9. Contatto (p. 1)

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Evan


Sono appena entrato nella mia nuova aula di matematica e vorrei già essere altrove.

Stamattina, quando ho varcato la soglia dell'edificio, sono stato tentato di mettere in scena un malore per potermene tornare a casa.

Invece mi sono trascinato all'interno e mi sono immerso nel casino, superando folle di studenti ferme davanti agli armadietti, ragazze intente a mostrarsi foto sui cellulari e ragazzi che ascoltavano musica dallo stesso iPad condividendo gli auricolari. Qualcuno mi è finito addosso nella fretta di arrivare in aula, ma nessuno sembrava essersi accorto di me. Ci ho messo un po' prima di raggiungere l'ufficio della signora O'Donogue, la tutor che si occupa degli studenti stranieri o di quelli che, come me, vengono allontanati da casa come si fa con i cani quando risultano difficili da educare. La signora O'Donogue si è dimostrata gentile ma senza scadere in cazzate da psicologa, di cui sinceramente ho la nausea. Mi ha lasciato il foglio con gli orari delle lezioni e i suoi contatti, poi mi ha mostrato come raggiungere l'aula.

Sono stato sollevato quando ho aperto la porta e ho visto che i miei nuovi compagni erano troppo impegnati a farsi gli affari loro per accorgersi di me, e ho ringraziato mentalmente quelli che continuavano a chiacchierare anche mentre mi avvicinavo alla cattedra, coprendo con le loro voci le presentazioni tra me e il professore. A nessuno piace essere al centro dell'attenzione quando non lo desidera.

Ecco perché, mentre i miei nuovi compagni mi puntano gli occhi addosso, mi sento a disagio.

Il prof. chiede loro di darmi il benvenuto e vorrei dirgli che sul serio, non ce n'è bisogno, ma lui va avanti a spiegare al resto della classe che mi sono trasferito da Cork e potrei avere bisogno di una mano per mettermi in pari con alcune materie e così via. È un tipo loquace, il professore, e mentre lui parla io ne approfitto per cominciare a studiare le facce dei miei compagni.

Le ragazze non sono affatto male, soprattutto la compagna di banco di mia cugina, una brunetta con i capelli lisci e gli occhi verdi.

Seduti nella fila accanto a loro, un biondino dall'aria sveglia e uno spilungone con gli occhi azzurri e l'aria da idiota mi guardano curiosi. Il biondino mi sorride e non posso fare a meno di ricambiare.

«Byrne, puoi andare a sederti all'ultimo banco della fila centrale, accanto a Davies».

Mi avvicino svogliatamente al mio posto. Il mio nuovo compagno di banco mi porge la mano e mi rivolge un sorriso gentile. Ha lo stesso modo di sorridere di Adam e quando ricambio la stretta lo faccio con una strana sensazione addosso. Quasi gliela stritolo, la mano.

«Conor Davies» si presenta.

«Evan Byrne» prendo posto accanto a lui e getto lo zaino sul banco.

«Sei il cugino di Shannon?» mi chiede. Ha grandi occhi nocciola che mi scrutano curiosi, sembra un cerbiatto davanti a un cacciatore.

Annuisco. Bambi sembra un tipo tranquillo, ma non sono dell'umore adatto per fare nuove amicizie, quindi evito di dargli troppa confidenza per non incoraggiare un eventuale interrogatorio. Il mio obiettivo è finire il fottuto Senior Cycle riducendo al minimo le rotture di palle e divertendomi con qualche ragazza.

Fortunatamente Conor rimane in silenzio per gran parte della lezione, limitandosi a rivolgermi la parola per chiedermi se ho bisogno di aiuto con gli esercizi.

Al suono della campanella ritiro velocemente le mie cose e scatto in piedi per sgattaiolare fuori dall'aula, ma prima di potermi allontanare dal mio posto vengo raggiunto da un gruppetto di compagni di classe desiderosi di conoscermi.

«Io sono Ciara» mi sorride una ragazzina castana, abbastanza carina. Le sue amiche si presentano a loro volta, dandomi una lista di nomi stile registro di classe: Sorcha, Siobhán, Niamh, Mary...

«Ci vediamo a biologia» sento dire da Conor mentre mi passa accanto. Cerco di accodarmi a lui per potermene finalmente andare e mettere fine a questa giostra di presentazioni, ma la mia mano viene stretta da quella di un ragazzo alto e magro, con corti capelli neri tenuti su dal gel.

«Scott» dice. «E lui è Jade» indica il suo amico, un tipo biondo magrissimo con l'aria da fattone che alza la mano come se Scott lo avesse chiamato all'appello.

Si avvicina anche ilbiondino che mi ha sorriso quando sono entrato, in compagnia dello spilungonecon cui divide il banco, mentre mia cugina e la sua amica escono dalla classeconfabulando.

Rain vol.2 Dieci battiti al secondo - PrequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora