E credo vi starete chiedendo anche chi sono io. Allora mi presento subito, sono Christian Dean: il ragazzo più popolare e affascinante della scuola. Ho diciannove anni e sono stato bocciato. Sono alto, con una corporatura muscolosa al punto giusto e ho una carnagione diciamo chiara. Ho i capelli corti, neri e occhi verdi. Abito solo con mio padre Richard di quarantacinque anni, e la mia piccola sorellina che amo, Carly di sei anni. Ho pochi amici, ma quello più importante è Patrick, siamo un duo molto unito ed amiamo le motocross.
Già, la mia più grande passione. La maggior parte dei ragazzi è fissata con il calcio, ma trovo più emozionante l'adrenalina che ti da un motore, che ricorrere una palla. Il motore, se lo tratti bene, può darti tutto quello che ha. Può farti vincere, farti sentire orgoglioso, può farti sfogare. Può tutto, ma dipende anche da te. Se non lo sai usare può anche farti male. Per me una motocross non è soltanto pezzi di plastica colorata o ferro messi insieme, o soltanto ruote e sedile. Per me una motocross è come una persona. Vado dappertutto con lei, infatti ne ho una bianca. Però, io e lei, nascondiamo diciamo un segreto... Di mattina sono il solito Christian playboy, e di sera cambio: divento Ash, il famoso White Demon. Nessuno, a parte il mio migliore amico e mia cugina Jennifer, sa che Christian e Ash siano la stessa persona ma a me va bene così. Non c'è bisogno di travestirmi, perché il fisico di un ragazzo è molto simile a quello di tutti gli altri ragazzi. Non posso dire la verità a mia sorella Carly perché vivrebbe con la costante paure di perdermi, ed io non sono come mia madre.
Io e Patrick ci conosciamo da quando avevamo undici anni e siamo andati alle medie, da lì in poi siamo diventati subito amici stretti e siamo ancora qua, insieme. Mi fido di lui ciecamente, e so che mai mi tradirebbe, lui è letteralmente la parte razionale e buona che manca in me. La cosa che più invidio di lui è la famiglia, ha dei genitori presenti e disponibili che mi hanno accolto a casa loro subito, come se fossi un secondo figlio. Per me Patrick è come un fratello, sicuramente più di quello che purtroppo già ho...
Mia madre ci ha abbandonati quando eravamo ancora molto piccoli, si chiama Doroty, mai più vista o sentita. Disse che era troppo giovane per avere già una famiglia, che voleva fare tutto quello che voleva, che voleva vivere divertendosi piuttosto che stare tutto il giorno a casa con due mocciosi. Non si è accontentata di farne uno, bensì tre. All'inizio non avevo capito niente, pensavo che i miei genitori avessero solo litigato come sempre, ma dopo quelle orribili parole, dopo quella scena di mia madre con le sue valigie che entrava in macchina sola, mi sentii molto male.Da parte sua ho ereditato gli occhi che odio così tanto, mio padre da piccolo mi ripeteva spesso che furono quelli a farlo innamorare di Doroty. Io invece amavo i suoi lunghi capelli castano scuro, naturali. Quando se n'è andata li aveva raccolti in un foulard blu, il mio colore preferito, chissà se lo sapeva.
Anche se c'è mio padre con me, ogni figlio ha bisogno della propria madre.
Ma l'ho odiata così tanto in quel momento... E quell'odio non è mai svanito.
Non ho avuto una madre che mi raccontasse le fiabe da piccolo. Che capisse qual era la ragazza giusta per me. Che mi amasse... Che semplicemente, ci fosse.
Ho solo una foto con lei, incorniciata e messa in uno scaffale della mia camera, rivolta verso il basso. Almeno una volta al mese la alzo e la guardo e non so che dire o provare, se ridere o piangere. La dovrei odiare per quello che ha fatto. Per averci abbandonato. Per aver lasciato mio padre. Per non essersi comportata da madre. Per tutto la dovrei odiare. E invece, diciamo, che... Si, la odio e basta.
Vi sembra facile far crescere una piccola bambina in armonia quando a casa manca? Vi sembra facile studiare e fare i compiti, mentre hai tanti di quei casini nel cervello da farvi venire il mal di testa? Vi sembra facile continuare a fare tutto da solo? Senza un aiuto sempre pronto? Vi rispondo io: no, non lo è affatto. Si, mio padre c'è, ma ricordiamoci che lui deve lavorare molto per mantenerci. Siamo pur sempre una famiglia di quattro componenti con necessità e bisogni. Anche se qualche volta, non so come, ritorna a casa con più soldi del solito...
La cosa più preziosa che ho è mia sorella, quanto la adoro. Mi dispiace per lei, per aver perso la madre appena nata, per vivere sola in una famiglia di soli maschi. Come si sente in verità, anche se dice che per lei va tutto bene? Ha delle amichette ma so che le manca l'adulta figura femminile che dovrebbe avere. In casa non ne parliamo mai ma so che è così, è normale e mi dispiace.Faccio le gare motociclistiche anche per guadagnare soldi, i di solito li spendo per lei, per comprarle qualche vestito, qualche gioco e tutto ciò di cui ha bisogno, spero di non farle mai mancare niente e darle tutto ciò che vuole, soprattutto affetto e presenza.
Nonostante la continua presenza di Carly e quella di Richard, mi sono sempre sentito solo. Sono dovuto crescere troppo in fretta, senza quasi nessuno. Ho dovuto capire e fare tutto io, imparando molte cose. Ho dovuto affrontare esperienze che un comune adolescente non dovrebbe vivere. Sono un ragazzo decisamente solitario e soprattutto silenzioso, non amo la compagnia, preferisco stare solo. Non posso dire di trovarmi bene con me stesso, ma posso confermare che non mi trovo bene con nessuno. Non faccio entrare 'estranei' nella mia vita, non ne ho bisogno. Se addirittura mia madre, la donna che in primis mi dovrebbe amare, mi ha abbandonato... Perché non dovrebbero farlo anche gli altri? La verità è solo questa: nessuno resta mai per davvero ed io ormai ho imparato ad andarmene per primo.
Questo sono io, diverso da ciòche sembra.
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Night or Day?
General FictionSono completamente distinti, come il nero e il bianco, il buio e la luce, il dolce e l'amaro, ma soprattutto come la notte e il giorno. Due ragazzi con storie diverse, con caratteri diversi, con pensieri diversi, con passioni diverse... Tranne una:...