3: Festa e scemenze.

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~Le vere donne si sanno far aspettare~
Pov's Alexander.
***

"Cavolo Alex, vuoi uscire da quel bagno? Non c'è la faccio più!" sento urlare dal mio migliore amico.

Farà svegliare la mia famiglia! Cioè quella che dice di essere mia madre, ma secondo me sono stata adottata, le piccole pesti e Nemo. Sono chiusa in bagno da tipo un'ora soltanto perché mi sono addormentata nella vasca... Come sempre.

Poi mi spieghi come sia possibile eh.
Con me è tutto possibile.
Giusto.
Ora mi sto asciugando i capelli che, essendo molto lunghi, ci metterò un'altra ora. Intanto vado ad aprire la porta.
"Non ti uccido soltanto perché sei la mia migliore amica." dice mentre si slaccia i pantaloni.
"Ma smettila, tu mi adori!" dico facendo gli occhi dolci.
"Si, okay. Ma ora esci prima che-..."
"Ho capito, ho capito!" alzo gli occhi al cielo e chiudo la porta del bagno.
"Ah, e sbrigati sennò faremo in ritardo, come sempre, per colpa tua" lo sento urlare per farsi sentire.
Vado in camera mia, sono già vestita, mi manca solo di calzare le scarpe nere, come chiuse e basse. So che dobbiamo andare ad una festa e che la maggior parte delle ragazze si saranno messe mini gonne, tacchi chilometrici e top che non lasciano all'immaginazione. Ma io sono Alexander Josh, per il 50% maschiaccio. Quindi indosso soltanto un jeans strappato con sotto le calze a rete nere e una maglietta leggermente corta del medesimo colore. Mi pettino i capelli e di sopra non indosso niente. A parte che sento spesso caldo, ma anche se ci fosse freddo preferirei congelare che indossare un giubbotto... Ble, che bestemmia.
"Devo proprio dire che se ti guardo ancora vomito arcobaleni a quanti colori indossi..." dice Harry squadrandomi.
"Conosci come sono fatta! Su andiamo, che siamo già in ritardo..." lo spingo verso la porta.
"Chissà per colpa di chi!" risponde guardandomi male. Ops.
"Dai non fare una strage, sono soltanto le... 23:00..." doppio ops.
"Dovevamo già essere li alle 22:30." Triplo ops.

Ovviamente guida lui, non vorremo morire così giovani.

Lui ha l'età per portarla, io no.
Entriamo nella macchina di suo padre, accende e parte, mentre io cerco una canzone decente, la sala dista circa un quarto d'ora.
"Trovataaa!" urlo d'improvviso.
Harry si ferma di scatto e mi guarda impaurito.
"La canzoneee!" continuo.
Sbatte la testa contro il volante e riparte.
"Allora Alex, ti raccomando di non esagerare come al tuo solito, non vorrai ridurti come l'ultima volta."
"Sisi..." gli faccio la linguaccia mentre penso a tutte le volte in cui mi ha ripetuto, inutilmente, questa frase.
"Siamo arrivati, andiamo." scendiamo e mi mette un braccio in torno alle spalle, suo solito fare.
La musica si sente già da qui e non siamo neanche entrati. Appena varchiamo la porta un forte odore di sigaretta e birra invade le nostre narici. È una sala molto grande, a due piani. Forse per chi, dopo, dormirà qui o per chi è stufo della musica e va sopra per non sentirla tanto.
C'è tanta gente: chi fuma, chi beve, chi parla solo sicuramente fatto, e alcune ragazze totalmente diverse da me, ma non mi interessa: ho molta autostima nei miei confronti. O per lo meno, mi sono costretta ad averne.
"Ciao ragazzi!" urla un ragazzo a noi.
"Ciao, tizio." rispondo io, cercando di essere gentile, non sapendo come si chiama.
Harry si sbatte la mano in fronte e il ragazzo si presenta.
"Scusa, non mi sono presentato. Sono l'organizzatore di questa festa, piacere Patrick."
Patrick???
"Piacere mio, Spongeboob" rispondo ridendo lievemente.
Non riesco a capire l'espressione del ragazzo. Stupita? Annoiata? Bho...
"Andiamo a divertirci, Alex." urla Harry per sovrastare la musica, salvandomi.
Andiamo in pista e balliamo sulle note di... Bho, non lo so, basta che sia raggaeton.
Ballare per modo di dire, perché per lo più del tempo facciamo i cretini, ma ci divertiamo così.
"Harry, andiamo al bar!" urlo e lui annuisce.
"Uno di vodka alla fragola ed uno al melone" ordina Harry per noi.

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