Quante volte ti è capitato di imbatterti in una storia bellissima, che ti ha fatto emozionare in una maniera indescrivibile, facendoti innamorare all'istante di quelle parole e dei suoi personaggi per poi scoprire che ha giusto una manciata di visua...
Letta più di un anno fa è una di quelle storie che si torna con piacere a rileggere ed è sempre la stessa emozione.
E' una storia d'amore, una storia che parla di cose vere, di fatti quotidiani, di eroi come quelli che abbiamo vicino ogni giorno, di un destino a volte non programmato ma non per questo meno accettabile. E' scritta molto bene e scorre via fin troppo velocemente. Il tutto accompagnato da una playlist musicale di tutto rispetto. Non è precisato in che periodo è ambientata, anche se si fa riferimento all'adolescenza del protagonista vissuta nel pieno degli anni '80.
Il protagonista è Cristian, trentaseienne all'epoca dei fatti, un militare italiano come tanti, un eroe dei nostri tempi, che racconta in prima persona ciò che succede nella sua vita in 23 giorni di ferma, giorni che lo arricchiranno e lo cambieranno (da qui il titolo alla storia) e nei seguenti giorni di rientro in servizio in cui le cose avranno un altro sapore. C'è ovviamente anche una Lei, con un carattere opposto che compensa e si incastra con quello del protagonista, che equilibrerà il lato scontroso e chiuso di Cristian e poi ci sono anche dei personaggi secondari, le famiglie, gli amici, i commilitoni, che si armonizzano perfettamente nel tutto.
Impossibile raccontare di più senza spoilerare... i fulcri della storia sostanzialmente sono proprio questi due periodi distinti e contrapposti, giorni spensierati, momenti duri e tutto ciò che di bello e di brutto vi succede: i giorni estivi di congedo trascorsi al suo paese e i giorni del rientro in missione nella realtà del suo lavoro. Quei 23 giorni saranno proprio lo spartiacque della sua vita, segneranno il confine tra come era prima e come necessariamente sarà dopo.
Nello spazio di 46 capitoli ti affezioni, ti innamori, ti disperi e ti arrabbi, percepisci ciò che prova lui e chi come lui fa questo "lavoro", sopporta questi ritmi e questi rischi rinunciando a tante cose che sono invece la normalità per i coetanei. E' una storia scritta davvero molto bene, la scrittrice è talmente pignola da averla corretta, limata e rivista non so quante volte, quindi è praticamente senza alcun refuso. E' una storia semplice, emozionante che mi ha fatto battere il cuore, commuovere e che mi ha lasciato qualcosa dentro. Credo davvero che meriti qualche attenzione in più.
