CAPITOLO 11

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Nonostante il lavoro mi tenga impegnata non posso fare a meno di continuare a pensare a tutta la situazione che si è creata, restare concentrata su ciò che faccio è davvero difficile, e non vedo l'ora di potermene tornare a casa. 

Consegno l'ordine in cucina, c'è un via vai assurdo, lo chef non fa che gridare ordini a destra e sinistra, non deve essere facile lavorare con lui.

‹‹Elizabeth non puoi capire! C'è quel tizio bello della cena in cui abbiamo lavorato insieme, e ha chiesto di te! Non ci posso credere che hai fatto colpo, certo che ne ha aspettato di tempo eh! Lucrezia ha detto che devi subito andare lì, prendo io il tuo tavolo.›› Ci metto un attimo a metabolizzare tutto ciò che ha detto Iris, a volte parla talmente veloce che comprenderla è difficile. 

Christian è qui, non posso crederci che sia venuto a cena, so che in qualche modo vuole dimostrarmi che la presenza di Azzurra non cambia nulla, e glie ne sono grata, anche se mi dispiace dover essere una preoccupazione in più per lui.

Lo raggiungo velocemente sotto lo sguardo severo di Lucrezia, ovviamente ha paura che in qualche modo danneggi la possibilità di averlo come cliente fisso, non so se ridere o no della cosa.

‹‹Buonasera signor Ward, cosa posso servirle?›› Lui mi sorride dolcemente guardandomi dritto negli occhi, è vestito elegantemente con il suo completo, probabilmente viene direttamente dall'ufficio.

‹‹Sarei più che felice di avere la tua compagnia, ma visto che non è possibile ordinerò qualcosa dal menù.››

Sembra stanco, so che questa situazione non è per niente facile, e forse venire a cena qui è anche un modo per sfuggire da tutto ciò che lo aspetta a casa, e in qualche modo sono più che felice di poter essere di aiuto.

‹‹Be' abbiamo un ottimo menù, perciò non è male come consolazione.››

Mi sorride e lo sfoglia velocemente, dopo aver preso il suo ordine lo fisso per qualche secondo in silenzio prima di parlare.

‹‹Tutto bene?›› Sospira rassegnato ‹‹Potrebbe andare meglio, diciamo che oggi non ne va una a verso.››

Mi dispiace per lui, vederlo così stanco e triste, mi pento di essere stata così fredda nei suoi confronti, quando invece avrei dovuto essere di sostegno.

‹‹Se ti aspetto posso riaccompagnarti a casa?›› Annuisco, forse parlare un po' lo farà sentire meglio.

****

Finisco di leggere qualche email che oggi non ho avuto il tempo di vedere, tra poco Elizabeth finirà il suo turno e non vedo l'ora di stare in sua compagnia.

La giornata di oggi è una di quelle che vorrei dimenticare, non solo l'arrivo di Azzurra ha scombussolato la mia vita che stava finalmente iniziando a girare per il verso giusto, ma ha dovuto peggiorare il tutto facendo in modo che anche i miei sapessero del suo arrivo, perciò ho passato metà del mio pomeriggio a litigare con ogni singolo familiare, persino mio padre.

So che farla stare in casa con me è sbagliato, non c'è bisogno che qualcuno me lo dica, ma con la sua astuzia Azzurra ha saputo colpire i punti giusti tirando in ballo nostro figlio e il fatto che vuole passare più tempo con lui, cosa tra l'altro che non sta facendo, da quanto mi ha detto Maria ha passato il pomeriggio al telefono, senza fare nulla e senza degnare di uno sguardo Ryan.

Esco dall'auto chiedendo a Marco di aspettare, raggiungo l'entrata secondaria del ristorante, Elizabeth mi ha mandato un messaggio che ha finito, guardo l'orologio e sono le undici, fortunatamente è stata veloce.

‹‹Ehi!›› Esce dalla porta e mi viene incontro, rimango sorpreso quando mi abbraccia, ma finalmente riesco a rilassarmi, in questo momento lei è tutto ciò di cui ho bisogno.

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