5. Il caos che ho dentro (p. 1)

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2 ottobre, giovedì

Evan

«L'equazione di Lorenz si serve di attrattori caotici, ed evidenzia la forte dipendenza di questo genere di sistemi dalle condizioni iniziali, dipendenza cheLorenzchiamò "effetto farfalla... Byrne, a te non interessa la lezione?»

«Mh?» Sollevo a fatica la testa dal banco su cui mi ero addormentato. «Sì professor Fitzgerald,mi scusi» biascico ancora impastato dal sonno.

Lui mi lancia un'occhiata d'avvertimento. «Allora cerca di restare sveglio, o i tuoi sonnellini durante le mie lezioni avranno un effetto catastrofico sul tuo esame finale.»

I miei compagni ridono e io sorrido al professore che si sistema gli occhiali e riprende la spiegazione.

Mezz'oradopo, la campana annuncia la fine delle lezioni pomeridiane e della mia inutile giornata qua dentro. Raccolgo in fretta le mie cose e mi appresto a uscire.

«Evan, aspetta un momento.» Il professore mi ferma prima che io possa lasciare l'aula insieme agli altri. Affianco la cattedra, dove lui è intento a riporre i suoi libri nella borsa. La chiude e si appoggia alla superficie del tavolo con una mano, scrutandomi attento con i piccoli occhi azzurri.

«Sono preoccupato per te» comincia. Mi sistemo meglio lo zaino sulla spalla. Spero non voglia parlarmi di quello che è successo a mio fratello. «So che stai affrontando un periodo difficile, ma sei sempre stato uno dei miei studenti migliori, e ci terrei che ti diplomassi con un buon voto.»

«Sì, beh, cercherò di impegnarmi di più...» Sposto il peso da un piede all'altro, a disagio,e fisso il pavimento.

Una crepa solca la mattonella grigia accanto al piede del professore. Ricorda un ramo, e per un momento la mia mente torna all'albero di melo che cresce accanto alla casa al mare della nonna. «Non fraintendermi, non ti sto rimproverando.» La voce seria del professore e la mano che mipoggia sulla spalla riportano la mia attenzione su di lui. «Quello che è successo a tuo fratello non è colpa tua. Spesso le nostre scelte hanno delle conseguenze tanto disastrose quanto imprevedibili.»

Rialzo la testa e incontro il suo sguardo, indulgente e rassicurante. Mi sta guardando come non ha mai fatto mio padre.

«Rifletti su quello che ti ho detto, Evan. «Non lasciare che una sola scelta sbagliata dia inizio a una catena di errori che potresti rimpiangere in futuro.»

Annuisco e lui mi lascia andare. «Grazie professore» dico prima di uscire in silenzio dall'aula e incamminarmi lungo i corridoi affollati della scuola.

Alcuni studenti bisbigliano al mio passaggio, ma ho imparato a ignorarli. Nessuno si azzarda più a toccare apertamente l'argomento dopo che ho minacciato uno dei miei compagni di classe. Lo stronzo mi aveva chiesto cosa si prova ad aver quasi ammazzato il proprio fratello. Se avessi potuto, gli avreispaccato la faccia.

Prendo i miei libi dall'armadietto e lo richiudo con un colpo secco.

«Ehi, Evan, che faccia. Cosa ti è successo?»

La voce di Liam mi arriva accompagnata da un pugno sulla spalla. Mi volto in direzione del mio amico che mi scruta con aria perplessa.

«Niente, Liam. Sto riflettendo» rispondo, riprendendo a muovermi verso l'uscita.

«Non pensare troppo o ti fonderai quel poco di neuroni che ti sono rimasti» mi sfotte.

Lo fulmino con un'occhiataccia e lui alza le mani in segno di resa.

«Rilassati, stavo scherzando. Accidenti, quella roba che ti ha dato lo strizzacervelli non sta facendo effetto... Perché non ce ne porti un po', potremmo farne un uso migliore.»

Mi blocco e lo afferro per la giacca della divisa. «Senti Liam, non è giornata, quindi vai a rompere le palle a qualcun altro, ok?»

«Ok, ok. Amico mio, tu hai proprio bisogno di una serata delle nostre» dice dandomi delle pacche sul braccio.

Sento dei mormorii intorno a noi e con la coda dell'occhio vedo un gruppetto di studenti fermo a osservarci. Lascio andare Liam e mi volto verso di loro.

«Lo spettacolo è finito» annuncio prima di riprendere a incamminarmi verso l'uscita.

Liam non mi segue, ma prima che io possa uscire mi grida un "Ci vediamo stasera al solito posto". Non mi giro per rispondergli, limitandomi ad alzare una mano mentre varco la soglia ed esco.

Rain vol.2 Dieci battiti al secondo - PrequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora