CAPITOLO 1

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Quattro anni dopo.


Finalmente la finestre della cucina è stata riparata, il freddo inizia ad essere insopportabile, questo freddo perenne che non se ne va. Lo stipendio appena preso sta terminando, se penso a tutte le altre spese che mi attendono rabbrividisco.

Il telefono che squilla mi riporta alla realtà, è il numero del ristorante in cui lavoro, prego che sia per un extra, ne ho davvero bisogno.

‹‹Elizabeth sono Lucrezia, saresti disponibile per questa sera? Laura si è ammalata all'improvviso e non può venire.››

Esulto mentalmente prima di rispondere.

‹‹Certo, alle sei e mezza sarò lì.››

Quei soldi si sarebbero aggiunti ai soli duecento euro che mi sono rimasti, non so ancora come arrivare a fine mese.

"La dolce notte" è un ristorante piuttosto alla moda, trovare lavoro qui è stato un miracolo, il genere di clientela che frequenta il posto tende a lasciare buone mance, e anche la paga non è male, se non fosse per tutte quelle spese che la vita richiede non avrei motivo di lamentarmi.

‹‹Finalmente sei arrivata. Questa sera abbiamo prenotazioni importanti. La sala due è completamente riservata per una cena di lavoro, ti occuperai di quella insieme ad Iris, se solo si degnasse di arrivare. Mi raccomando, mi aspetto un servizio eccellente. ››

Non ho nemmeno il tempo di rispondere che Lucrezia, la direttrice di sala, scappa a gambe levate a tartassare qualcun altro.

Al tavolo di cui mi occupo ci sono una decina di persone, tutti uomini,iniziano a parlare tra di loro da quando si siedono e non smettono più, ringrazio mentalmente che hanno già scelto un menù altrimenti dubito che anche uno solo di loro mi avrebbe degnato di uno sguardo.

‹‹Ma hai visto che belli alcuni? Cioè ti metti con uno di quelli e ti sistemi a vita.››

Mi volto verso Iris che parla tutta entusiasta, a quanto pare li ha osservati attentamente.

‹‹Non ci ho fatto molto caso, non sono tutti vecchi?›› Mi guarda come se fossi pazza e poi scuote la testa.

‹‹Ora che portiamo i dolci facci caso, ti farò segno verso quei due che sono belli come pochi.››

Annuisco distrattamente più per farla stare zitta che per altro.

La mia collega non si smentisce, do uno sguardo verso di lei mentre servo i dolci e mi accorgo che mi fa l'occhiolino sopra alle teste di due uomini che a guardarli bene sembrano piuttosto giovani. Hanno entrambi i capelli castano scuro, uno ha i capelli più lunghi rispetto all'altro, indossano dei completi eleganti che sicuramente costano più del mio stipendio. Si assomigliano, forse sono fratelli. Uno dei due, quello con i capelli più corti ha un'espressione piuttosto seria mentre parla con il resto del gruppo, ed è inevitabile dire che Iris non aveva torto, sono proprio belli.

A fine turno ho i piedi a pezzi, con immensa fatica mi cambio indossando i miei jeans e una maglia semplice a maniche lunghe nera, metto il cappotto, la sciarpa e dopo aver preso i miei soldi, tra cui una mancia piuttosto buona mi avvio verso l'uscita.

Purtroppo non abito molto vicino al ristorante, se sono fortunata riesco a prendere l'ultima metro prima che chiuda, altrimenti devo farmela tutta a piedi, ma questa sera non dovrei avere problemi ad arrivare puntuale.

Con le mani ben piantate nelle tasche per ripararmi dal freddo proseguo la mia strada, fino a quando non mi sento chiamare, e a quel punto vorrei solo correre ed invece mi fermo.

‹‹Elizabeth devo parlarti.››

Mi volto sbuffando ritrovandomi davanti l'unica persona che proprio non voglio vedere.

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