Capitolo 15

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SCRIVOSA


"Mignolo: Cosa facciamo questa sera, Prof?

Prof.: Quello che facciamo tutte le sere, Mignolo.

Tentare di conquistare il mondo!"

-Mignolo e Prof.


Troppo presto il contatto tra le nostre labbra si interrompe. Istintivamente emetto un verso di disapprovazione. Spero che lui non lo abbia sentito ma quando lo guardo, mentre si alza dal pavimento, non posso fare a meno di notare il suo sorrisetto. Mi offre la sua mano e la prendo per alzarmi. Lo seguo con lo sguardo mentre raccoglie il cartone della pizza e le due bottiglie di birra vuote disseminate sul pavimento. Dopo aver accartocciato la scatola butta tutto in un cestino dell'immondizia sotto la sua scrivania. <<Sei stanca?>> mi domanda dopo un mio sonoro sbadiglio. <<Non ho dormito molto stanotte>> affermo con un sorrisetto. <<Già, nemmeno io>> ammette ridacchiando. <<Quando mi sono addormenta?>>. Non mi ricordo l'esatto momento in cui ho chiuso gli occhi. Ricordo solamente una familiare melodia che suonava dalle cuffiette ed il suo profumo. <<Alla seconda canzone>> mi informa con un sorriso. <<E tu?>>. Alza le spalle. <<Non saprei>>. Sapere che lui era li, nel letto con me, sveglio mentre io stavo dormendo mi fa arrossire. <<Vuoi vedere se Kevin si è svegliato?>>. Mi imbroncio. Non voglio andarmene. <<Oppure potrei restare qui>>. Lo vedo sorride. <<Oppure potresti restare qui>> ripete. <<Ma prima dovrei andare al bagno>> ammetto ridacchiando.

Quando ritorno nella camera lo trovo sdraiato sul letto di sotto, quello che presumo sia il suo. Ha il cellulare in mano, e la prima cosa che noto è il suo sorriso. La sua adorabile fossetta fa capolino sulla sua guancia sinistra mentre guarda non so cosa sul suo telefono. Che stia massaggiando con qualche ragazza? Il solo pensiero mi fa stringere lo stomaco e non so il perché. Non si accorge del mio rientro sino a che non mi siedo ai suoi piedi. <<Che stai facendo?>>. Ho tentanto di non usare un tono troppo acido, ma ho fallito miseramente. Il sorrisetto sparisce e sposta lo sguardo su di me, come se fosse stato beccato con le mani nella marmellata. <<Stavo guardando queste>> dice mentre mi porge il cellulare. Inarco un sopracciglio mentre lo prendo. Vuole farmi vedere qualche foto porno che gli ha mandato qualche ragazza? Quando guardo il display la mia espressione accigliati si trasforma in un sorriso. Stava sorridendo mentre guardava le foto di una ragazza...ma quella ragazza sono io. Sono nelle pose più goffe e ridicole, mentre tento di stare in equilibrio sui pattini oggi pomeriggio. Non sono un bel vedere, anzi, mi chiedo come mai sorridesse e non si stesse scompisciando dalle risate. <<Imbarazzante>> borbotto ridandogli l'apparecchio. <<Io direi piuttosto adorabile>>. Ed è a quel punto, mentre allungo la mano per porgergli il cellulare, che la sua stringe il mio polso e mi tira su di se. Trattengo il respiro e sento il cuore salirmi in gola. Il mio intero corpo preme contro al suo, come oggi sulla pista di pattinaggio. Non si è mai comportato in questo modo e la cosa...la cosa mi eccita. <<Che stai facendo?>> domando maliziosa a pochi centimetri dal suo volto. Non risponde, si limita a guardarmi intensamente mentre la sua mano percorre il mio fianco per poi risalire ed accarezzare la mia guancia. Sento un ormai troppo familiare sfarfallio allo stomaco. Mi piace questa sensazione, mi piace anche troppo, ed è per questo che preferirei non sentirla. Non riesco più a ricambiare il suo sguardo. <<Sai esistono le coperte se hai freddo>> dico ironica. Mi metto a cavalcioni su di lui riprendendo il controllo. Non posso lasciarmi andare, non sono pronta. Anche se mi sono sollevata, il letto a castello ci obbliga a rimanere incastrati e questo implica che il mio viso rimane comunque ad una distanza allettante dal suo. <<Hai intenzione di parlare Whelp?>>. Scandisco il suo cognome che in italiano significa cucciolo. Il fatto che non dica nulla, ma che continui a fissarmi intensamente, inizia a mettermi a disagio. <<Ok>> farfuglio tentando di alzarmi ma lui mi blocca stringendomi i fianchi. Percepisco un formicolio al basso ventre. <<Stavo contemplando la tua bellezza>>. A quelle parole le farfalle nel mio stomaco vengo fatte fuori, si uccise, dai fuochi d'artificio che sono stati innescati dalla sua frase e dalla sua mano che ora accarezza una mia guancia. Mandando a fanculo tutti i sensi di colpa che mi attanagliano ogni istante delle mie giornate, mi chino su di lui e faccio unire le nostre labbra. Adesso le farfalle sono risuscitate e stanno ballando allegramente una samba. La sua bocca sa di birra, pizza e di lui. Un mix eccitante che fa impazzire le mie papille gustative. In questo bacio non c'è nulla di dolce, è un bacio disperato nel quale lo supplico di ridirmi frasi del genere e di cancellare il mio dolore. Nemmeno l'alcol riusciva a farmi stare bene come riesce lui. L'alcol riusciva a non farmi sentire nulla, lui riesce a farmi sentire viva. Gli mordo il suo carnoso labbro inferiore, ho sempre sognato di farlo. Dalla bocca gli sfugge un verso roco e sexy che arriva dritto alla mia femminilità. La sua stretta si fa salda sui miei fianchi mentre istintivamente mi muovo sopra di lui. Sento la sua erezione crescere ed il mio sesso bagnarsi. Le nostre lingue si intrecciano in una danza erotica. Ad un certo punto però si stacca. Sollevo il volto per guardare il suo. Ha gli occhi chiusi ed un'espressione contratta. Quando li riapre non c'è più traccia di nocciola o verde nei suo occhi, ma solo due pozzi scuri. <<Credo che dovresti smetterla di muoverti così...>>. La sua voce è bassa e roca, carica di desiderio. <<E perché?>> ribatto con finta innocenza. Inarca un sopracciglio e poi abbassa lo sguardo dove i nostri sessi si incontrano. A dividerci c'è solo la stoffa dei nostri pantaloni e dell'intimo. I miei jeans tengono alla larga la mia femminilità bagnata dal suo ormai evidente bozzo coperto dai pantaloni della tuta. Non conosco molti ragazzi che vorrebbero fermarsi a questo punto. Accidenti, nemmeno io voglio farlo! Alzo lo sguardo ed incrocio il suo. <<Perché?>> ripeto, ma questa volta seria. Mi guarda come se anche lui stesso si stesse porgendo la solita domanda. Inizio a sentirmi a disagio ed un peso mi si posa sul petto. Faccio per alzarmi da lui e questa volta mi lascia fare. Sento un pizzico di delusione, speravo che mi trattenesse. <<Non sarai uno di quei ragazzi che voglio arrivare vergini al matrimoni?>> scherzo per nascondermi dietro la maschera dell'ironia. Mi avvicino alla finestra. <<Mi fai sentire come se stessi cercando di portarti via la tua virtù>> continuo ma questa volta con un tono più fiacco. Sento la rete del letto cigolare e poco dopo una mano si posa sulla mia spalla. Mi sposta i capelli e percepisco il suo respiro sul mio collo. Istintivamente lo piego dalla parte opposto. <<Non puoi nemmeno immaginare quanto desideri scoparti...>> la sua voce è quasi un ringhio che mi fa eccitare più del dovuto. Deglutisco a fatica mentre finisce di parlare. <<...ma non lo farò. Per lo meno non ancora>>. Sento le gambe molli e lascio che la mia schiena prema contro il suo petto. <<Perché?>> . Mi rendo conto troppo tardi che quelle parole sono uscite quasi come un ansimo. <<Perché prima voglio conoscerti meglio e non voglio rovinare tutto con il sesso>>. Le sue parole sono così pure che sento gli occhi pizzicarmi. Il mio sguardo si posa sul piano al mio fianco. <<Suonami qualcosa>> sussurro.

3. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata per sbaglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora