Maria. Avevo letto chiaramente quel nome sul display del suo telefono, non ero riuscita ad ascoltare la conversazione, ed avevo anche provato a non pensarci più, ma invece eccomi qui, due giorni dopo ho ancora quel nome dentro la testa. E se fosse la sua fidanzata? O magari la moglie? In cosa mi sono cacciata? Perché niente va mai per il verso giusto? Dopo quella sera mi ero rifiutata categoricamente di cercare informazioni su internet, avevo troppa paura di vedere i miei dubbi confermati.
Mi alzo dal letto tanto non riesco più a studiare, non lo avevo più sentito dal giorno dell'appuntamento, e io non gli avevo scritto, c'era qualcosa che mi bloccava, e come mio solito stavo cercando di non affrontare la cosa.
Afferrai il cappotto e la borsa, inutile stare dentro casa, ho bisogno di aria fresca, e soprattutto di vedere una persona.
Il piccolo bar in cui entro non è molto affollato, intravedo Alice che sta servendo un caffè, fortunatamente i suoi turni di lavoro non sono cambiati. Mi avvicino lentamente, non so proprio come reagirà alla mia presenza, è più di due mesi che non ci parliamo.
Vicina al bancone sto quasi per rinunciare, ma ormai è troppo tardi, si gira verso di me, sembra sorpresa ma si riprende velocemente.
‹‹Un caffè macchiato?››
Annuisco sorridendole, è pur sempre un inizio. Quando mi mette davanti la tazzina mi faccio coraggio.
‹‹Possiamo parlare quando sei in pausa?››
Solleva un sopracciglio rivolgendomi quello sguardo di disapprovazione che odio tanto.
‹‹Abbiamo ancora qualcosa da dirci?››
Non è mai stata una persona semplice, siamo due caratteri così diversi che a volte mi chiedo come sia possibile che fino a poco tempo fa eravamo migliori amiche. Lei così diretta, ottimista, piena di energia, bellissima, ed io al contrario troppo timida, pessimista per la maggior parte del tempo, sempre piena di dubbi e paure.
‹‹Ti prego Alice.››
Soppesa la mia supplica in silenzio e alla fine annuisce. Prendo il mio caffè e mi siedo ad un tavolino in disparte aspettandola. Cosa le dirò? So che è ancora arrabbiata con me, lo ha fatto capire chiaramente, ma anche io lo sono, con lei, per quello che mi ha detto, per avermi abbandonata in un momento di difficoltà. L'attesa non fa che aumentare il mio nervosismo.
‹‹Allora cosa vuoi dirmi?›› Sollevo lo sguardo e vedo che si è seduta di fronte a me ‹‹Ho solo dieci minuti di pausa, quindi veloce.››
Vorrei strozzarla per quanto riesce ad essere antipatica quando ci si mette.
‹‹C'è bisogno di usare questo atteggiamento? Voglio solo chiarire con te, sei la mia migliore amica, possibile che non riusciamo a risolvere le nostre divergenze?››
La vedo guardarsi le unghie perfettamente colorate di nero e poi sollevare lo sguardo su di me.
‹‹Hai lasciato quel bastardo? O sei ancora lì ad attendere i suoi scatti d'ira e i suoi schiaffi?››
Non mi aspettavo un'accoglienza a braccia aperte quando sono venuta a parlarle, ma speravo che almeno riuscisse ad avere un po' più di tatto.
‹‹Sì Alice, l'ho lasciato, adesso sono più degna della tua amicizia?››
Riduce gli occhi ad una fessura, è arrabbiata, e per quanto possa dispiacermi il suo atteggiamento comincia ad infastidirmi.
‹‹Pensi che io sia arrabbiata perché il tuo fidanzato crea qualche problema a me? Io sono furiosa per quello che ti ha fatto, ma non lo capisci? Sei finita in un letto d'ospedale per lui, e nonostante questo gli hai permesso di tornare da te. Che razza di amica sarei se appoggiassi questa tua scelta?››
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Parlami del domani.
ChickLitVolume 1 della serie "Domani". Elizabeth Bellesi ha vissuto tutta la sua vita sentendosi un peso e un'intrusa. Il suo passato travagliato le ha lasciato addosso cicatrici profonde, e il suo presente le ricorda costantemente di quanto ha perso e di q...