Quando arrivo a casa, la trovo vuota come al solito.
William e le bambine sono impegnati con le attività del doposcuola e mio padre rimane in studio sino a tardi, mentre la mamma deve essere ancora in ospedale.
Da quando Adam è entrato in coma non sono andato a trovarlo neanche una volta. Non ce la faccio. E questo mi fa sentire ancora più in colpa.
Salgo in camera mia e butto lo zaino a terra, poi prendo il flaconcino degli ansiolitici dalla scrivania e ne butto giù una manciata, come mi ha prescritto il dottor Cavanagh. Ho iniziato a prenderli da poco e per questo sono sempre mezzo addormentato. Ma mi sta bene, perché quando sono sveglio sento tutto. Il dolore, la rabbia, la mancanza. Sento quel buco nero che ho dentro cercare di divorarmi l'anima.
Esco dalla mia stanza ed entro in quella di Adam.
Lo specchio dell'armadio mi regala una crudele illusione quando ci passo davanti. Se portassi la cravatta della divisa sotto il maglione come faceva lui, potrei credere sul serio che mio fratello sia qui. Accarezzo la sua chitarra ancora dentro la custodia, poi prendo la sua felpa verde e mi sdraio sul suo letto stringendola forte. Il profumo di Adam è quasi scomparso del tutto, e ho la folle, stupida e irrazionale paura che quando anche l'ultima molecola sparirà, lui se ne andrà con essa.
Lo sento arrivare , annunciato dalla solita stretta al centro del petto che mi trapassa come fossi un puntaspilli. I battiti accelerano, ma non è come quando con Liam e gli altri corriamo via veloci dopo aver rubato qualcosa al centro commerciale. Non mi sento vivo, no. Sono sepolto sotto una tonnellata di questa fottuta ansia che cerca di strangolarmi.
Chiudo gli occhi e aspetto che quello schifo che mi ha dato lo strizzacervelli, come lo ha chiamato Liam, faccia il suo dovere.
Quando mi sveglio, la casa è ancora silenziosa.
Do un'occhiata veloce alla radiosveglia digitale di Adam, che segna le sei meno tre minuti. Richiudo gli occhi solo un attimo, ma proprio quando sto per riaddormentarmi la voce di Chris Martin mi costringe a riaprirli e allungare una mano per staccare questa dannata sveglia.
"Oh brother, I can't believe it's true I'm so scared about the future,"
I miei movimenti sono ancora troppo rallentati e finisco con il farla cadere a terra.
"Are you lost or incomplete? Do you feel like a puzzle, you can't find your missing piece?"
Una risata soffocata mi sale alla gola. Persino la sveglia sembra prendersi gioco di me.
«Fottiti» dico a Chris Martin che continua a cantare dal pavimento della stanza.
Mi strofino la faccia e mi tiro su. Osservo la felpa di Adam, poi la lascio sul letto e raccolgo la radiosveglia che si è finalmente zittita.
Quando lascio la camera incontro mia madre che sta salendo le scale.
Appena mi vede ha un sussulto e si immobilizza, ma poi il suo viso torna a distendersi. È delusa, lo so, anche se è brava a mascherarlo. So che per una frazione di secondo si è illusa che io fossi Adam, e che tutto questo potesse essere solo un brutto sogno.
«Sto uscendo» le dico infilandomi in bagno. Non sopporto di vederla così, magra e sciupata, con gli occhi azzurri arrossati e segnati da occhiaie profonde. Mia madre, che prima profumava di bucato e di sapone alla rosa, ora ha addosso quell'insopportabile odore di disinfettante che c'è negli ospedali.
Mi faccio una doccia veloce e metto un paio di jeans e una t-shirt neri, infilo le sneakers, chiudo la cerniera della felpaed esco diretto al negozio del padre di Jason, dove lui e gli altri mi aspettano nel magazzino sul retro.
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Rain vol.2 Dieci battiti al secondo - Prequel
Teen FictionSinossi all'interno Si può leggere come uno standing alone, ma vi consiglio di leggerlo dopo aver letto il vol.1, In un battito d'ali, presto disponibile in diversi formati. Tutti i diritti riservati. Copyright 2018 depositato presso Ipermedia c.d.e...