegare le mie labbra in un sorriso.

<<Lentiggine?>> ripete una voce spezzando l'incantesimo in cui le iridi di Aaron mi avevano catturata.

Mi volto verso Elena che si è sporta dal sedile del passeggero. Ha uno sguardo divertito ed un sopracciglio inarcato.

<<Parla "la luna della sua vita" o qualsiasi stronzata dicevate>> la rimbecco lanciando un'occhiata al suo ragazzo.

<<Yer Jalan atthirari anni>> precisa Andreas. <<E ce lo diciamo ancora>>, fa un occhiolino alla sua ragazza.

Alzo gli occhi al cielo.

<<Che c'entra il Trono di Spade?>> domanda Aaron che non ha capito nulla della nostra conversazione.

<<Ti prego non dirmi che anche tu sei fissato con quella stronzata?!>>, riporto lo sguardo su di lui.

<<Non è una stronzata!>> ribatte indignata Elena che ha capito alla perfezione le mie parole in inglese.

I ragazzi iniziano a ridacchiare mentre io e la mia migliore amica discutiamo su quale sia la definizione corretta di stronzata. O meglio, sul fatto che ha lei piacciono film dove: o vedi teste ed arti volare; o vedi una sorella che si fa inculare dal fratello. Mi domando a certa gente come faccia a piacere certe boiate, che istigano alla violenza...o all'incesto.

<<Non capisci un cazzo!>>. Sono le parole che mi grida contro Elena prima che Andreas annunci il time-out.

<<Ragazze, per quanto una lotta tra femmine potrebbe essere allentante, non ci tengo che si svolga nella mia auto e tanto meno che vi facciate male a vicenda>>.

<<Sta zitto>> esclamiamo io e Elena in contemporanea, nessuno deve interrompere le nostre discussioni!

Ci scambiamo un'occhiata ed iniziamo a ridere. I ragazzi ci guardano male e noto Andreas fare un gesto con il dito verso Aaron come per dirgli che siamo pazze. Sento il moro al mio fianco ridacchiare e lo colpisco con un pugno.

<<Ehi!>>, si porta una mano dove l'ho colpito e finge di aver provato dolore.

Alzo gli occhi al cielo. <<Scendi dalla macchina "bel culetto"!>> esclamo indignata mentre tutti scoppiano a ridere.

Un campanello che suona ripetutamente mi costringe ad aprire gli occhi contro voglia.

Il braccio di un Aaron completamente in coma mi preme contro il materasso. Lo sollevo cercando di non svegliarlo.

<<Che diamine di ore sono>> borbotto stroppiandomi gli occhi.

Il campanello suona un'altra volta. Sbuffo e mi avvio alla porta d'ingresso. Nello stesso istante anche Andreas lascia la camera di Elena.

3. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata per sbaglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora