1. Buco nero (p.6)

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Lisa viene a sedersi accanto a me.

«Ti ho portato del sidro».

Smetto di suonare e faccio per prendere la bottiglia, ma lei tira indietro la mano.

«Ah-ah. Non così in fretta. Te la devi meritare».

Ci penso su un attimo, poi ricomincio a suonare. Fare un giro sulla sosia sfigata della mia ex sarebbe come mettere succo di frutta in una di queste bottiglie e berlo sperando di sbronzarmi.

«Vuoi restartene qui da solo come tuo fratello tutto il tempo? Me l'avevano detto che da quando quella tipa ti ha lasciato sei diventato una specie di depresso, ma Jason mi aveva assicurato che con un paio di birre io e te ci saremmo divertiti».

Ha messo il broncio e questo la rende solo più fastidiosa.

«Beh, Jason ti ha detto una stronzata» mi alzo, lasciandola da sola con la chitarra e il sidro, e mi avvicino al mio amico che sta mettendo su un po' di musica dalle casse della Ford. Andiamo avanti a bere seduti sul cofano, facendo progetti per gli ultimi giorni di vacanza e ridacchiando sulle ragazze che abbiamo conosciuto questa estate.

«Prova questa» mi fa passandomi la canna che ha in mano.

«Non voglio fumare oggi, Jay».

«Però non hai detto di no alle pasticche, l'ultima volta».

Alzo le spalle prima di buttare giù un sorso. «Dovevo pur sopportare la techno che aveva messo su Colin».

Tiro su il cappuccio. L'aria della sera è umida e fresca e le fronde degli alberi coprono la poca luce che filtra dalle nuvole.

Mi giro verso il resto del gruppo: sono spariti tutti tranne Lisa e la brunetta, che stanno chiacchierando con Adam.

Lisa gli posa un braccio sulla spalla e quel gesto mi riporta alla mente Danielle, il suo modo di toccare mio fratello quando credeva che io non la vedessi. Conosco Adam, ma non riesco a non dar peso ai dubbi che hanno iniziato a tormentarmi poco prima che Danielle decidesse di mettere fine alla nostra storia.

Mando giù il gin con una sorsata veloce e il suo sapore aspro mi aiuta a non pensare. Una mezza risata alcolica mi sale alle labbra.

Lisa si accorge che la sto fissando e si alza per venire verso di me. Ci risiamo.

«Ti va di darne un po' anche a me?».

Le passo la bottiglia, sperando che beva e si levi dalle palle.

Aspetto che finisca e faccio per riprendermela, ma lei la tira indietro con uno scatto rapido.

Mi alzo in piedi per togliergliela di mano. Lei arretra con una risatina che mi dà ai nervi.

«Se la rivuoi, vieni a prendertela». In un altro momento, con un'altra ragazza, questo giochetto mi avrebbe stuzzicato e probabilmente avrei tirato fuori il portafogli dalla tasca dei jeans. Ma adesso il patetico tentativo di seduzione di quest'oca con le tette in bella mostra ha il solo effetto di innervosirmi.

Riprendo la bottiglia con uno strattone, incurante del fatto che lei per poco non cade in avanti.

«Vuoi lasciarmi in pace?» la aggredisco. «Sei fastidiosa e insulsa e non voglio averti intorno, mi hai capito, razza di cretina?».

Mi tira uno schiaffo e se ne va, probabilmente a piangere dietro qualche albero, seguita dalla sua amichetta.

Adam le guarda allontanarsi, poi mi viene vicino.

Rain vol.2 Dieci battiti al secondo - PrequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora