9. Contatto (p.2)

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Si avvicina anche il biondino che mi ha sorriso quando sono entrato, in compagnia dello spilungone con cui divide il banco, mentre mia cugina e la sua amica escono dalla classe confabulando.

«Duncan Donovan» si presenta. «Benvenuto, se dovessi avere bisogno di qualcosa non esitare a chiedere».

«Fumi?».

Lui annuisce. Questo tizio mi piace, sento che andremo d'accordo. «Allora probabilmente qualche volta ti chiederò una sigaretta».

«Quando vuoi».

«Facciamo adesso. Un intero pacchetto. Fanculo ai divieti».

Il suo amico, lo spilungone con la faccia da ebete, ride. «Michael Walsh» dice accorgendosi che lo sto fissando. «Spero ti troverai bene qui».

Vado avanti così per dieci minuti buoni, a cercare di mandare giù a memoria nomi e volti dei miei nuovi compagni, ma la verità è che non me ne frega un cazzo della maggior parte di loro. Perché la gente deve essere così fastidiosamente socievole con i nuovi arrivati?

Quando finalmente mi lasciano in pace mi dirigo in fretta verso l'aula di biologia, cercando di evitare i curiosi che tentano di avvicinarmi per fare conoscenza. Che giornata pesante.

Raggiungo Conor, seduto in un banco in fondo alla classe, e prendo posto accanto a lui. Sono sollevato che abbia scelto un banco lontano dagli altri studenti, che occupano le prime tre file.

Oltre a Jade e Ciara, seduti al primo banco accanto alla finestra, nessuno degli altri compagni che ho conosciuto a matematica ha lezione con noi adesso, quindi ogni tanto qualcuno si volta per lanciarmi un'occhiata curiosa.

Mi butto contro lo schienale della sedia.

«Fatti forza, tra un paio di giorni si saranno dimenticati di te» mi fa Conor.

«Vorrei soltanto che mi ignorassero» dondolo indietro la sedia.

«È successo anche a me». Apre il quaderno. «Mi sono trasferito il mese scorso da Belfast».

Un cerbiatto di Sua Maestà.

«Siamo compagni di sventura, Bambi».

Lui mi guarda confuso e io mi metto a ridere.

La professoressa entra in aula e la lezione comincia. Al termine, Conor mi chiede se voglio uscire a mangiare qualcosa, ma io ho portato il pranzo da casa. Andiamo in sala mensa e ci fiondiamo a un tavolino libero. È fantastico non dover più pranzare in classe.

Conor ha preso una lattina di Coca e un riso al curry con pollo , mentre io ho preso una bottiglietta di Capri Sun Orange che ho scolato in meno di un minuto e ho portato da casa una porzione di lasagne. Adoro la cucina di mia nonna. È l'unico motivo per cui le perdono di avere messo al mondo mio padre. Mangiare una lasagna come questa può cambiarti la giornata.

Lancio un'occhiata al tavolino in fondo alla fila a sinistra, dove sono seduti Duncan e Michael. Insieme a loro ci sono due ragazze, una riccia che chiacchiera senza sosta e una rossa seduta scomposta sulla sedia. Smangiucchia il suo sandwich e tiene la testa china su un libro, rialzandola solo di tanto in tanto per sorridere a Duncan. Si porta indietro una ciocca di capelli che le ricade continuamente sul viso, mentre la sua amica le dice qualcosa all'orecchio. Lei alza gli occhi al cielo, ma poi le sue labbra si piegano in un sorriso. Si volta nella mia direzione e i miei occhi incontrano i suoi, due iridi grigie come un mare in tempesta. Mi ritrovo a fissarla. È strano perché nonostante sia carina non è una tipa particolarmente appariscente e solitamente non sono gli occhi a colpirmi in una ragazza. Ma i suoi... è come vedere i cieli azzurri di Danielle ricoperti di nuvole argentate. Ma che cazzo vado a pensare? Scuoto la testa dandomi del coglione romantico e torno a dare il colpo di grazia alle mie lasagne.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 08, 2019 ⏰

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