CAPITOLO 14

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Apro gli occhi e mi rendo conto che è mattina, mi sembra di aver dormito all'infinito, mi volto verso destra e vedo Elizabeth che è ancora profondamente addormentata, uno dei suoi ricci le copre il viso, mi chiedo come sia possibile che sia così bella mentre dorme.

Dalla radiolina sul comodino provengono dei rumori, Ryan si è svegliato e credo che stia parlando da solo, è già un passo avanti che non piange più appena aperti gli occhi. Per quanto vorrei restare qui a letto con lei mi alzo e vado nella stanza di mio figlio, lo trovo ancora steso sul suo lettino che gioca con un peluche. 

‹‹Buongiorno piccolino.›› Lo prendo in braccio baciandolo sulla testa, lui mi sorride contento.

‹‹Eli?›› Mi viene da ridere per la sua domanda, ormai è sempre così, quando non la vede intorno non fa che chiedere di lei, mi stupisce ancora questo suo comportamento. Passano molto tempo insieme, ed ultimamente è sempre lei a metterlo a letto, e in qualche modo questo deve aver dato una sicurezza a mio figlio, ed è bello sapere che non verrà deluso, perché ogni volta lui è il nostro centro dell'attenzione quando siamo insieme, e in questo momento è quello di cui ha più bisogno.

‹‹Andiamo a svegliarla, okay?››

Lui annuisce entusiasta, usciamo dalla stanza e andiamo nella mia camera, lei sta ancora dormendo, ormai mi sono abituato al fatto che è davvero una dormigliona. Metto Ryan sul letto e lui gattona fino a lei e le si butta addosso, scoppio a ridere vedendo l'espressione di sorpresa e spavento nella sua faccia quando si sveglia con mio figlio spalmato addosso.

‹‹Oh Ryan, mi hai spaventato.›› Gli sorride dolcemente abbracciandolo, sono così teneri insieme.

‹‹Era impaziente di vederti, non sono proprio riuscito a trattenerlo.››

Finalmente mi degna di uno sguardo e sorride anche a me, si solleva cercando di non disturbare Ryan che a quanto pare è già impegnato a giocare con i suoi capelli.

‹‹Dovevi svegliarmi prima! Devo preparare i dolci per il pranzo ed è già tardi!››

Do un'occhiata alla sveglia e vedo che sono solo le otto.

‹‹Ti rendi conto che andremo al pranzo alle una? Direi che hai tempo a sufficienza.››

Lei scuote la testa e si alza lentamente prendendo il piccolo in braccio.

‹‹Andiamo a fare colazione. Ryan sei felice di aprire i regali che ha portato Babbo Natale?››

Lui urla entusiasta e scalcia per scendere correndo verso il salone, lo seguiamo ridendo della sua allegria.

‹‹Tutti questi sono tuoi!››

Siamo seduti intorno all'albero, credo che sia la prima volta in tre anni che facciamo una cosa del genere, anche perché ora lui è abbastanza grande da apprezzare l'idea di scartare qualcosa.

Elizabeth gli ha fatto due regali: una scatola con lettere e immagini di animali per imparare l'alfabeto e un altro per costruire degli edifici, Ryan adora queste cose, tutto ciò che va messo insieme per dare forma a qualcosa lo entusiasma, e infatti inizia subito a giocare dimenticandosi di tutto il resto.

‹‹Spero gli piacciano. Ho letto che i bambini fino a tre anni vanno stimolati il più possibile perché è il momento in cui apprendono di più.››

Le passo un braccio intorno alle spalle e l'attiro verso di me.

‹‹Grazie per aver pensato a lui.››

Guardo mio figlio giocare, sembra così contento e sereno, mi sembra passata un'eternità dall'ultima volta in cui l'ho visto così. Per quanto sia brutto ammetterlo Azzurra non gli ha mai fatto un regalo, diceva sempre a me di pensare a qualcosa, poi mi avrebbe ridato i soldi. Ovviamente non ho mai rivisto un centesimo, non che mi interessi dei soldi, la cosa triste è che non glie n'è fregato mai nulla.

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