6. Strano (p. 1)

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*** Dato che i tempi di pubblicazione di questo secondo volume stanno diventando biblici, spero di farcela per maggio ma purtroppo non dipende da me, andrò un po' avanti con questa anteprima; non posso continuare L'uragano in un battito perché fa spoiler di questo volume e non voglio rovinarvi il gusto della lettura. Mi scuso con tutti voi lettori che aspettate impazienti di sapere come andrà avanti la storia, questa è la situazione: dopo un anno ho ripreso i diritti del cartaceo del primo libro, In un battito d'ali, di cui rimetterò alcuni capitoli anche qui, e sto aspettando che i miei editor realizzino l'impaginazione. Non appena avranno finito, pubblicherò In un battito d'ali in cartaceo, in self su Amazon, salvo problemi. A un mese dal cartaceo del primo, conto di pubblicare questo secondo volume, che verrà seguito dalla pubblicazione di L'uragano in un battito. Per l'ultimo volume, conto di pubblicarlo entro la fine dell'anno.

Ma bando alle ciance e buona lettura <3 ***



Duncan



Io e Rain siamo arrivati a Cork questa mattina e abbiamo incontrato John alla galleria Glucksman, che si trova all'interno dell'università, immersa nel verde e circondata da grandi alberi.

Dopo averla visitata, siamo entrati nell'edificio dell'università, dove ho preso una brochure informativa.

Rain era entusiasta all'idea di poterci studiare, e non ho potuto fare a meno di essere d'accordo con lei.

Ho sempre desiderato frequentare il National College a Dublino, e trasferirmi qui significherebbe che per un anno potremmo vederci soltanto nei fine settimana, ma una volta che anche lei avrà finito il Senior Cycle ci ritroveremmo insieme lontano da casa, dove non ci conosce nessuno.

«Sei pensieroso» la voce di John mi riscuote, riportando la mia attenzione su di lui. Stiamo aspettando Rain fermi sotto la pioggia, di fronte ai grandi magazzini. «Qualcosa non va?».

Scuoto la testa e fisso il ponte alla mia sinistra, incapace di guardare John negli occhi. «È tutto ok» bisbiglio. In realtà, non è affatto ok. Non dovrei sentirmi così felice all'idea di trasferirmi con Rain in un posto in cui nessuno saprebbe che siamo fratellastri. Eppure, il pensiero di noi due qui da soli mi piace decisamente troppo. Sistemo meglio la cuffia sulla testa e infilo le mani in tasca. Spero che Rain si dia una mossa perché rischio di congelare e sto morendo di sete. L'acqua che avevo nello zaino è finita e non so cosa darei per una birra.

Il cellulare che tengo in tasca vibra. Lo tiro fuori e controllo il display. È un messaggio di Shannon che mi chiede di vederci domani. Sono combattuto, perché se da una parte non voglio che si illuda, dall'altra non sono capace di dirle di no.

Sto per rispondere, quando la voce di Rain mi raggiunge.

«Dun?» rialzo la testa e la vedo ferma accanto a me con un caffè in mano. «Che cosa ti è successo?» le chiedo notando una macchia sul suo cappotto rosso.

Lei manda giù un lungo sorso prima di rispondere. «Un idiota incappucciato mi è venuto addosso. E non si è nemmeno fermato per chiedermi scusa» poi mi porge il bicchiere che accetto volentieri. Sorseggio il caffè caldo, mentre comincio a digitare la risposta per Shannon, ma mi blocco quasi subito. Guardo Rain, impegnata a smacchiare il cappotto con una salvietta.

«Hai da fare, domani sera?» le domando. Lei solleva la testa e i suoi occhi incontrano i miei. «Pensavo di fare un salto al centro commerciale con Cassie, dopo la scuola».

«Ti va di vedere un film insieme, dopo cena?» chiedo senza riuscire a impedirmelo.

Lei mi sorride e annuisce. Dal cappuccio sfugge una ciocca ramata che le finisce sul viso. Istintivamente allungo la mano in cui stringo il cellulare e gliela scosto con un dito. Poi torno a occuparmi del messaggio da inviare a Shannon, cancellando quello che avevo scritto e rifiutando l'invito.

«Questa dannata macchia non vuole andarsene» protesta Rain.

John sospira mentre io bevo l'ultimo sorso di caffè. «Devi stare più attenta quando cammini...».

«Ma papà, è stato quel ragazzo a finirmi addosso» lui la mette a tacere con un'occhiata severa. «Io e tuo fratello abbiamo deciso di andare al Siné, se per te va bene».

«Sì» risponde lei mettendo il broncio e cominciando a incamminarsi con noi.

Mi allontano un istante per buttare il bicchiere ormai vuoto nel cestino, poi affianco Rain.

«Perché quella faccia, buachaill beag?» le chiedo passandole un braccio attorno alle spalle. Lei si stringe a me.

«Per colpa di un idiota ho una macchia di caffè sul cappotto e sono stata sgridata da papà per questo. Lo detesto».

Non riesco a non ridere e lei si imbroncia ancora di più.

«Non è affatto divertente, Dunny Boy. Sento già le frecciatine di tua madre riguardo al fatto che non riesco a tenere la roba pulita. A proposito» dice rivolta al padre che le cammina a fianco. «Come mai Riona non è venuta?».

John solleva lo sguardo dal cellulare e incontra quello della figlia. «Come hai detto, tesoro?».

«Ho chiesto perché Riona non è venuta con noi».

«Aveva da fare. Ma mi raggiungerà domattina, io devo stare qui ancora un po'».

Guardo John negli occhi grigi, che ultimamente sono sempre stanchi. Probabilmente il suo continuo spostarsi da un posto all'altro lo sta affaticando.

«Eccoci arrivati» annuncia fermandosi di fronte all'entrata del pub. «Voi cominciate a prendere un tavolo, io vi raggiungo dopo. Devo fare una telefonata».

Io e Rain ci scambiamoun'occhiata perplessa, poi entriamo. 

Rain vol.2 Dieci battiti al secondo - PrequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora