I raggi di un timido sole penetrano dalla finestra, sono le otto della mattina e il suo corpo è illuminato mentre ancora dorme. I folti capelli neri sono sparsi sul cuscino, il viso è rilassato, gli occhi chiusi, le labbra carnose leggermente dischiuse. Mi sembra di non aver visto niente di più bello in tutta la mia vita. Provo a non muovermi per paura di svegliarla, dovrei essere già al lavoro, ma quando ieri sera ha accettato di fermarsi qui da me non ci ho pensato due volte prima di dire alla mia segretaria che la mattina non ci sarei stato. Non si è mossa per tutta la notte, rannicchiata su se stessa come se volesse occupare il meno spazio possibile, sembra così piccola, dolce, speciale. Sorrido ripensando al rossore del suo viso quando le ho dato una mia maglietta per dormire, le sta abbastanza grande da coprirla, anche se appena svegliato mi sono accorto che la coperta era scivolata, e la maglia si era alzata durante la notte scoprendo le sue mutandine nere e le sue forme bellissime. Stringerla a me sotto le coperte è stato fantastico, il suo calore fuso con il mio, il respiro leggero a riempire il silenzio, il profumo di fragola dei suoi capelli.
Elizabeth si muove leggermente accanto a me, ritorno alla realtà e sorrido ai suoi occhi azzurri che mi fissano, ricambia timidamente, e non so come ma riesce già ad arrossire.
‹‹Buongiorno.›› Con una mano le sfioro la guancia morbida e liscia, la sua mano delicata copre la mia e la vedo chiudere gli occhi mentre si gode la mia carezza ‹‹Vuoi dormire un altro po'?››
Mi guarda ancora in balia del sonno, non credo ami alzarsi presto, ma scuote leggermente il capo e si solleva.
‹‹Devo andare al lavoro.››
La sua voce è ancora assonnata, i capelli scompigliati, e non posso fare a meno di pensare a quanto sia bella appena sveglia.
‹‹Ti accompagno io dopo, okay?››
Annuisce, ma non fa in tempo a dire nulla che il suono del campanello di casa ci coglie di sorpresa. Non possono essere i miei genitori visto che gli ho detto che sarei passato io a prendere Ryan, perciò non so chi aspettarmi.
‹‹Vado ad aprire. Raggiungimi quando vuoi.››
Sembra a disagio, come indecisa su cosa fare, ma alla fine annuisce, le regalo un sorriso che lei ricambia e corro ad aprire, purtroppo non c'è Maria che se ne occupa.
Tutto mi aspettavo tranne questo, sospiro mentre faccio entrare il mio fratellino.
‹‹Thomas mi ha detto che questa mattina non sei al lavoro e quasi non ci potevo credere. Sei malato?››
‹‹Buongiorno anche a te Alex. Perché sei qui? Non hai l'università o qualsiasi altra cosa tu faccia nella vita?››
Lui mi regala un suo sguardo di disapprovazione e si butta sul divano sbadigliando.
‹‹Ho lezione alle dieci, perciò ho tutto il tempo. Maria ha preparato la colazione?››
Sto quasi per cacciarlo quando Elizabeth spunta vestita con l'abito di ieri, se non fossi così preso ad ammirare la sua bellezza, mi renderei conto di quali casini a breve creerà mio fratello.
‹‹Guarda, guarda. Buongiorno bellissima, io sono Alex il fratello di Christian, e tu invece?››
Quel buffone si alza andandole vicina, e non posso non notare il disagio di lei nei modi molto poco pacati di lui.
‹‹Buongiorno...io sono Elizabeth, piacere.››
Si stringono la mano e decido di intervenire mettendomi vicino a lei cercando di rassicurarla con lo sguardo.
‹‹Che ne dite se facciamo colazione tutti insieme così possiamo conoscerci meglio?››
Sto per gridare no quando lui ci dà le spalle e si avvia verso la cucina, maledizione, tra meno di un'ora tutti sapranno di questa mattinata.
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Parlami del domani.
ChickLitVolume 1 della serie "Domani". Elizabeth Bellesi ha vissuto tutta la sua vita sentendosi un peso e un'intrusa. Il suo passato travagliato le ha lasciato addosso cicatrici profonde, e il suo presente le ricorda costantemente di quanto ha perso e di q...